“Il primo gennaio 2021 è una data molto ambiziosa per l’inizio del Recovery Instrument”, ha detto la vicepresidente della Commissione, Vera Jourova, in videoconferenza stampa a Bruxelles, al termine del dibattito orientativo tenuto sull’argomento nel collegio dei commissari.
Il Recovery Fund è il quarto pilastro (insieme a Sure, Bei e Mes) del pacchetto di misure che l’Unione Europea metterà in atto per la ricostruzione post-Coronavirus. L’Italia ha giocato un ruolo decisivo nell’approvazione di esso, in quanto il nostro Paese voleva fortemente una valida alternativa al Mes, malvisto dalla pubblica opinione. Il Presidente Conte ha fallito nell’obiettivo di far approvare i cosiddetti “Coronabond”, ma ha ottenuto questo Recovery Fund, proposto dalla Francia, che lui stesso definì “un passo importante”. Il fondo sarà legato all’Mff, il bilancio pluriennale UE 2021-27.
Come spiegato anche da Ursula Von der Leyen, però, “adottare il nuovo Mff è un processo molto impegnativo”.
In ogni caso, una proposta definitiva della commissione riguardo il Recovery Fund è prevista per la metà di questo maggio.
Il processo è molto impegnativo, ci sono molti esponenti con cui parlare, moltissimi documenti da firmare e, probabilmente, ci sarà anche qualcuno da scontentare. Quest’ultima cosa, però, non sarà semplice, in quanto, per l’ennesima volta, il principio dell’unanimità utilizzato in Europa si sta dimostrando macchinoso, inefficiente, spesso persino paralizzante. Di fronte all’allarme ormai da tempo lanciato da una gran parte degli Stati comunitari, l’ostruzionismo egoistico di pochi sta avendo la meglio sulla solidarietà voluta da molti.
A capo di quei “pochi” c’è il premier olandese, Mark Rutte, che, dopo aver rallentato le trattative per le misure di emergenza e di fatto anche sabotato le stesse, è di nuovo riuscito a far parlare di sé in negativo, grazie ad un video circolato su Twitter dove un netturbino lo incalza: “Non dare soldi all’Italia”. Al che, il Presidente olandese alza il pollice, ride, e rassicura l’uomo: “No, no, no. Me lo ricorderò”. Un atteggiamento più che discutibile, in una situazione drammatica: cosa avrebbero pensato di noi all’estero se un politico italiano (figuriamoci il Presidente…) si fosse permesso di avere questo atteggiamento nei confronti di un Paese amico?