Presidenziali Usa, Gillibrand si ritira
La senatrice democratica Kirsten Gillibrand si è ritirata dalla corsa alla nomination per le presidenziali americane del 2020. Molto impegnata sui diritti delle donne, ma su posizioni più conservatrici in materia di leggi sulle armi e immigrazioni, Gillibrand non è mai riuscita ad ottenere nei sondaggi più dell’uno o il due per cento, rimanendo indietro anche nella raccolta di fondi.
“Non era questo il risultato che volevamo – ha detto nel video con il quale ha annunciato il suo addio – ma è importante capire quando non è il tuo momento”. “Ritengo di poter essere più utile aiutando ad unirci per sconfiggere Donald Trump nel 2020”, ha sottolineato Gillibrand. La 52enne senatrice di New York, nel seggio che fu di Hillary Clinton, è stata rieletta nel 2018, per un mandato che durerà fino al 2024, anno di nuove elezioni presidenziali.
Prima di Gillibrand negli ultimi giorni si erano ritirati dalla corsa alla nomination democratica anche l’ex governatore del Colorado John Hickenlooper, il governatore dello stato di Washington Jay Inslee e il deputato Eric Swalwell. In campo rimangono però ancora venti candidati, molti dei quali non hanno raggiunto i necessari requisiti in termini di sondaggi e fondi raccolti per partecipare al prossimo dibattito pubblico fissato per settembre.
Donald Trump ha reagito con sarcasmo al ritiro della senatrice. “Un giorno triste per i Democratici, Kirsten Gillibrand si è ritirata dalle Primarie presidenziali – ha twittato il presidente americano – sono felice che non si siano mai accorti che era di lei che avevo veramente paura!”.
Eleonore, Germania chiama Ue per la distribuzione dei migranti
La Commissione Europea è stata contattata da “uno Stato membro”, la Germania, per coordinare la distribuzione dei migranti che si trovano a bordo della nave Eleonore, della Ong tedesca Mission Lifeline. Lo ha confermato la portavoce dell’esecutivo Ue Natasha Bertaud, durante il briefing con la stampa a Bruxelles, pur senza fare esplicitamente il nome della Germania.
“Siamo stati contattati – ha detto – abbiamo ricevuto la richiesta di uno Stato membro di coordinare, come abbiamo fatto in passato, gli Stati membri che hanno la volontà di prendere una parte dei migranti a bordo della nave Eleonore. E’ una cosa che stiamo facendo ora: i contatti tra gli Stati membri sono in corso”.
“Facciamo appello a tutte le parti, incluse le Ong, perché si trovi una soluzione” per i migranti attualmente a bordo della Eleonore, ha continuato la Bertaud. “Per quanto riguarda invece la Mare Jonio, trattandosi allo stato di un’operazione di ricerca e soccorso in mare, la vicenda allo stato non è di competenza della Commissione”, ha spiegato.
Quanto alle accuse lanciate da diverse Ong, secondo le quali aerei militari di diversi Stati Ue starebbero in questi giorni ostacolando le comunicazioni radio delle imbarcazioni nel Mediterraneo Centrale utilizzando tecniche di jamming, cioè di disturbo intenzionale, “non abbiamo informazioni su questo: rispondere spetta alle autorità nazionali”, ha detto la Bertaud.
Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha firmato il decreto di divieto all’ingresso, un provvedimento controfirmato anche dai ministri della Difesa Elisabetta Trenta e dei Trasporti Danilo Toninelli. Sono 101 i migranti a bordo. Nei giorni scorsi i due ministri del M5S non avevano controfirmato invece il divieto per la nave Open Arms.
Hugh Grant contro Boris Johnson: “Non fotterai il futuro dei miei figli”
“Non fotterai il futuro dei miei figli”. Hugh Grant contro Boris Johnson. L’attore, su Twitter, si scaglia contro il premier britannico,che ha chiesto e ottenuto dalla regina lo stop alle attività parlamentari per oltre un mese tra settembre e ottobre. Il provvedimento porterà ad una paralisi del dibattito sulla Brexit e incanalerà l’iter verso un’uscita del Regno Unito dalla Ue senza intesa tra Londra e Bruxelles. “Non distruggerai le libertà che mio nonno ha difeso combattendo in due guerre mondiali”, scrive l’attore senza risparmiare insulti. “La Gran Bretagna si è sollevata contro di te e contro la tua piccola gang di prefetti masturbatori”.
’Costretto a perdere’, la storia del judoka iraniano
’Costretto a perdere’. Sarebbe finita così la storia del judoka iraniano Saeid Mollaei ai Mondiali di Tokyo. Nel 2018 Mollaei aveva regalato alla Repubblica Islamica uno storico oro mondiale nella categoria -81 kg e da 24 ore lo scettro è passato nelle mani dell’israeliano Sagi Muki, protagonista delle pagine dei quotidiani di Israele che ’spiegano’ la sconfitta di Mollaei. Le rivelazioni arrivano dal presidente della Federazione Israeliana Judo (Ijo), Moshe Fonti, secondo il quale Mollaei sarebbe stato costretto a farsi battere dal belga Matthias Casse proprio evitare la finale con Muki.
Il 27enne Mollaei voleva andare avanti, sostengono gli israeliani, come si legge sul Times of Israel. Alla Radio militare israeliana, Fonti ha spiegato che “abbiamo sentito dire che aveva chiesto al responsabile della Federazione iraniana di Judo di garantire la sicurezza della sua famiglia”, ma “da quello che abbiamo capito poco dopo uomini dei servizi iraniani sono andati a casa sua in Iran e si sono presentati” all’arena di Tokyo per un “avvertimento”.
Nessuno sa cosa sia accaduto, ma alla fine Mollaei è stato sconfitto da Casse e anche dal georgiano Luka Maisuradze. Dall’oro al quinto posto: è la parabola di Mollaei in un periodo di forti tensioni in Medio Oriente. L’Iran è solito vietare ai suoi atleti gli incontri con gli israeliani. I Mondiali appena conclusi sono stati segnati anche dal gesto dell’egiziano Mohamed Abdelaal che si è rifiutato di stringere la mano all’israeliano Muki che lo aveva appena messo al tappeto.