Traduci

Raid omofobo devasta una scuola popolare di Milano

Muri violentati da scritte omofobe, banchi rovesciati, matite colorate scagliate sui pavimenti della Scuola di Cultura Popolare di Milano, alla vigilia della ripresa delle attività. A denunciare il fatto, tra gli altri, è stato Fabio Galesi, ex consigliere comunale del capoluogo lombardo, che con un post su Facebook ha parlato di assalto fascista alla Scuola di via Bramantino. I progetti del collettivo che si occupa della Scuola, attraverso attività di sostengo per ragazzi della periferia Nord di Milano e programmi di integrazione per migranti, sono stati messi brutalmente sotto attacco. Dopo l’intervento delle forze dell’ordine, una dozzina di bambini insieme alle proprie mamme, con scope, stracci e sorrisi, ha aiutato a cancellare l’intolleranza e le devastanti tracce dell’assalto nelle aule dell’edificio, attacco definito da Galesi: “Un gesto ignobile e allarmante che tutte le forze Democratiche del Paese devono condannare”.

cms_10274/000.jpg

Sui muri tinteggiano anche disegni osceni, svastiche e scritte di vernice rossa pro Salvini: “La scuola di cultura popolare ha subito un assalto intimidatorio di vigliacchi fascisti”- scrive l’assessore alla Cultura del Comune di Milano, Filippo del Corno, condannando le azioni dei vandali – “Hanno lasciato firme anonime, perché sono vigliacchi, ma politicamente perfettamente identificabili”, -continua- “Questo è il risultato delle politiche di ordine pubblico del Ministro dell’Interno Salvini, a cui, riconoscenti, questi criminali inneggiano”. La matrice omofoba del gesto dei vandali è messa in risalto da insulti sgrammaticati lanciati contro gli omosessuali e da disegni di genitali maschili che spiccano sulle bianche pareti delle aule. In poco tempo l’accaduto è stato commentato anche dal portavoce dall’associazione arcobaleno, attivista e antifascista, “I Sentinelli di Milano”, Luca Paladini, con le sue parole: “Ormai è un assalto al giorno. Ormai è sdoganato tutto. Tutto”.

Data:

17 Settembre 2018