Maleducati nella vita ma anche nella Rete. Non basta sopportare gesti e parole che quotidianamente ci lasciano perplessi e con l’amaro in bocca per via delle risposte che riceviamo, ma adesso dobbiamo anche relazionarci a ciò che accade su Internet attraverso post e commenti in cui maleducazione, parolacce, ingiurie e offese la fanno da padrone.
Per qualcuno sembra essere una nuova forma di evoluzione sociale e tecnologica, per altri invece è una vera e propria forma di maleducazione, chiamata “mobile incivility”. Suonerie che squillano a raffica e ad alto volume in luoghi pubblici e affollati, sms a raffica inviati senza sosta sino a quando non si ottiene una risposta da parte del destinatario, una massa di persone che si muove come un gregge con lo sguardo fisso sul loro smartphone per non perdersi neanche un secondo di quella second life proveniente dallo schermo, invece di interagire con lo sguardo e la parola con il prossimo.
Questa nuova forma di inciviltà nata dal consumo tecnologico è il connubio tra la tecnologia portatile e la maleducazione di molti che cono considerano il limite del vivere civile e del rispetto del prossimo, continuando a maneggiare i propri dispositivi mobili per essere sempre on line. L’invasione nella nostra vita, una invasione rivoluzionaria senza vittime fisiche, ma anzi avvallata dalla stessa popolazione mondiale, da parte di nuove tecnologie ha rimesso in discussione quelli che sono i rapporti tra le persone, rapporti mediati da nuovi e più invasivi media, primus inter pares.
Il rischio è quello di perdere di vista le cose più importanti, come le relazioni interpersonali e lo scambio di opinioni, merce sempre più rara in un’era di evoluzione tecnologica senza fine. Secondo uno studio effettuato da “Found!” su circa 1500 persone con un’età compresa tra 16 e 65 anni, i nuovi barbari dell’inciviltà tecnologica, i cosiddetti mobile-addicted, sono gli adulti, seguiti dai giovanissimi. Fra i generi invece spiccano le donne come coloro che invece si dimostrano maggiormente educate rispetto al sesso forte. La maleducazione tecnologica si concretizza maggiormente in determinati luoghi, come l’ufficio, i mezzi pubblici, camera da letto e cucina dove “le tribù” della mobile incivility sembrano scatenarsi maggiormente.
All’interno di questa variopinta tribù, troviamo i social addice, dei veri e propri maniaci dei social; i disturbatori seriali, non in grado di staccarsi da giochi e app neanche per un minuto; gli audiolesi immaginari, con suoneria e voce al massimo volume; i cyber marpioni, i nuovi stalker che non la finiscono di riempire le nostre bacheche di sdolcinati complimenti; e, infine, gli asfissiantiself-made pr, lavoratori indefessi nell’invitarci a party, feste e incontri improbabili. Assumere comportamenti più consoni e rispettosi del prossimo quando si usano le tecnologie, non è difficile, anzi è auspicabile per un corretto vivere civile.
I social network sono nati per favorire lo scambio di opinioni ma c’è qualcuno che li usa per raggiungere una deviata soddisfazione personale che si alimenta con azioni di disturbo e dunque maleducate, oltre a parolacce e, quando si esagera, anche odio razziale e discriminazione sessuale. In questo caso si parla di una vera e propria patologia chiamata “troll”, cioè di coloro che navigano sul web, inserendosi in tutto ciò che permette loro di manifestarsi, in modo volgare. Questi sono dei veri e propri psicopatici e sadici con un evidente disturbo della personalità. Di fronte a questo tipo di persone, rimane l’arma dell’indifferenza o l’intervento dell’amministratore del sito che le richiami a un comportamento più consono. Alla fine però rimane un solo e unico atteggiamento da adottare, ed è quello dell’educazione, un criterio che aiuta tutti a comportarsi in maniera civile e cortese verso gli altri. E questo è valido sotto tutte le latitudini e in ogni comunità, sia cittadina che virtuale.