Se il lavoro lo si trova senza impedimenti, allora, ogni cosa scorre e tutto va bene! Persino quando piove a nessun lavoratore viene più in mente il detto popolare: ”Piove … Governo ladro!”. Oggi, nel momento di massima ristrettezza economica una domanda nasce e fiorisce su tutte le bocche degli Italiani: ”quanto ci costano i vari gruppi parlamentari?”.
Ogni cittadino ha ipotizzato cifre su cifre con commenti, quotidiani, irripetibili ed irriferibili. Poi improvvisamente la Camera dei Deputati, per la prima volta nella storia della Repubblica Italiana, ha deciso di rendicontare le spese delle rappresentanze partitiche presenti a Montecitorio. E i documenti forniti, hanno rivelato all’intero Popolo Italiano diversi numeri interessanti. I gruppi parlamentari del ramo basso del Parlamento ricevono da Montecitorio 32 milioni all’anno. Dopo la riforma introdotta alla fine della scorsa legislatura infatti i gruppi sono tenuti a rendicontare le loro spese per sottoporli alla certificazione di una società esterna.
Poi i bilanci vengono sottoposti al vaglio dei Questori della Camera stessa per essere ulteriormente controllati e approvati. Entriamo nei particolari. Il Pd (Partito Democratico) ha incassato la fetta più consistente, ma è riuscito a registrare un avanzo consistente nonostante le alte spese sostenute per personale e attività di comunicazione. Il Movimento 5 stelle è il più modesto mentre FI (Forza Italia) quasi esaurisce l’intero assegno ricevuto da Montecitorio.
Il gruppo parlamentare del PD nel 2013 ha iscritto 11,4 milioni a conto economico come contributo della Camera dei Deputati, che è proporzionale alla consistenza dei gruppi stessi, ai quali si sommano 1,6 milioni di «altri proventi». Questi sono in massima parte un’eredità di residui attivi lasciati dai liquidatori del gruppo della XVI legislatura, quella del Governo Letta. A fronte di queste voci d’incasso, i democratici hanno speso poco meno di 9 milioni, dei quali 7,9 fanno riferimento ai costi per il personale: ben 124 dipendenti per 293 parlamentari eletti.
Molto ampio, invece, l’avanzo registrato dal M5s, che a fronte di un contributo ricevuto di 3,8 milioni è riuscito a contenere le spese e registrare un attivo di 1,75 milioni. La parte del leone o magna pars tra i costi è stata fatta dal personale, che assorbe 1,55 milioni (32 dipendenti, un quarto del Pd, per 109 deputati, più di un terzo dei democratici), mentre le spese per l’acquisto di beni e servizi sono state veramente molto contenute.
Discorso opposto per FI (Forza Italia), che ha ricevuto un contributo simile a quello dei grillini ma ha registrato un avanzo limitato a 175mila euro. Il gruppo ha registrato un’incidenza altissima del costo per il personale dipendente (81,75% di incidenza delle spese per ben 2,88 milioni), mentre ai servizi sono andati 167 mila euro, la maggior parte dei quali finiti in sondaggi.
Guardando infine gli altri gruppi Sel ha registrato un avanzo per 151 mila euro su un contributo di 1,44 milioni, Scelta civica di 580 mila euro su 1,82 milioni, la Lega 364 mila su 804 mila e Fratelli d’Italia 119 mila su 362 mila euro. Ma dai documenti forniti da Montecitorio non sono emerse solo le spese ma anche gli aspetti virtuosi e lodevoli dei conti. Nel biennio 2013-2014 la Camera ha complessivamente fatto risparmiare allo Stato 138,3 milioni di euro: 100 milioni da una riduzione di 50 milioni all’anno della dotazione, cui vanno aggiunti 10 milioni di risparmi nel 2013 e 28,3 per il 2014, in virtù dei tagli chiesti dal governo agli organi costituzionali con il decreto Irpef. Fino al 2016, inoltre, viene prorogato il congelamento, in attesa di tempi migliori, di indennità, diaria e contributo per le spese legate all’esercizio del mandato parlamentare per i Deputati, inizialmente previsto fino al 2015. Nel 2016 vi sarà un nuovo risparmio. Ai dipendenti ed ex dipendenti di Montecitorio non verranno restituite le somme dovute per il mancato adeguamento automatico di pensioni e stipendi. In totale la Camera dei Deputati dovrebbe registrare per il 2014 una spesa da 1 miliardo e 37.209 milioni, l’1,68 per cento in meno rispetto all’anno precedente. Per quanto riguarda gli onerosi affitti invece la Camera nel corso del 2014 ha già preventivato costi per 26 milioni e 155 mila euro. L’affitto di uffici assorbe 24 milioni e 830 mila euro, di depositi un milione e 210 mila euro, a queste somme si aggiungono 115 mila di «oneri accessori». Le spese di manutenzione ordinaria di fabbricati, impianti e attrezzature ammontano a 13 milioni e 10 mila euro. Se i nostri governanti, sia pure a piccoli passi, hanno scelto la via del piccolo risparmio quando si accorgeranno definitivamente che sulle tavole degli italiani sta mancando persino il pane?