Al quinto mandato presidenziale, Vladimir Vladimirovic Putin è considerato l’ultimo “zar” della Russia. Protagonista della ripresa economica del Paese dopo la disgregazione dell’Urss e di una politica estera molto aggressiva, l’ex agente del Kgb (che oggi 7 ottobre compie 72 anni) è stato più volte accusato di aver superato i limiti nell’esercizio dei suoi poteri fino alla decisione di invadere l’Ucraina nel 2022.
Nato nel 1952 a Leningrado (l’odierna San Pietroburgo), Putin è figlio di un eroe di guerra, diventato operaio di fabbrica al termine del conflitto, e di un’operaia. Dopo la laurea in legge all’Università statale di San Pietroburgo (1975), decide di arruolarsi nel Kgb, la principale agenzia di sicurezza dell’ex Unione Sovietica.Putin trascorre all’interno dell’agenzia 17 anni come agente di medio livello, lavorando nell’intelligence straniera e in particolare a Dresda, città industriale della Repubblica Democratica Tedesca.
Congedato nel 1991 dal Kgb, torna a Leningrado, dove riprende gli studi per conseguire un dottorato di ricerca in Giurisprudenza e diventa l’uomo di fiducia di Anatolij Sobcak,il primo sindaco democratico della città. Finito il mandato al fianco di Sobcak, nel 1996, Putin e la sua famiglia si trasferiscono a Mosca, dove l’ex agente segreto fa velocemente carriera. Nel 1998, infatti, il presidente Boris Eltsin lo mette a capo del Fsb, l’agenzia dei servizi segreti. Nell’agosto del 1999, su nomina di Eltsin, Putin diventa primo ministro della Federazione Russa, seconda carica delle Stato dopo il presidente. Nello stesso anno, il 1999, Eltsin si dimette e nomina Putin come presidente ad interim.
Nel successivo marzo 2000, Putin si presenta alle elezioni diventando per la prima volta presidente della Federazione Russa. Sotto il suo primo mandato come presidente, l’economia russa è cresciuta notevolmente per otto anni consecutivi, con il PIL a parità di potere d’acquisto aumentato del 72%. La crescita è stata il risultato del boom economico delle materie prime degli anni 2000, della ripresa dopo la depressione seguita al collasso dell’Unione Sovietica e di adeguate politiche economiche e fiscali. Durante il suo primo mandato, Putin si concentra principalmente sulla politica interna. Due i punti all’ordine del giorno: la guerra con la Cecenia e il contrasto agli oligarchi dell’era Eltsin, molti dei quali fuggono all’estero.
Nel 2002 il teatro Dubrovka di Mosca viene sequestrato per tre giorni da 40 militanti ceceni, guidati da Movsar Barayev. Nel blitz delle teste di cuoio ordinato da Putin, che rifiuta di negoziare con i rapitori, muoiono 129 dei 912 ostaggi. Nella foto, il presidente in visita a uno degli ostaggi feriti. Nel 2004 Putin vince le elezioni e viene confermato presidente per il secondo mandato. In questi anni in molti accusano l’ex spia del Kgb di aver attuato un pesante giro di vite sui media, limitandone la libertà.
La Costituzione russa impedisce un terzo mandato presidenziale consecutivo, ragione per la quale Putin non partecipa alle elezioni del 2008. Nelle elezioni del 2008 conquista la carica di presidente Dimitrij Medvedev che, una volta insediato, nomina come primo ministro Vladimir Putin. A quattro anni di distanza, Putin torna a candidarsi per il ruolo di Presidente della Federazione Russa. Nelle elezioni del 2012 ottiene oltre il 60% dei voti dando il via al suo terzo mandato. Il primo che durerà 6 anni invece che 4 grazie a una riforma costituzionale voluta dallo stesso Putin.
Nel 2014 Putin autorizza il sostegno militare alle forze filorusse nella regione ucraina della Crimea, dichiarando poi l’annessione del territorio a seguito di un referendum popolare non riconosciuto dalla comunità internazionale. Il 18 marzo del 2018, Vladimir Putin vince per la quarta volta le elezioni presidenziali con il 76,69% dei voti.
Il 1° luglio 2020 Vladimir Putin ha indetto un referendum costituzionale per approvare o respingere una legge che prevede, tra le altre cose, la rimozione del divieto di ricoprire la carica di presidente della Federazione per più di due mandati consecutivi. La legge è stata approvata con il 76,92% dei sì. Potenzialmente, questo permetterebbe a Putin di diventare presidente a vita.
Nel 2021 è riesplosa la crisi con l’Ucraina. A ottobre Putin ha approvato una grande mobilitazione di oltre 100mila soldati verso il confine. A dicembre la Russia ha avanzato per iscritto richieste di “garanzia di sicurezza” da parte della Nato, che includevano la promessa che l’Ucraina non si sarebbe unita all’Organizzazione e una generale riduzione delle truppe in Est Europa. Gli Usa e gli altri membri Nato hanno respinto queste richieste e avvertito il presidente russo che avrebbero adottato sanzioni economiche severe nel caso di un’invasione dell’Ucraina.
Dopo vari colloqui bilaterali fallimentari, il 21 febbraio 2022 Vladimir Putin ha firmato il decreto con cui la Russia riconosce le due repubbliche separatiste del Donbass. Contestualmente ha ordinato al ministero della Difesa russo di dispiegare forze armate “per assicurare la pace” nel Donbass, in seguito alla richiesta dei leader delle due entità filo-russe .
Nella notte tra il 23 e il 24 febbraio 2022 inizia l’invasione russa in Ucraina. Il presidente in un messaggio televisivo spiega di aver autorizzato “un’operazione speciale” in Ucraina per “smilitarizzare il Paese” e “proteggere il Donbass”. Poi sono state attaccate le città ucraine e il conflitto va avanti da allora, con la Russia che dopo i primi successi è stata costretta a ritirarsi da ampie zone occupate.
La guerra in Ucraina prosegue tutt’oggi, con la Russia di Putin sempre più isolata. Lui però, nel marzo del 2024, è stato riconfermato per un quinto mandato.