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QUANTO CONTA IL GIUDIZIO DEGLI ALTRI NELLA VITA DI CIASCUNO?

Spesso le persone si vestono seguendo la moda, si comportano in modo convenzionale e si valutano secondo canoni generalizzati. A quanto pare, il resto del mondo ha un peso elevato nella vita dei singoli esseri umani. Un masso che spinge sul coppino e che limita la creatività di ogni soggetto. Chili di giudizi che costringono ad essere ciò che non si è. Eppure, nessuno punta una pistola alla testa obbligando a compiere determinate azioni o ad abbigliarsi in un certo modo.

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Nell’epoca dell’apparenza è necessario rendersi appetibili agli occhi degli altri. Apparire è importante nel mondo dell’era digitale. Bisogna scegliere accuratamente il proprio modo di agire e di essere in base a quello che più aggrada chi ci sta intorno. Ma questo rende felici? Assolutamente no. E’ possibile toccare il cielo nel momento in cui si raggiunge una consapevolezza interiore che supera i confini di ciò che, viene considerato dalla maggioranza, alla stregua di un comportamento normale, diffuso e comune. Non tutti si accorgono di questo grave ostacolo alla formazione personale. Però si nota. Per qualche tempo brucia dentro a modo di lava incandescente. E poi scoppia. Accade di essere sopraffatti dall’ira perché in alcune situazioni si vorrebbe procedere in un maniera e poi, invece, si sceglie la strada già battuta da altri. Proseguire con questa cattiva abitudine nella vita, urta profondamente anche la persona più pacifica. Ci si sente frustrati, sconfitti e incompleti. Non esiste niente che possa decidere al posto nostro. Il giudizio appartiene a chi lo emette. Non è parte di noi.

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Giudicare significa attribuire un’etichetta a qualcuno. Vuol dire affibbiare qualcosa che non è di colui che subisce il giudizio bensì di chi lo emana. Semplicemente perché pur vivendo nella stessa società, nella stessa città e nello stesso palazzo, ognuno ha vissuto esperienze proprie e diverse. Non è immaginabile conformare la diversità. Non è ragionevole appiattire le differenze. Giusto è valorizzare l’unicità. I colori che compongono l’arcobaleno sono nel contempo differenti e straordinari. Per cui, ci si dovrebbe svegliare con l’idea che una giornata è composta da ventiquattro ore da utilizzare facendo riferimento a se stessi. Rispettandosi profondamente. Amandosi per la bellezza che naviga nel mare recondito di ognuno. Partire con il presupposto che la vita è di coloro che scelgono quotidianamente di viverla liberi dal giudizio degli altri. Entusiamo, passione e amore sono amici della libertà. Siamo fatti per brillare e ciascuno ha un percorso personale da seguire per trovare la propria luce.

Data:

5 Settembre 2015