“Siamo pronti a una guerra nucleare”. Nel giorno del 105mo anniversario della nascita del padre della patria Kim Il-sung, la Corea del Nord mette in guardia gli Stati Uniti a non compiere azioni provocatorie nella regione perché il Paese è pronto ad affrontare qualsiasi minaccia.
“Risponderemo a una guerra totale con una guerra totale, e siamo pronti a colpire con attacchi nucleari nel nostro stile ad eventuali attacchi nucleari“, ha detto Choe Ryong-hae, il secondo più potente ufficiale del regime.
Il compleanno di Kim Il-sung è conosciuto come la ’Giornata del Sole’ ed è la festa nazionale più importante della Corea del Nord. La televisione di Stato ha mostrato le immagini della grande parata militare nella capitale Pyongyang, dove hanno sfilato migliaia di soldati in marcia, carri armati e camion con a bordo lanciarazzi multipli e prototipi di missili intercontinentali.
In mostra per la prima volta anche quelli che sembrano essere dei missili balistici strategici suscettibili di essere lanciati da sottomarini e sviluppati per ospitare testate nucleari capaci di raggiungere obiettivi in tutto il mondo (FOTO).
Alla parata era presente anche il leader Kim Jong-un che è arrivato a bordo di una limousine nera, ha salutato la sua guardia d’onore e si è poi avviato lungo un tappeto rosso verso il podio per assistere alle celebrazioni.
Nordcorea, 10 anni di test nucleari
La probabilità che la Corea del Nord conduca un nuovo test missilistico in occasione dei prossimi festeggiamenti è molto alta. Ne è convinto l’ambasciatore russo a Pyongyang, Aleksandr Matsegora, che ha indicato in quella di oggi, giorno in cui si festeggia il compleanno di Kim Il-sung, e nel 25 aprile, quando si celebra l’85esimo anniversario della creazione dell’esercito, le date più probabili.
“Qualche tempo fa è stato effettuato il test di un nuovo motore a razzo e il leader nordcoreano Kim Jong-un ha annunciato che il mondo si renderà conto ben presto della grande importanza della creazione del nuovo propulsore di missili”, ha detto il diplomatico, per il quale “si può dire quasi con certezza che il regime sta per dimostrare i loro risultati”.
Secondo Matsegora è invece meno probabile che la Corea del Nord conduca un nuovo test nucleare, ma in ogni caso “non possiamo escluderlo”. In precedenza, era stato il capo del ministero giapponese degli Affari Esteri Fumio Kushida a suggerire che Pyongyang potesse condurre una serie di azioni nel mese di aprile.
“Ucciso a Mosul ministro della guerra dell’Is”
Il comandante in capo dello Stato islamico a Mosul, Gulmurod Khalimov, definito come il ’ministro della guerra jihadista’, è stato ucciso in un attacco aereo avvenuto la settimana scorsa nella parte occidentale della città, roccaforte del Califfato in Iraq. A riferirlo è il quotidiano inglese Times che cita una fonte militare irachena, ma la notizia deve essere ancora confermata.Originario del Tagikistan, Khalimov secondo la fonte è stato addestrato dalle forze speciali degli Stati Uniti quando era arruolato nelle forze armate regolari del suo Paese. A capo della difesa di Mosul e responsabile delle centinaia di autobombe usate contro le forze della coalizione, su di lui pendeva una taglia da 3 milioni di dollari.
Siria, autobomba contro bus tra civili in fuga: 100 morti
Sono almeno 100 le vittime dell’esplosione che ha colpito un convoglio di autobus, a ovest di Aleppo, dove viaggiavano centinaia di persone evacuate dai villaggi sciiti di Kefraya e al-Foua. E’ quanto hanno riferito i Caschi bianchi siriani, il corpo di volontari che opera nelle zone controllate dai ribelli. A provocare l’esplosione sarebbe stato un kamikaze a bordo di un’autobomba, ha riferito l’Osservatorio siriano per i diritti umani, nei pressi di un deposito dei bus sui quali gli sfollati attendevano di salire per essere trasferiti nelle aree governative.
I bus erano in attesa di entrare ad Aleppo nel quadro dell’accordo che prevede l’evacuazione di Kefraya e al-Foua, nel Rif di Idlib, in cambio di quella delle città di Zabadani e Madaya, nel Rif di Damasco, assediate dai miliziani di Hezbollah. Gli abitanti dei villaggi sciiti dovrebbero raggiungere Aleppo, mentre quelli di Zabadani e Madaya sono diretti nella provincia di Idlib, roccaforte dei ribelli.
In precedenza gli attivisti avevano reso noto che erano entrate in una fase di stallo le operazioni per l’evacuazione delle città di Zabadani e Madaya, nel Rif di Damasco, assediate dai miliziani di Hezbollah, in cambio di quella dei villaggi di Kefraya e al-Foua. I due convogli di bus, stando all’Osservatorio, erano rimasti bloccati alla periferia di Aleppo.