Il rovesciamento di un barcone di dieci metri, avvenuto il 23 novembre davanti all’isola di Lampedusa, non ha lasciato indenni gli ulteriori dispersi. Secondo gli ultimi aggiornamenti della tragica vicenda che concerne i 170 migranti che erano a bordo del mezzo, partito due giorni prima da una spiaggia al confine tra Libia e Tunisia, senza alcuna intercettazione o alcuna richiesta di aiuto, sono stati rivenuti dalla Guardia costiera altri sette cadaveri.
A un miglio dall’isola dei Conigli, a ben 40 metri di profondità, non c’è stato niente da fare nè per i corpi ritrovati senza vita né per un ulteriore cadavere avvistato nei pressi del fondale, che questa mattina verrà estratto e portato in superficie.
Tutte donne le prime vittime del drammatico accaduto. All’appello complessivo dei migranti, di cui sono certi 149 superstiti, mancano ancora nove persone, le cui tracce saranno ricercate nei prossimi giorni da un Rov, dispositivo subacqueo con controllo a distanza.
Un’ipotesi da non escludere sarebbe l’allontanamento dei corpi causato dalla violenta tempesta che ha colpito negli ultimi giorni il territorio nei pressi della Sicilia che, fortunatamente, non è stato lasciato solo a fronteggiare l’accaduto.
Al momento del naufragio, causato da onde alte circa quattro metri, l’intervento dei soccorritori è stato più che tempestivo, ma purtroppo non al punto da prevenire la tragedia, segnalata direttamente da un cittadino alla Guardia Costiera.
Diverse realtà hanno unito le proprie forze per un pronto intervento: aerei della Marina Militare e della Frontex, assieme a pattugliatori della Guardia di Finanza, hanno agevolato la ricerca dei dispersi, mentre il Viminale ha deliberato l’assegnazione del Porto di Messina alla Ocean Viking, su sollecitazione di Italia, Francia e Germania. Autorizzato dalla ministra Lamorgese anche lo sbarco a Taranto delle 62 persone a bordo della Open Arms.
Si sono mobilitate anche molte squadre di Agrigento, che hanno ascoltato le testimonianze dei migranti sopravvissuti, tra cui un non vedente, e le forze mediche in campo, come quella del Cisom dell’Ordine di Malta, che si stanno prendendo cura della salute e della rimessa in sesto dei migranti, che necessitano di supporto fisico quanto emotivo.
La situazione sbarchi, con conseguenza di morti, potrebbe essere risolta solo attraverso corridoi umanitari messi in piedi dall’ONU. È l’umanità a salvare la vita.