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RILEGGENDO POESIA – EDOARDO SANGUINETI

Edoardo Sanguineti è nome che non avrebbe bisogno di presentazioni, a meno che – fra i nostri lettori – ci sia anche uno sparuto gruppo di giovanissimi: loro sarebbero giustificati se non avessero mai sentito parlare di Sanguineti, gli altri no.

Nato nel 1930 a Genova e scomparso nel 2010,poetq,scrittore,drammaturgo, critico letterario, traduttore, accademico, saggista e politico italiano, fece parte del Gruppo ‘63.

cms_30459/poesia.jpgSilvio Ramat ne parlava nell’estate di quello stesso anno (n. 251), con un articolo intitolato Per Sanguineti. Dopo i primi anni trascorsi a Genova, già nel 1934, il padre trasferì la famiglia a Torino, dove venne assunto come cassiere-contabile presso la tipografia Doyen e Marchisio: la banca presso cui lavorava a Genova era gestita da antifascisti e cominciava a tirare una brutta aria.

Gli anni dell’infanzia e della prima adolescenza torinese furono condizionati da una diagnosi – rivelatasi poi errata – di grave dilatazione cardiaca con prognosi mortale, che costò al giovanissimo Edoardo un forzato isolamento dallo stile di vita dei coetanei, oltre che la rinuncia a dedicarsi alla passione per la danza, come ricordò sempre con rimpianto. Per recuperare una condizione fisica accettabile dovette praticare diversi sport. A Torino trovò un punto di riferimento nello zio Luigi Cocchi, musicista e musicologo, che aveva conosciuto in gioventù Antonio Gramsci e Piero Gobetti, mentre un’iniziazione al jazz gli venne dal cugino Angelo Cervetto durante le vacanze estive trascorse a Bordighera. Nel 1946 si iscrisse al liceo classico Massimo d’Azeglio e nell’autunno 1949 s’immatricolò alla facoltà di lettere dell’Università di Torino. Gli interessi del giovane Sanguineti erano molteplici e spaziavano dalla poesia (tra il 1951 e il 1954 venne composto Laborintus) alla critica letteraria (apparvero in quegli anni le sue prime recensioni in aut aut, Lettere italiane, Questioni); scritti che misero in luce la precoce apertura verso la cultura europea, dal teatro espressionista tedesco a Franz Kafka, James Joyce, Marcel Proust, e da Jean-Paul Sartre, Martin Heidegger, John Dewey, alla psicoanalisi di Carl Gustav Jung e Sigmund Freud, da Ezra Pound e Thomas Stearns Eliot, dalla musica postdodecafonica alla pittura.

cms_30459/Edoardo-e-Luciana-Sanguineti-nel-giorno-del-matrimoni.jpgIl 1953 è l’anno della morte della madre ma anche quello dell’incontro con Luciana Garabello che avrebbe sposato nel 1954 (figura fondamentale nella sua vita e per la sua scrittura). Nel 1956 era intanto uscito Laborintus nella collana Oggetto e Simbolo che Luciano Anceschi dirigeva per Magenta. Laborintus trovò impreparati critici e lettori per la forza eversiva con cui scardinava i punti di riferimento della tradizione lirica, in rapporto diretto con la poetica medievale. Successivamente inizia la carriera universitaria come assistente, insegnando anche in un istituto privato. Nel 1961 uscì l’antologia de I Novissimi con prefazione di Giuliani che comprende le opere di Giuliani stesso, di Sanguineti, di Pagliarani, di Balestrini e di Porta. Nel 1965 otterrà una cattedra di Letteratura italiana moderna e contemporanea presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Salerno, dopo essere stato assistente incaricato e assistente ordinario. 1968-1974. Si scioglie il gruppo ’63, Sanguineti si candida alla camera nelle liste del PCI, ottiene la cattedra di Letteratura italiana a Genova, collabora con diversi giornali (Paese Sera, Il Giorno…). 1981-2005. Anni di soddisfazioni, viaggi e riconoscimenti (per i dettagli si veda il sito https://www.treccani.it/enciclopedia/edoardo-sanguineti_%28Dizionario-Biografico%29/).

cms_30459/libro_.jpgDel 2004 è la raccolta antologica Mikrokosmos Poesie 1951-2004 che si presenta divisa in due parti. La prima parte comprende una scelta di Laborintus, di Erotopaegnia, di Purgatorio de l’Inferno, di T.A.T., di Reisebilder, di Postkarten, di Stracciafoglio, di Scartabello, di Cataletto, di Codicillo, di Rebus, di Glosse, di Corollario e di Cose. La seconda parte comprende una selezione da Fuori Catalogo, da L’ultima passeggiata, omaggio a Pascoli, da Alfabeto apocalittico, da Novissimum Testamentum, da Ecfrasi, da Mauritshuis, da Ballate, da Fanerografie, da Omaggio a Catullo, da Stravaganze, da Poesie fuggitive, da Varie ed eventuali. Nel 2006 gli venne assegnato il Premio Librex Montale, diventò presidente onorario dell’associazione politica Unione a Sinistra e fu candidato alle primarie dell’Unione per l’elezione del sindaco di Genova ma ottenne solo il 14% dei voti. Nel 2010 morì, in sala operatoria, per un aneurisma addominale. Siamo consapevoli che un ritratto biografico abbastanza esaustivo tolga spazio al poeta, alle sue opere, a quello che significò per la cultura italiana la neoavanguardia e il Gruppo ’63, anche se ne abbiamo già parlato su questa stessa rubrica.

Ma esiste anche un Sanguineti “dalla vena classica, quando non addirittura comunicativa, con uno stile composito, corpi tipografici differenziati, volutamente schermati. Imbevuto di memoria atavica, di sapienza e di utopie: un recupero colto e insieme popolare ampiamente collaudato dagli antichi ma non negletto ai moderni (S. Ramat). Cioè il Sanguineti che ci piace di più.

Omaggio a Catullo

viviamoci, mia cara, che ci amiamo,
e i bròntoli dei vecchi moraloni,
noi ce li valutiamo, tutti, un soldo:
il sole sa morire e ci ritorna:
ma se un giorno ci muore il breve giorno,
la notte eterna, noi, ce la dormiamo:
tu i mille baci mi dai: dopo, i cento:
e i mille, dopo ancora: e io cento, poi:
e dopo, gli altri mille: e i cento, ancora:
poi, fatti i nostri multimila baci,
ci confondiamo il conto, in un pasticcio:
se no, un cattivo ci fa il menagramo,
che sa che sono tanti i nostri baci.

Data:

12 Maggio 2023