Prosegue il confronto tra Russia e Occidente sulla questione ucraina. A meno di un mese dall’ultimo vertice dei due leader mondiali, Vladimir Putin e Joe Biden hanno intrattenuto un nuovo colloquio telefonico, su invito del leader del Cremlino, che, secondo quanto riferito alla CNN da un funzionario anonimo della Casa Bianca, Biden non ha voluto declinare, poiché “crede che quando si tratta della Russia non c’è un’alternativa al dialogo diretto tra leader“. Il fulcro del colloquio sarebbe stato infatti la risposta diplomatica alle preoccupazioni scaturite dalla pressante presenza militare russa sul confine ucraino, a cui gli Stati Uniti stanno prestando molta attenzione, essendosi dichiarati pronti ad intervenire con immediate sanzioni contro Mosca nel caso di un’eventuale aggressione.
Sul fronte occidentale vi è un approccio multilaterale alla questione, che vede le potenze alleate schierate su una comune linea di azione: “L’amministrazione Biden continua l’impegno diplomatico con gli alleati e partner europei, consultandosi e coordinandosi su un approccio comune in risposta all’aumento della presenza militare russa al confine con l’Ucraina” ha sottolineato Emily Horne, portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale, nella nota diffusa dalla Casa Bianca. L’obiettivo della de-escalation perseguito dal pressing diplomatico delle forze dell’Alleanza Atlantica vede un’intensa calendarizzazione degli appuntamenti previsti per le prossime settimane: il 12 gennaio è in programma il Consiglio Nato-Russia e il giorno successivo si terrà l’incontro della Russia con l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce), che include anche gli Stati Uniti.
Cruciale sarà il risultato dei colloqui fissati per il prossimo 10 gennaio a Ginevra, in cui verrà trattato il tema delle “garanzie di sicurezza legalmente vincolanti”, richieste dalla Russia, sostanzialmente mirate ad arginare il rischio di un’ulteriore espansione della NATO verso est, che Putin ha definito “inaccettabile”.