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RIUSCIREMO MAI AD ANDARE OLTRE?

Andrea era un adolescente romano iscritto al Liceo Cavour di Roma. Quel martedì, il 20 novembre del 2012, aveva solo 15 anni e 6 giorni. Non era omosessuale, era sensibile, gentile, colto, faceva parte del coro del Vaticano ed era innamorato della vita.Andrea era fermamente convinto di essere brutto… forse, condizionato da qualcuno. Quel qualcuno su di lui aveva persino creato un profilo Facebook, ‘Il ragazzo dai pantaloni rosa’, per riverberare, in ottica punitiva, la gogna vessatoria. Sì, per deriderlo… unica sua colpa era aver indossato un paio di jeans macchiato accidentalmente di rosa. Andrea si era sentito solo e aveva anche iniziato a soffrire di alopecia e di onicofagia che curava con smalti colorati. Così, quel ragazzo brillante e promettente è precipitato in una spirale di silenzio e di solitudine, che ha lentamente spento la sua luce radiosa, troppo fastidiosa per qualcuno. Purtroppo, quella di Andrea è solo una delle tante storie di adolescenti vittime di bullismo. Vicende che sollevano profondi interrogativi: riusciremo mai ad andare oltre? Oltre il pantalone rosa, oltre la fisicità, oltre gli stereotipi, oltre i pregiudizi? Di bullismo si può morire, ma non è certo questa la notizia.

La filosofia utilitarista, una delle più influenti teorie morali del XIX secolo, offre una chiave interessante per comprendere il fenomeno: quali sono le conseguenze del bullismo per la collettività e come possiamo prevenirlo? John Stuart Mill fonda l’utilità come principio di moralità. La moralità di un atto non risiede nell’atto in sé, ma nelle sue conseguenze. L’utile non deve essere inteso semplicemente come individuale, quanto come utile universale cioè valido per qualsiasi ente razionale. Il soggetto agente utilitarista deve interrogarsi sempre se il suo agire persegue il raggiungimento di una felicità valida per tutti i soggetti razionali come lui. Gli utilitaristi riconoscono uno stretto legame tra il bene di ogni individuo e quello della comunità. Il bullismo crea una cultura di violenza e di intolleranza che destabilizza questo benessere sociale, minando il senso di fiducia e di solidarietà. In un mondo ideale, la prevenzione del bullismo dovrebbe tradursi non semplicemente in azioni e politiche finalizzate alla punizione, quanto alla cura delle loro cause. Secondo il filosofo inglese, il mezzo per conseguire la massima felicità è l’istruzione, in altre parole una persona colta possiede i migliori strumenti per attuare azioni morali di valenza positiva. In quest’ottica, un grande potere è assegnato all’educazione intesa come insegnamento di valori come il rispetto, la solidarietà, la cultura della gentilezza e la cura a partire dallo stesso linguaggio. Le parole hanno il potere di ferire e guarire, di distruggere e di ricostruire.

Ciò significa recuperare la bellezza racchiusa nella parola Empatia che, tradotta letteralmente, indica un ‘sentire dentro’ inteso non semplicemente come interesse, preoccupazione o dispiacere, ma come entrare in connessione con l’altro, mettersi nei panni, in altre parole, provando ad indossarlo quel pantalone rosa. Di fronte a queste tristi vicende conservano una straordinaria attualità le parole diMarthin Luther King: ‘’Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo ancora imparato la semplice arte di vivere insieme come fratelli’’.

Data:

1 Dicembre 2024