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PRIME PROIEZIONI DEL PARLAMENTO EUROPEO PER LE CONSULTAZIONI ELETTORALI DI MAGGIO

Sono state pubblicate le prime proiezioni del Parlamento UE su quelli che saranno i rapporti di forza nella nuova assemblea che si formerà a Strasburgo dopo le elezioni di maggio.

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Come già era noto, gli equilibri cambieranno in maniera netta, costringendo i partiti tradizionali a confrontarsi con le forze populiste ed euroscettiche ed a temerle.

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Infatti la Lega dovrebbe passare da 6 seggi a 27, contendendo il ruolo di primo partito europeo alla Cdu di Angela Merkel (prevista a 29 seggi) e ribaltando in ogni caso il risultato del 2014, quando il PD, che ora avrà soltanto 15 seggi, risultò primo partito europeo con 26, grazie al famoso 40% di Renzi, questo trend si conferma praticamente in tutta Europa.

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I Popolari e i Socialisti, che insieme formavano una solida maggioranza, scenderanno rispettivamente da 217 e 186 seggi a 183 e 135. Potrebbero rimanere i due Gruppi più numerosi (il condizionale è dovuto, perché i Socialisti rischiano il sorpasso da parte dei sovranisti), ma non avranno più i numeri per formare una maggioranza, a meno che non optino per una “grande ammucchiata” con i Verdi e i liberali di Alde, questi ultimi tra i pochi Gruppi pro-europei per i quali si prevede un aumento dei seggi (da 68 a 75). La cosa, però, non appare semplice, in quanto, tra i quattro gruppi citati, vi sono differenze ideologiche evidenti e, forse, incolmabili.

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Il Movimento 5 Stelle (che dovrebbe avere 22 parlamentari), però, è un’incognita fondamentale. Ad oggi, infatti, è ancora alla ricerca di alleati credibili dato che, tra i quattro partiti (tutti di estrema destra: i croati di Zivi Zid, i polacchi di Kukiz 15, i finlandesi di Liike Nyt e i greci di Akkel) annunciati per la coalizione, soltanto Zivi Zid dovrebbe riuscire a superare lo sbarramento. Se, alla fine, dovesse unirsi alle destre anti-europee, allora queste ultime potrebbero tentare di allearsi con i Popolari, dove risiedono, tra l’altro, due cavalli di Troia: Fidesz, il partito di governo in Ungheria che fa capo a Viktor Orbán, e dovrebbe sfiorare il 50% alle Europee, e il Partito Popolare Austriaco di Sebastian Kurz.

Diversi osservatori affermano che, nel caso in cui i sovranisti dovessero riuscire ad entrare nella maggioranza, l’Unione Europea, così come la conosciamo, potrebbe cessare di esistere.

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Data:

20 Febbraio 2019