“Fin dal titolo, l’ultima raccolta poetica di Stefano Vitale si pone nel segno dell’antitesi, della ricerca di controllo e misura in un universo circostante dominato dal disequilibrio. Eppure l’instabilità evocata dall’ubriachezza non è del tutto portatrice di significati negativi: essa è certamente dismisura, eccesso, mancanza di moderazione, ma ha anche qualcosa da spartire con il rifiuto di scenari affrettati e fittizi, a favore di uno spazio di sincerità in cui vadano riducendosi le distanze e le falsità reciproche, di un riconoscimento più autentico di sé negli altri.La ricerca poetica di Vitale muove da questo bisogno di schiettezza che prescinde da una ricerca del bello fine a se stesso, la lezione eteronoma di tanta poesia novecentesca è forse la prima pietra posta dall’autore a fondare il suo edificio.
Di fronte al garbuglio del mondo, il soggetto sta perlopiù immobile, al buio, in silenzio: l’attesa, l’osservazione di chi non giudica, non condanna, non assolve è la forma mentis di questo autore che parte sempre dalla nudità delle cose e mantiene la posizione della giusta distanza.” Così Chiara Fenoglio recensiva Stefano Vitale e il suo libro La saggezza degli ubriachi (La Vita Felice, Milano 2017) nella rubrica Lo Scaffale di Poesia della nostra rivista (n. 352, ottobre 2019).Per conoscere meglio Stefano Vitale ci avvaliamo del sito https://site.unibo.it/atlante-poeti/it/poeti-nord-ovest/stefano-vitale, che ci sembra il più aggiornato fra quelli da noi consultati.
Stefano Vitale (1958), nato a Palermo, vive a Torino.
Nel 2003 ha pubblicato (con Bertrand Chavaroche e Andy Kraft) la plaquette Double Face (Ed. Palais d’Hiver, Gradingnan, Francia; nel 2005 Viaggio in Sicilia (Libro Italiano, Ragusa), Semplici Esseri (Manni Editore, Lecce). Per le Edizione Joker ha pubblicato Le stagioni dell’istante (Prefazione di Mauro Ferrari, 2005) e La traversata della notte (Prefazione di Giorgio Luzzi). Nel 2012 viene pubblicato Il retro delle cose per puntoacapo Edizioni (Prefazione di Gabriella Sica); nel 2013 per PaolaGribaudoEditore esce la raccolta di poesie Angeli con illustrazioni di Albertina Bollati. Nel 2015 ha curato (con Maria Antonietta Maccioccu) la raccolta di poesie Mal’amore no edito da SeNonOraQuando?. Per la mostra del pittore Ezio Gribaudo La figura a nudo, viene pubblicata una silloge di 24 poesie (in mostra e sul catalogo). Nel 2017 viene pubblicata presso l’editore La Vita Felice la raccolta La saggezza degli ubriachi e nel 2019 Incerto confine (con illustrazioni di Albertina Bollati) per PaolaGribaudo Editore. Nel 2022 viene pubblicata la sua raccolta Si resta sempre altrove (puntoacapo edizioni). Le sue poesie, oltre a ricevere riconoscimenti in numerosi premi, sono pubblicate in numerose riviste e antologie. Sue poesie tratte da “La saggezza degli ubriachi” e da “Incerto confine” sono tradotte in inglese sul “Journal of Italian Translation” (2019 e 2020) e sul sito Italian Poetry (2018) diretto da Paolo Ruffilli. Appassionato esperto di musica (è Direttore Artistico dell’Ass.ne Amici Orchestra Sinfonica Nazionale Rai) e critico letterario scrive sul www.ilgiornalaccio.net occupandosi delle rubriche critiche dei libri di letteratura, cura la rubrica critica “Avvistamenti musicali” e quella dedicata alla poesia “Oggetti smarriti”. È stato per diversi anni giurato al Concorso Gozzano nella sezione “silloge inedita”. È giornalista pubblicista e ha condotto laboratori di ricerca poetica, mentre, professionalmente, è responsabile dei Servizi Educativi Territoriali per Minori in cooperativa sociale. È anche Direttore Artistico degli Amici dell’Orchestra Sinfonica della RAI. La «scrittura sorvegliata, mai strepitante, l’attenzione alla forma, il dialogo con la tradizione» (U. Fiori) hanno sempre consentito a Stefano Vitale una resa ottimale della sua intima, ma feroce, intensa e inesausta indagine sul mondo, sulle cose, sulla vicenda umana. Lo sguardo e i sensi, mai disgiunti dalla lucida riflessione e da una pensosa rielaborazione, hanno saputo abbracciare, nella sua ormai ampia opera, scenari mobili, al centro dei quali, è fondamento il serio impegno per una parola profonda e dalla significazione solida (www.larecherche.it). Leggiamo dunque una poesia di questo autore che – ne siamo certi – farà ancor molto parlare di sé.
Compensazione
Bello pensare che siamo di più
di quel che perdiamo,
di più di quel che per caso incontriamo.
Il silenzio talvolta protegge
altre volte la gioia ci sfugge
inseguendo ombre di nebbia
Nell’oscillare di fragili fili
sta il riposo che ancòra cerchiamo
riparo d’errore, ritaglio di luce.
Così si riparte da zero
più allegri e distratti e non importa
se l’ultimo tram è appena passato.