Traduci

Quando Internet diventa un lusso

Misurare il tasso di digital divide a livello globale per comprendere il grado di connessione alla banda larga dei Paesi del mondo. È quello che ha proposto e attuato l’Itu (International Telecommunication Union) con la costituzione di una Commissione Onu sulla banda larga la quale, in collaborazione con l’Unesco, ha misurato per l’appunto il digital divide a livello globale.

cms_2793/internet_1.jpeg

I dati parlano chiaro: a fronte di ben 121 Paesi nel mondo in cui si viaggia a gonfie vele verso la saturazione del mercato della connessione in Rete, incluso quello mobile, vi sono 48 Paesi meno ricchi dei precedenti in cui le persone connesse alla Rete sono solo il 10%. Sono dati che da soli sono sufficienti a scoraggiare qualsiasi possibilità di avere entro la fine di quest’anno, il 60% della popolazione mondiale connessa a Internet. L’obiettivo deve, causa forza maggiore, essere spostato più avanti, almeno di ulteriori sei anni. Restano comunque i numeri: entro la fine del 2015 ci saranno 3,2 miliardi di persone con accesso a Internet (contro i 2,9 miliardi dell’anno scorso). Ciò significa da una parte che la Rete rappresenta un lusso per quasi il 60% della popolazione mondiale, ovvero poco più di 4 miliardi di persone con una forza di penetrazione di Internet nei Paesi maggiormente sviluppati dell’82%, mentre d’altra parte significa che vi sono aree in via di sviluppo con appena il 34% della popolazione connessa.

cms_2793/Internet_2.jpg

Ma se dal punto di vista mondiale i dati non mostrano nessuna notizia per la quale stare allegri, anche in casa nostra le cifre portano ad alcune riflessioni sulla penetrazione di Internet e sullo stato delle connessioni. Il rapporto Akamai che misura lo stato della rete a livello mondiale e che riguarda dunque anche il nostro Paese, mostra le dolenti note della velocità di connessione in questo 2015 che seppur in crescita, ci vede comunque in 54esima posizione tra i Paesi al mondo. In termini di adozione della banda larga in Italia rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, le connessioni superiori ai 4 Mbps sono aumentate del 13%, raggiungendo un buon 70%. con un aumento però del solo 1,5%, un dato che pone il nostro Paese in posizioni non certo da primato.

cms_2793/Internet_3.jpg

Stiamo in conclusione assistendo in tema di nuove tecnologie, a una crescita impari tra le diverse nazioni, separate da un’immaginaria linea gotica rappresentata dall’assenza di connessioni alla Rete. Il digital divide, o divario digitale, riguarda non solo la disparità nell’uso di Internet tra i diversi Paesi del mondo, ma si estende anche a quelli che sono gli aspetti linguistici. Ad oggi sul web sono trasposte, in parti disomogenee, solo il 5% dei 7.100 idiomi esistenti, una percentuale che tende a escludere di fatto, fette consistenti di popolazioni. Per non parlare poi della questione legata al genere: nei Paesi in via di sviluppo, tra cui in particolar modo la fascia subsahariana, le donne si connettono molto meno rispetto agli uomini.

cms_2793/Internet_4.jpg

È opportuno da parte delle grandi multinazionali del web, come Facebook, Google e molti altri, implementare e sovvenzionare idee e progetti finalizzati a portare Internet in tutto il mondo, coprendo tutte quelle zone che ancora oggi restano isolate loro malgrado. La Rete è da considerarsi una risorsa al pari dell’acqua e del cibo, un mezzo vitale per la sopravvivenza di molte popolazioni che altrimenti continuerebbero a restare nel loro triste isolamento.

Data:

3 Ottobre 2015