L’orrore del Rancho Izaguirre non deve essere dimenticato. In Città del Messico, così come in diversi altri capoluoghi del paese, sono state organizzate manifestazioni in ricordo delle vittime del Rancho Izaguirre, fattoria nella città di Teuchitlán, regione di Jalisco, nel Messico Occidentale, nella quale sono state barbaramente uccise decine, forse centinaia di persone. Il luogo è stato rinominato da qualcuno come l’Auschwitz del Messico.
In quel posto, sito in una zona saldamente in mano all’omonimo cartello dei “Jalisco-Nuova Generazione”, a settembre dello scorso anno la polizia aveva compiuto un’azione contro i narcos, perquisendo il ranch. Una decina di narcotrafficanti che si trovavano all’interno sono stati arrestati, sono state liberate due persone sequestrate ed è stato rinvenuto il cadavere di un uomo.
Diversi mesi dopo l’operazione, l’associazione “Guerreros Buscadores de Jalisco” (“Guerrieri Ricercatori di Jalisco”), nata per cercare i numerosi “desaparecidos” che ogni anno scompaiono in una delle regioni più colpite dal crimine organizzato, ha fatto una macabra scoperta.
Sollecitati anche da numerose segnalazioni anonime che invitavano a indagare in quel sito, hanno iniziato le ricerche, scavando, rinvenendo così frammenti di persone uccise. Ossa, resti di uomini bruciati, scarpe, vestiti, valigie, una moltitudine di effetti personali che lasciano pensare alla trucidazione di decine di persone, probabilmente centinaia. La Procura ha aperto un fascicolo, partendo proprio dai ritrovamenti degli attivisti e tutti questi beni personali, inventariati dagli inquirenti, sono stati pubblicati in rete per consentire un riconoscimento da parte di familiari.
L’ipotesi più accreditata al momento è che quella fattoria fosse un centro di reclutamento e addestramento per nuove leve criminali destinate al fiorente mercato del narcotraffico. Di conseguenza, i “disertori” o coloro ritenuti inadatti a una vita criminale violenta potrebbero essere stati giustiziati sul posto, con i loro corpi bruciati per eliminare ogni traccia.
Una delle tante segnalazioni anonime ha riferito ai membri dell’associazione come da lì fossero passate fino a 280 persone. Per questo motivo, il sito è al momento ritenuto un campo di “addestramento e sterminio”. I vescovi della Conferenza Episcopale del Paese, che sono intervenuti sulla vicenda con un comunicato stampa, hanno definito il campo “una delle più crudeli espressioni del male”.
Nella piazza principale della capitale Città del Messico sono state posate diverse paia di scarpe, ciascuna con una candela accanto, oltre a centinaia di vestiti, come maglioni, pantaloni, zaini, biancheria intima. Uno scenario triste e macabro, costellato di cartelli contro il governo e il presidente Claudia Scheinbaum, colpevole di non aver accolto “le aspettative delle vittime”, mostrando indifferenza anche nei confronti delle associazioni promotrici di queste manifestazioni, che dedicano ogni giorno della loro vita alla ricerca delle persone scomparse. Gli stessi “Guerriglieri di Jalisco” denunciano la mancata partecipazione alle indagini aperte dalla procura locale, proprio a seguito dei loro rinvenimenti dello scorso 5 marzo, giudicando l’episodio umanamente “inammissibile”.
Dietro questa vicenda, che rappresenta una delle pagine più tristi della storia del Messico e che testimonia la crudeltà sine limite dei narcos, ci sono tanti genitori che cercano i propri figli o i propri parenti scomparsi.
Raul Servin Galvan, uno degli attivisti che ha scoperto l’orrore del Rancho Izaguirre, ha 53 anni e sta ancora cercando suo figlio, scomparso nel 2018. Spinto dal dolore e dalla speranza di trovare qualche indizio in quel luogo, continua la sua ricerca. Come tanti altri che non smettono di sperare, dedica ogni giorno della sua vita a questo scopo, pur sapendo che questa perseveranza porta con sé “impatto, dolore, tristezza”, perché ogni nuovo cadavere potrebbe essere quello di un proprio caro.
Nello Stato di Jalisco, le sparizioni sono in aumento. Negli ultimi sei anni sono state denunciate oltre 18.000 scomparse, rendendolo la regione con il più alto numero di persone scomparse in Messico. Con la pressione costante delle bande criminali che soffocano la vita quotidiana, il timore che queste persone siano state uccise diventa una realtà sempre più concreta.
(Interno foto copertina: vestiario ritrovato sul luogo, credits: GBJ/Bbc)