Davvero un’altra brutta partita, quella giocata a Murrayfield dagli Azzurri nel quinto e ultimo turno del Guinnes Six Nations. Eppure i primi dieci minuti, e la meta di carattere di Bigi, ci avevano quasi fatto vedere quella luce in fondo a un tunnel da cui l’Italrugby non riesce a venirne fuori da circa sei anni. La vittoria di un match nel Sei Nazioni, infatti, ci manca dal 2015 e, guarda caso, è quella conseguita a Edimburgo contro gli scozzesi con il punteggio di 19-22. Commentare una sfida del XV italiano, devo essere sincero, negli ultimi tempi è diventato qualcosa di molto imbarazzante. Sul terreno di gioco c’è sempre solo una squadra: quella avversaria. I nostri ragazzi sembrano solo semplici comparse e non possiamo, sicuramente, recriminare neanche il fatto di avere giocatori al di sopra della media indisponibili per infortunio o come Minozzi (Wasps Rugby) che, addirittura, si è concesso il lusso di rifiutare la convocazione. La questione, pertanto, non è di mancanza di uomini chiave. È giusto puntare sui giovani; ma se questi fanno parte di compagini (Benetton-Zebre) non abituate a vincere, il loro approccio in nazionale è di scarso valore. Il match con la Scozia, per la cronaca, è stato segnato, ancora una volta, dalla mancanza dei fondamentali del rugby: placcaggi sbagliati, errori nelle mischie ordinate, touche non contestate e falli stupidi da cartellino (sono tre quelli totalizzati in 80’ di gioco). Senza poi dimenticare la percentuale di possesso dell’ovale molto bassa dipesa da quella concentrazione che solo l’esperienza ti può dare.
Qui è tutto da rifare! Bisogna ricostruire un movimento che ha perso spessore nell’ultimo decennio. E per farlo, secondo il mio punto di vista, è necessario partire da zero tirandoci fuori da un Torneo che ci vede come il principe ranocchio di una favola alla quale non crediamo più. Il cambio di guardia al vertice federale di pochi giorni fa, ha annunciato di voler rivoluzionare un trend gestionale negativo concentrato su Accademia Franfescato e franchigie; ma la strada è tutta in salita. Dopo il match di ieri, si è concluso il percorso Azzurro in questa edizione del Guinness Six Nations. Il passivo è pesante: circa 40 la media di punti incassati a partita, solo 6 le mete segnate e nessun punto (neanche bonus) conquistato. Arrivederci ai test match estivo/autunnali e che il “dio della palla ovale ce la mandi buona”.
SINTESI DELLA PARTITA
Italia gioca bene tiene lovale e spinge gli scozzesi nei 22; Garbisi in touche, mall e Bigi va in meta al 7’; Garbisi trasforma per il parziale di 0-7.
Pochi minuti dopo i padroni di casa ci restituiscono il favore: touche di Hogg, mall e meta di Cherry; Hogg non trasforma. (5-7)
Azione prolungata della Scozia che affonda senza trovare ostacoli andando in meta con Merwe; Hogg trasforma per il 12-7.
L’Italia al 15’ reagisce e si porta subito nei 22 scozzesi e conquistando un calcio che Garbisi realizza: 12-10.
Al 19’ Mori prende un giallo per placcaggio di un uomo senza ovale.
E al 20’, arriva la prima meta scozzese in superiorità numerica con Grahm; Hogg sbaglia ma il punteggio è di 17-10.
Al 25’Scozia attacca e l’Italia regge, ma mancano ancora 3’ per il rientro di Mori.
Al 27’ Jones va in meta e Hogg trasforma (24-10); nel frattempo torna l’equilibrio numerico in campo.
La Scozia quando avanza fa troppa strada. La linea difensiva Azzurra non riesce a fermarli.
Al 33’ gli uomini di Smith riescono a venir fuori da una situazione pericolosi nei 5 metri dalla linea di meta, prendendo un calcio che Garbisi manda in touche nella tre quarti avversari.
Finiamo il primo tempo in attacco, ma con un errore dopo la mall, nei 22, creata dalla touche di Garbisi.
Disciplina, difficoltà nei punti di incontro (il 25% di placcaggi sbagliati) e ancora un giallo, rendono complicata la situazione del XV italiano. Gli scozzesi, trovando poca pressione in difesa e con il maggior possesso dell’ovale, sta giocando sul velluto.
Riprende il secondo tempo con il calcio sbagliato di Garbisi; mischia a metà campo con l’introduzione scozzese e calcio a favore, perché il nostro pacchetto non riesce a reggere.
Dopo 2’ i padroni di casa giocano nei nostri 22.
Al 44’ calcio per la Scozia, touche e mall: Cherry segna la sua seconda meta e Hogg centra i pali (31-10).
Trascorsi dieci minuti l’Italia è molto in difficoltà, si difende fallosamente e Negri prende un giallo.
Mischia ordinata per la Scozia sulla linea dei 5 metri: meta di Still al 38’ e trasformazione di Hogg (38-10).
Al 60’ Ioane placca male Hogg e si prende un cartellino giallo.
Adesso è durissima e il parziale a favore degli Scozzesi potrebbe aumentare ancora.
Al 65’ il punteggio diventa 45-10: meta di Johnson e trasformazione di Hogg.
Italia in attacco, Scozia ruba e trova un varco per Merwe che al 71’ segna la seconda meta personale; Hogg trasforma e sono 52-10.
Finisce con la Scozia che controlla i deboli tentativi italiani di entrare nei 22.
La seconda frazione è peggio della prima: errori, falli, gialli e un parziale di quasi 50 punti a fine partita.
(Foto courtesy Guinness Six Nations)