È stato presentato ieri mattina a Milano, in anteprima nazionale, il docu-roadmovie che racconta l’incubo del Covid nelle zone maggiormente colpite durante i mesi di lockdown, in primis la provincia di Bergamo, Cremona, Crema, Brescia e Milano
Diretto da Ambrogio e Luigi Crespi, “A viso aperto” è un documentario realizzato grazie al lavoro congiunto di volontari, tra tifosi atalantini, alpini e oltre 300 aziende artigiane, altamente specializzate, chiamati a raccolta da Confartigianato Bergamo. Muratori, carpentieri, imbianchini, idraulici, impiantisti tecnici del gas ed elettricisti specializzati che hanno lavorato per quasi 20.000 ore, creando dal nulla e in tempi record, un vero e proprio ospedale con 142 posti letto, 72 dei quali destinati alla terapia intensiva e sub-intensiva e i restanti a chi stava uscendo dalla fase critica del Covid-19. Un gioco di squadra che ha visto insieme gli artigiani di Confartigianato e dell’Associazione Nazionale Alpini, i volontari di Emergency, i sanitari dell’esercito russo e, ovviamente,il personale dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII, che ha garantito la direzione medica, infermieristica, tecnica e gestionale del presidio.Tutti determinati ad aiutare una città messa sotto assedio da un nemico invisibile eppure potentissimo.
«“Il cantiere della vita” è così che chiamo il lavoro che abbiamo fatto in quei giorni. Da una semplice e-mail è partita una sfida che ha coinvolto centinaia di artigiani. Ognuno di noi era responsabile di una zona e con grande determinazione abbiamo portato a casa il risultato. Basti pensare che in 26 ore abbiamo dato tre mani di bianco su quasi 30 mila metri quadri di spazio. Un’esperienza che nessuno di noi dimenticherà mai» – commenta Giacinto Giambellini, Presidente di Confartigianato Imprese Bergamo.