Prescrizione, Pd ’sfida’ Bonafede: “Ecco la nostra proposta”
“Ragionare senza totem e tabù”, per arrivare ad una sintesi che consenta di mantenere nell’ordinamento un “istituto necessario tra l’esigenza di giustizia e la durata ragionevole dei processi”. Con questo obiettivo il Pd deposita alla Camera e al Senato il suo disegno di legge sulla prescrizione, che, sottolinea il responsabile Giustizia, Walter Verini, “noi non vorremmo utilizzare. Il nostro auspicio che la sintesi venga fatta dal Guardasigilli, che non può non tener conto di tre quarti della maggioranza e di tutte le forze che all’esterno del Parlamento hanno fatto sentire la loro voce”.
L’esponente Dem riconosce che “l’esigenza” del ministro della Giustizia era quella “di arrivare comunque al primo gennaio”, perché la riforma sulla prescrizione “rappresenta un simbolo” per il Movimento 5 stelle. Ma “questa norma rischia di produrre effetti molto pesanti”. Quindi l’augurio è che “messe da parte le bandierine si possa ragionare in un clima più disteso, senza totem e senza tabù”. Fissando comunque dei paletti. Innanzi tutto, spiega Alfredo Bazoli, capogruppo del Pd in commissione Giustizia della Camera, “distinguere tra sentenze di condanna e di assoluzione”, applicando quindi la sospensione solo nel primo caso: due anni dopo il primo grado, aggiungendo sei mesi in caso di nuova istruttoria dibattimentale; un anno dopo l’Appello. “La soluzione tecnicamente migliore, per evitare che i processi già iniziati si concludano con prescrizione e che questo si trasformi in processi infiniti”.
Quindi, aggiunge Franco Mirabelli, capogruppo Dem in commissione Giustizia al Senato, una proposta per una discussione “senza equivoci sulla riforma del processo penale”, anche se, ribadisce Andrea Giorgis, sottosegretario alla Giustizia, “la soluzione più ragionevole sarebbe stata sospendere l’entrata in vigore della norma che blocca sine die la prescrizione”, anche perché “la riforma Orlando non è stata ancora misurata nei suoi effetti”. In ogni caso, dice ancora l’esponente dell’esecutivo, la proposta del Pd “sgombra qualsiasi equivoco sulla nostra volontà politica: vogliamo fare di tutto perché la giustizia possa concludere il suo corso e il processo non abbia una durata infinita”. Viceversa, nota ancora Verini, il progetto presentato da Enrico Costa, di Forza Italia, ha “l’obiettivo di mettere un cuneo nella maggioranza, per far tornare al governo quelli che dicevano che si deve marcire in galera”. E Mirabelli fa eco denunciando l’”ipocrisia della Lega, perchè ha votato la norma che blocca la prescrizione”.
COSTA ATTACCA: “HANNO UNA GRAN FACCIA TOSTA” – “Quelli del Pd hanno davvero una gran bella faccia tosta. Prima respingono più volte la nostra proposta provocando l’entrata in vigore dello stop alla prescrizione targato Bonafede, poi presentano un testo con gli stessi contenuti della proposta appena bocciata. L’unica differenza sta in sei mesi di sospensione in più dopo il primo grado e sei mesi in meno dopo l’appello. Noi comunque andiamo avanti in modo lineare. Se l’8 gennaio venisse presentato un emendamento alla proposta di Forza Italia, contenente questo testo del Pd, lo voteremmo in un minuto”. Annuncia Enrico Costa, deputato Fi e responsabile Giustizia del partito.
“Noi infatti – aggiunge – siamo aperti a qualunque idea -da chiunque provenga- finalizzata a reintrodurre l’istituto della prescrizione dopo il primo grado, scongiurando il ’processo infinito’. Siamo tuttavia convinti che il Partito democratico, come sempre, predichi bene, ma razzoli male. Pur di salvare il governo, sarebbero capaci di votare contro la loro stessa proposta 10 giorni dopo averla presentata. Li sfidiamo a smentirci”.
Fioramonti: “Stupiscono attacchi M5S”
“Credo che sia la prima volta nella storia del nostro Paese che un Ministro della Repubblica venga criticato perché ha fatto ciò che aveva annunciato. Non da giorni, ma da mesi. Infatti, le mie prime interviste sull’impegno a trovare almeno 1 miliardo per la ricerca pena le dimissioni le feci a giugno di quest’anno, su Il Fatto Quotidiano e poi su La Verità, quando ero ancora Viceministro del governo Conte 1”. Lo scrive su Facebook Lorenzo Fioramonti, ex ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, rispondendo alle critiche all’indomani delle sue dimissioni.
