Torquato Accetto. Chi era costui? Nato probabilmente a Trani intorno al 1595 (m. 1640), visse ad Andria e scrisse le sue “Rime” nonché il saggio breve “Della dissimulazione onesta”, trattato ripreso da Benedetto Croce e, in tempi recentissimi, da Rosario Villari. Accetto frequentò la cerchia del marchese Giovanni Battista Manso, il mecenate napoletano che fu biografo di Torquato Tasso nonché fondatore dell’Accademia degli Oziosi. Le poesie, nella prestigiosa edizione di Giulio Einaudi Editore, sono introdotte da Salvatore Nigro. Certo, ci piacerebbe mostrarvi una delle due edizioni originali (1621, 1638) ma purtroppo siamo sprovvisti di cassaforte.
Leggiamo dunque Negli occhi amati è la sua vita, poesia che evidentemente non può che avere echi danteschi e petrarcheschi (si noti il lemma “uficio” senza la doppia e l’allitterazione finale: morir/mirar).
Negli occhi amati è la sua vita
Occhi degli occhi miei,
che senza voi non sanno
mirar, né d’occhi fanno
altro uficio, in quell’ora,
che pianger e bramar la vostra aurora:
voi siete la mia vita e la mia scorta,
in voi del giorno a me s’apre la porta,
e quando miro là dove non siete
è morir non mirar, come sapete.