Ponte Morandi, 18 mesi dopo
Una rosa bianca in ogni mano e alle 11,36 un minuto di silenzio, concluso solo da un lungo applauso al quale si sono uniti i clacson di auto e camion a ridosso del presidio per testimoniare la solidarietà degli automobilisti. (VIDEO)A un anno e mezzo dalla tragedia di ponte Morandi a Genova questa mattina i familiari delle vittime del disastro sono scesi in piazza, insieme alle associazioni, bloccando il traffico sulla rampa autostradale della A7 che porta al casello di Genova Ovest, quel casello che collegava al Morandi, alla A10 e alla A7 e che dal lato di ponente non riceve più i veicoli diretti in centro città dal 14 agosto 2018.
Circa un centinaio i partecipanti al presidio, pettorina arancione indosso, molti dei quali con la scritta ’Viaggiare in sicurezza, destinazione paradiso’, che si sono riuniti questa mattina all’area di servizio poco prima del casello. Dopo il minuto di silenzio i familiari si sono spostati in corteo davanti alla sede del primo tronco di Autostrade per depositare un mazzo di rose bianche, ricevendo la solidarietà dei lavoratori di Aspi.
“Siamo venuti qui perché questo è un po’ un luogo simbolo – ha detto Egle Possetti, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime del crollo di ponte Morandi – perché qui c’è la direzione del tronco di Autostrade e avevamo bisogno di passare questo 18esimo mese senza i nostri cari cercando di spingere il nostro dolore verso qualcosa di positivo, per sensibilizzare e fare in modo che il dolore che stiamo provando possa non provarlo più nessun altro e che fatti del genere, incresciosi e vergognosi com’è stata la nostra tragedia, non accadano più”.
Sindaco Salò: “Cittadinanza Mussolini? Storia non si cancella”
’’Salo è meno fascista di mille altri paesi e non lo è anche adesso. Da vent’anni faccio il sindaco e mi ispiro a principi democratici e liberali. Revocare la cittadinanza onoraria sarebbe solo una damnatio memoriae, un atto sbagliato perché di quei soggetti non si saprebbe più niente mentre noi vogliamo che ci si ricordi degli errori del fascismo. Non vogliamo nessun atto simbolico, noi dimostriamo negli atti che non siamo fascisti. Chi vuole eliminare la storia è un fascista, anzi un talebano’’. Lo ha detto all’Adnkronos il sindaco di Salò, Gianpiero Cipani dopo che il consiglio comunale (14 voti a 3) ha detto no alla revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini.
Per Cipani, 72 anni, che si definisce un ’’liberale democratico (’’radici nel partito repubblicano, poi mi sono iscritto a Forza Italia’’) ’’Salò non si deve affrancare da un bel niente, quei 600 giorni non sono Salò ma fanno parte della sua storia. I ministeri più importanti, e lo stesso Mussolini, stavano a Gardone, a Gargnano, qui c’era l’agenzia Stefani che mandava i dispacci con il nome del paese e la data’’.
Il sindaco ha ribadito che revocare la cittadinanza a Mussolini ’’non sarebbe servito a nulla, se non a rimestare odi e polemiche inutili. ’Finche ci sarà un vinto e un vincitore la guerra non finirà mai’, diceva Gandhi e sulla base di questo motto abbiamo preso questa decisione’’. Cipani ha voluto ricordare come cinque anni fa abbia aperto un Museo, ’’dall’archeologia ai giorni nostri e ci sono, purtroppo, anche i 600 giorni della Repubblica di Salò. Si racconta la storia di una città che non è la storia della Repubblica di Salò’’.
Viterbo, dimessa da ospedale dopo malore: muore a 16 anni
La Procura di Viterbo ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo sulla morte di una ragazza di 16 anni trovata senza vita nella sua casa di Montefiascone, dopo essere andata ieri in ospedale per un malore e poi dimessa. Il fascicolo è al momento contro ignoti. I magistrati hanno disposto l’autopsia sul corpo della giovane, che verrà eseguita martedì.
In una nota congiunta il procuratore di Viterbo e i carabinieri spiegano che questa mattina i militari sono stati chiamati alle 8 dai familiari della ragazza che poco prima l’avevano trovata riversa sul letto senza vita. I carabinieri sono arrivati nell’abitazione insieme ai sanitari del 118 che ne hanno constatato il decesso per arresto cardiorespiratorio. I militari hanno avviato gli accertamenti acquisendo testimonianze e materiale documentale, coordinati dal pm responsabile del procedimento, Eliana Dolce, che ha disposto per martedì l’autopsia per chiarire le cause del decesso.
Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha inviato una task force di ispettori del ministero all’ospedale di Belcolle per accertamenti su quanto accaduto.
“E’ stato immediatamente disposto dal sistema sanitario regionale l’audit clinico sul decesso della giovane, per verificare le procedure cliniche eseguite nell’ospedale prima delle dimissioni” ha informato in una nota Alessio D’Amato, assessore alla Sanità e integrazione sociosanitaria della Regione Lazio. “L’Azienda sanitaria di Viterbo è a completa disposizione dell’autorità giudiziaria per stabilire le cause del decesso”.
Meningite, un caso a Piacenza
L’Azienda Usl di Piacenza informa che nel reparto di Malattie infettive dell’ospedale della città è ricoverato un giovane piacentino con diagnosi confermata di infezione da meningococco. A questo proposito l’Ausl rivolge un appello “a scopo preventivo”: “Si invitano a rivolgersi ai servizi di Igiene pubblica dell’Azienda Usl, in piazzale Milano, tutti coloro che erano presenti nel locale La Corte (località Colombaie di Borgonovo) nella notte tra sabato 8 e domenica 9 febbraio, ma solo nella fascia oraria tra le ore 2 e le 4”.
“Così come previsto dal protocollo di sorveglianza – spiega Guido Pedrazzini, direttore sanitario dell’Azienda Usl – sono state immediatamente avviate le indagini epidemiologiche e gli interventi di controllo e profilassi delle persone che sono venute a contatto stretto con il paziente negli ultimi dieci giorni. L’obiettivo è quello di intercettare questi soggetti e trattarli nel più breve tempo possibile. Oltre a familiari e amici, si ricercano le persone che sono venute a contatto con il malato in un luogo chiuso e ristretto per un tempo di alcune ore”. La profilassi, si precisa, “consiste nell’assunzione di un’unica compressa di antibiotico a scopo precauzionale”.
Sassari, donna uccisa a coltellate
ricercato dai carabinieri
Una donna di origine ceca è stata uccisa a coltellate a Ossi, in provincia di Sassari, al termine di un litigio con un uomo, forse il compagno. Non si conoscono ulteriori dettagli. Il corpo della donna è stato abbandonato vicino alla guardia medica del centro sassarese. I carabinieri della compagnia di Sassari stanno ricercando l’uomo.