Federica Manzon con ‘Alma’ vince il Campiello. L’unica scrittrice della cinquina della 62esima edizione ha ottenuto con il suo libro, edito da Giangiacomo Feltrinelli, 101 voti sui 287 espressi dalla Giuria dei Lettori anonimi (in 13 non hanno espresso preferenze). La proclamazione è avvenuta questa sera nella storica sede del Gran Teatro La Fenice di Venezia. A consegnare il Premio sono stati Enrico Carraro, presidente di Confindustria Veneto e della Fondazione Il Campiello, e il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini.
“Poiché è un libro che è nato sul confine, vorrei dedicare la mia vittoria, – a tutte quelle persone che stanno attraversando i confini, soprattutto il confine orientale di Trieste, e che lo fanno immaginando e sognando un presente, prima ancora che un futuro migliore. E in un momento in cui a Trieste, prima ancora che in altre parti d’Europa il trattato di Schengen è stato sospeso ed è ancora sospeso, vorrei che in qualche modo potesse questa piccola mia cosa essere di buon auspicio per andare invece in un’altra direzione e non tornare indietro”.
Gli altri finalisti che si contendevano l’ambita “vera da pozzo” erano: Antonio Franchini (“Il fuoco che ti porti dentro”, Marsilio), che ha ottenuto 78 voti, Emanuele Trevi (“La casa del Mago”, Ponte alle Grazie) con 66 voti, Michele Mari (“Locus Desperatus”, Giulio Einaudi editore) con 33 voti e Vanni Santoni (“Dilaga ovunque”, Editori Laterza) con 6 voti.
Federica Manzon, 42 anni, originaria di Pordenone, che oggi vive tra Milano e Trieste, con “Alma” ha scritto un romanzo dove l’identità, la memoria e la Storia – personale, familiare, dei Paesi – si cercano e si sfuggono continuamente, facendo di Trieste un punto di vista da cui guardare i nostri difficili tentativi di capire chi siamo e dov’è la nostra casa.
Alla serata finale ha assistito un parterre di circa mille invitati tra ospiti istituzionali, rappresentanti del mondo imprenditoriale, della cultura e delle case editrici; tra loro il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, ed Emanuele Orsini, presidente di Confindustria.
Il Premio Fondazione Il Campiello, riconoscimento alla carriera, è stato attribuito al giornalista e scrittore Paolo Rumiz. Durante la cerimonia sono stati premiati anche i vincitori degli altri riconoscimenti previsti dalla Fondazione Il Campiello: l’Opera Prima, assegnata a Fiammetta Palpati con “La casa delle orfane bianche” (Laurana Editore): il Campiello Natura – Premio Venice Gardens Foundation, vinto da Emanuela Evangelista con il libro “Amazzonia. Una vita nel cuore della foresta” (Editori Laterza); i vincitori della seconda edizione del Campiello Junior, Angelo Petrosino con “Un bambino, una gatta e un cane” (Einaudi Ragazzi) nella categoria 7-10 anni, e Daniela Palumbo con “La notte più bella” (Piemme) per la categoria 11-14 anni.
E’ stata, infine, l’occasione per celebrare la vincitrice della 29esima edizione del Campiello Giovani, Giulia Arnoldi, 19 anni di Dalmine (Bergamo), che si è aggiudicata il premio con il racconto “Appena prima dell’ultimo accordo”. E’ stata premiata da Cristina Balbo, direttore regionale Veneto Ovest e Trentino Alto Adige di Intesa Sanpaolo, main sponsor del premio e partner esclusivo del Campiello Giovani.