Vladimir Putin minaccia l’uso di armi nucleari nella guerra tra Russia e Ucraina. Il messaggio è diretto a Kiev e a Volodymyr Zelensky, ma è evidentemente anche un avvertimento a Joe Biden e agli Stati Uniti, pilastro principale dell’alleanza che sostiene l’Ucraina nel conflitto arrivato a una fase cruciale dopo oltre 900 giorni mentre Zelensky è sbarcato a New York per illustrare il suo piano per la vittoria. Il presidente russo, nella riunione con il Consiglio di sicurezza sul tema della deterrenza nucleare, fa esplicito riferimento alla modifica della dottrina di Mosca. La Russia si riserva il diritto di utilizzare armi nucleari in caso di aggressione contro la Federazione Russa e la Bielorussia “anche nel caso in cui il nemico, utilizzando armi convenzionali, crei una minaccia critica alla nostra sovranità”. Il ricorso all’atomica, quindi, sarà un’opzione anche se “l’aggressione alla Russia” sarà compiuta “da parte di qualsiasi Stato non nucleare, ma con la partecipazione o il sostegno di uno Stato nucleare”: una simile azione sarà considerata “un attacco congiunto alla Federazione Russa”. Il riferimento nemmeno troppo velato è al ruolo degli Stati Uniti, potenza nucleare e partner numero 1 dell’Ucraina, come conferma il nuovo pacchetto da 375 milioni che Washington ha varato.
Il nuovo proclama non può ovviamente passare inosservato, ma non pare impressionare l’Ucraina. La prima risposta arriva da Andriy Yermak, capo dello staff del presidente Volodymyr Zelensky: “La Russia non ha più i mezzi per intimidire il mondo a parte il ricatto nucleare. Questi mezzi non funzioneranno”. Un paio di settimane fa è stato Bill Burns, capo della Cia, a ridimensionare le minacce nucleari di Putin. Il numero 1 dell’agenzia americana ha invitato ai Paesi occidentali a “non farsi intimorire dalle minacce nucleari della Russia. Non possiamo permetterci di farci intimidire da questo rumore di sciabole, dobbiamo esserne consapevoli”, ha detto. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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