La riforma dell’accesso ai corsi di laurea magistrale in Medicina e chirurgia rappresenta, secondo il ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, una vera e propria “rivoluzione copernicana, un salto quantico irrimandabile”. È questo l’impegno dichiarato dalla ministra alla Camera, in occasione dell’approvazione definitiva del disegno di legge delega che ridefinisce le modalità di ingresso ai corsi di laurea in Medicina, Odontoiatria e protesi dentaria e Medicina veterinaria. Un cambiamento che si vuole implementare già a partire dall’anno accademico 2025-2026.
L’Addio al Numero Chiuso
Il cuore della riforma è l’abolizione del tradizionale test d’ingresso, spesso considerato discriminatorio. Al suo posto, un nuovo modello basato su un semestre-filtro, accessibile a tutti gli aspiranti medici e professionisti sanitari. Durante questo primo semestre, gli studenti dovranno affrontare esami caratterizzanti, la cui valutazione definirà una graduatoria per accedere al secondo semestre e proseguire gli studi in Medicina. Chi non risulterà idoneo potrà comunque utilizzare i crediti ottenuti per intraprendere percorsi alternativi universitari.
Questa soluzione mira a garantire maggiore equità e trasparenza, consentendo una selezione basata sulle competenze dimostrate dagli studenti e offrendo loro una seconda possibilità, riducendo l’ansia e la pressione legate al test d’ingresso.
Obiettivi della Riforma
L’obiettivo principale del Ministero dell’Università e della Ricerca (Mur) è “la riorganizzazione del sistema delle professioni medico-sanitarie in un’ottica di sostenibilità”, sia per gli atenei che per il Servizio sanitario nazionale (Ssn). La riforma prevede di offrire agli studenti percorsi di orientamento già durante gli anni di scuola secondaria, promuovendo una formazione mirata per prepararli adeguatamente all’ingresso in facoltà.
Questo approccio intende assicurare pari opportunità di accesso e una selezione meritocratica, consentendo agli studenti più motivati e preparati di accedere ai corsi di laurea in Medicina e discipline affini.
Un Sistema Programmato su Misura
A partire dal secondo semestre, l’accesso sarà regolato in base al fabbisogno del Servizio sanitario nazionale e alla capacità formativa degli atenei, al fine di mantenere alta la qualità della formazione in ambito medico-sanitario. Il numero di posti disponibili per i corsi di laurea in Medicina è stato già aumentato negli ultimi anni, con l’obiettivo di incrementarlo di ulteriori 30.000 unità nei prossimi sette anni, per rispondere alla crescente necessità di personale sanitario qualificato.
Standardizzazione e Omogeneità a Livello Nazionale
Per garantire coerenza e uniformità, il nuovo modello di semestre-filtro prevede modalità di erogazione della didattica e di valutazione degli esami standardizzate e omogenee a livello nazionale. Gli esami del primo semestre saranno coordinati in collaborazione con la comunità accademica delle Scienze della salute e il Consiglio universitario nazionale (Cun), assicurando così criteri di valutazione equi e condivisi.
Inoltre, le discipline qualificanti comuni e le classi di laurea per i percorsi alternativi saranno definite valorizzando obiettivi culturali e formativi condivisi, promuovendo una solida base interdisciplinare per tutte le figure professionali del settore biomedico.
Organizzazione e Scelta della Sede
Per gli studenti che supereranno il semestre-filtro ma non saranno ammessi all’ateneo prescelto, la scelta della sede per continuare il percorso in Medicina si baserà su una graduatoria nazionale di merito. Altri fattori determinanti saranno la disponibilità di posti nelle università, le preferenze espresse dallo studente e criteri di residenzialità. Anche per i percorsi alternativi, simili principi guideranno l’assegnazione delle sedi.
Una Visione per il Futuro
La riforma rappresenta un passo fondamentale verso un sistema formativo più inclusivo e flessibile, in grado di rispondere meglio alle esigenze del sistema sanitario nazionale e delle aspirazioni dei giovani. L’introduzione di percorsi di orientamento nelle scuole, l’abolizione del test d’ingresso e la possibilità di utilizzo dei crediti universitari in altri ambiti garantiscono una formazione più dinamica e versatile, valorizzando il talento e la dedizione degli studenti.
La trasformazione dell’accesso a Medicina non è solo un cambiamento strutturale, ma un impegno per il futuro della sanità e dell’istruzione in Italia. “Vogliamo creare un sistema che premi la meritocrazia, offra pari opportunità e risponda ai fabbisogni reali del Paese,” ha concluso il ministro Bernini. Questo nuovo approccio potrebbe diventare un modello di riferimento per altre nazioni, dimostrando come un’istruzione innovativa e inclusiva possa contribuire a costruire una società più giusta e competente.