“Io sono così: se una cosa la dico, poi la faccio. Per questo ho lottato senza sosta, anche da Ministro, per porre la questione nel Governo anche con riferimento alla scuola – continua Fioramonti – Forse non dovrebbe neanche stupire che mi giungano critiche da partiti i cui leader avevano promesso di abbandonare la politica in caso di sconfitta elettorale, ma sono ancora saldamente al loro posto”.
“Quello che mi stupisce, però, è che tante voci della leadership del M5S mi stiano attaccando in questo momento. E per che cosa? Per aver fatto solo ciò che ho sempre detto – sottolinea l’ex ministri dell’Istruzione – Mi sarei in realtà aspettato il contrario: sarebbero dovuti essere loro a chiedermi di onorare la parola data favorendo le dimissioni, invece di chiedermi di fare quello che i politici italiani hanno sempre fatto: finta di niente”.
“Ovviamente, non possono mancare le solite polemiche sui rimborsi. In tanti, nel Movimento, abbiamo contestato un sistema farraginoso e poco trasparente di rendicontazione”, scrive ancora. “Dopo aver restituito puntualmente per un anno, come altri colleghi, – continua Fioramonti – ho continuato a versare nel conto del Bilancio dello Stato e le mie ultime restituzioni saranno donate sul conto del Tecnopolo Mediterraneo per lo Sviluppo Sostenibile, un centro di ricerca pubblico che, da Viceministro prima e da Ministro poi, ho promosso a Taranto, una città deturpata da un modello di sviluppo sbagliato. Ed invito anche altri parlamentari 5 Stelle a fare lo stesso, non appena il conto sarà attivo”. “Ho chiesto a tutto il governo di fare di più per finanziare il Tecnopolo, che ad oggi riceve un esiguo finanziamento annuale di 3 milioni, perché è forse il segno più concreto per una comunità civica che, come tutti noi, ha bisogno di futuro. Sarebbe un piccolo gesto per dimostrare che la ricerca, soprattutto quella che può migliorare la qualità della vita, ci sta davvero a cuore”.
Calenda: “Governo è un Truman Show”
Il governo? Una sorta di Truman Show, secondo Carlo Calenda. Il leader di Azione si sofferma su quella che definisce “la coalizione dei ripensamenti”. “Italia Viva dopo la manovra chiede di abolire Quota 100 e modificare il Reddito di Cittadinanza per mettere soldi sulla scuola”, twitta Calenda. “Il Pd a 7 giorni da ingresso delle norme sulla prescrizione, chiede di tornare alla riforma precedente. Nulla accadrà ovviamente”, prosegue, chiudendo il messaggio con l’hashtag #trumanshow, con riferimento al film diretto da Peter Weir e interpretato da Jim Carrey, che vive la sua intera esistenza all’interno di un colossale reality show.
Autostrade, Meloni: “Niente scuse, tutte le concessioni vanno riviste”
“Concessioni autostradali (e non solo). La Corte dei Conti conferma quella che è sempre stata l’interpretazione di Fratelli d’Italia: le clausole che prevedono l’indennizzo all’esercente anche in caso di risoluzione per inadempienza sono nulle perché chiaramente in violazione con i principi del diritto civile”. Lo scrive su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.
“In particolare -aggiunge- la Corte dei Conti ricorda che il codice civile ’dispone la nullità di patti che escludono o limitano preventivamente la responsabilità del debitore per dolo o colpa grave’. Niente più scuse, vanno riviste tutte le concessioni autostradali e aeroportuali per assicurare che sia garantita la tutela dell’interesse nazionale”.
Migranti, Salvini: “Sbarchi diminuiti quando c’ero io”
Matteo Salvini rivendica il merito per il calo degli sbarchi nel 2019. “È ufficiale: il governo non solo perde penosamente pezzi, ma pensa che gli italiani siano scemi, visto che vanta come proprio successo il dimezzamento degli sbarchi nel 2019 rispetto all’anno precedente”, scrive il leader della Lega commentando i dati diffusi negli ultimi giorni. “Peccato -aggiunge. che il calo si riferisca agli 8 mesi in cui io ero ministro, mentre nei successivi 4 mesi si sono avuti solo aumenti. Ma si può?!?”.