Il ministro degli Esteri canadese Melanie Joly si recherà in visita a Kiev la prossima settimana per riaffermare il sostegno alla sovranità ucraina e rafforzare gli sforzi per scoraggiare le “azioni aggressive” della Russia, ha affermato Ottawa sabato scorso. Mosca ha di stanza più di 100.000 soldati vicino al confine con l’Ucraina e gli Stati Uniti hanno affermato venerdì di temere che la Russia stesse preparando un pretesto per invadere se la diplomazia non fosse riuscita a raggiungere i suoi obiettivi.
In Canada si trova una considerevole fetta della diaspora ucraina con idee filo-occidentali, politicamente tanto influente da richiedere a gran voce al proprio governo linea dura nei confronti del Cremlino dopo l’annessione della Crimea nel 2014. Secondo la Joly l’aggregazione di truppe e attrezzature russe intorno ai confini dell’Ucraina e in particolare all’interno dell’area annessa dalla Russia mette a repentaglio la sicurezza nell’intera regione; tali azioni devono essere pertanto ritenute aggressive. Il ministro ha dichiarato nella medesima nota che il Canada lavorerà con i suoi partner internazionali per sostenere l’ordine internazionale basato sulle regole.
Nel suo prossimo viaggio il ministro incontrerà il suo omologo ucraino Denys Shmygal e si recherà nella parte ovest del paese per far visita ad una base di addestramento canadese di 200 persone che si trova nell’area dal 2015. Incontrerà anche il Segretario generale della NATO Jens Stoltenberg a Bruxelles.
Venerdì scorso il viceministro degli Esteri canadese Marta Morgan e il vicesegretario di Stato americano Wendy R. Sherman hanno avuto un incontro in cui si sono impegnati a proseguire uno stretto coordinamento volto a scoraggiare ulteriori aggressioni russe contro l’Ucraina e hanno chiesto lo stop dell’escalation russa.
Il primo ministro canadese Justin Trudeau aveva parlato martedì scorso direttamente con il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy rassicurandolo che “qualsiasi incursione militare in Ucraina avrebbe gravi conseguenze, comprese sanzioni coordinate“. Il Canada ha già imposto misure punitive a più di 440 persone ed enti per l’annessione della Crimea.
Sempre venerdì 14 gennaio fonti statunitensi hanno affermato di temere che la Russia stesse preparando un pretesto per invadere l’Ucraina se la diplomazia non fosse riuscita a raggiungere i suoi obiettivi di alleggerimento della tensione nell’area. Tali timori provenivano da un massiccio attacco informatico ha colpito i siti web del governo ucraino.
L’attacco informatico – che secondo il servizio di sicurezza statale di Kiev avrebbe mostrato segni di coinvolgimento russo – si è svolto poche ore dopo la conclusione dei colloqui di sicurezza giovedì senza alcuna svolta tra Mosca e i paesi occidentali.
Andriy Yermak, capo dello staff del Presidente Ucraino ed ex produttore cinematografico, ha riferito la proposta di Zelenskiy di un incontro a tre con i leader di Russia e Stati Uniti, perché sarebbe in gioco l’esistenza stessa del paese.
La parte statunitense sarebbe, inoltre, in possesso di informazioni che indicherebbero che la Russia abbia già posizionato un gruppo di agenti per condurre “un’operazione sotto falsa bandiera” nell’Ucraina orientale. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha respinto tali rapporti in quanto basati su informazioni “infondate“, come ha riferito l’agenzia di stampa TASS.
La Russia nega di avere piani per attaccare l’Ucraina, ma afferma che potrebbe intraprendere un’azione militare non specificata se le sue richieste non saranno soddisfatte. In particolare, la Russia vede come minaccia alla propria sicurezza la possibile entrata di Kiev nella NATO e chiede pertanto che all’Ucraina sia impedita l’entrata nell’alleanza atlantica.