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ROMA E MILANO NEL CAOS POLITICO

“Mi dispiace. Per i romani, per il Movimento e per Beppe Grillo, che aveva avanzato perplessità. Ci siamo fidati e probabilmente abbiamo sbagliato, ma Marra non è un esponente politico, ma uno dei 23mila dipendenti del Comune di Roma”. E’ quanto affermato dalla sindaca, Virginia Raggi, nel corso della brevissima conferenza stampa, tenuta dopo la notizia dell’arresto di Raffaele Marra, suo braccio destro. “Sia chiaro, senza di lui non vado avanti” rimarcò più volte quando Roberta Lombardi e Carla Ruocco, non nascosero le loro perplessità su di lui, figura controversa e troppo vicina all’ex sindaco Gianni Alemanno.Ma dalla prima cittadina, Marra fu protetto a spada tratta, come furono protetti Romeo e Muraro, ritenuti evidentemente indispensabili.

http://www.internationalwebpost.org/contents/LA_MURARO,_LE_ACQUISIZIONI_DELLA_PROCURA_E_L’IRONIA_DEI_CONSIGLIERI_5127.html#.WFPy4svclnE

“Noi andiamo avanti, con serenità – ha detto a chi le ha chiesto di dimettersi – Il dottor Marra non è il mio braccio destro. Lo sono invece i cittadini romani ed è per loro che ogni giorno lavoriamo […] Siamo sorpresi dall’annuncio dell’arresto, ma era già un dirigente e ci siamo fidati. Lo sostituiremo subito, abbiamo piena fiducia nella magistratura”. E ancora: “Nel 2013 uno dei primi atti da noi depositati è stata una mozione contro gli affitti d’oro di Scarpellini che ha consentito di far risparmiare milioni ai romani. Anche ora faremo tutto quanto è nella nostra possibilità e per di nostra competenza per fare luce e collaborando pienamente con la magistratura a partire dalle nomine. Lo faremo, del resto abbiamo sempre chiesto il supporto sia dell’Avvocatura comunale sia dell’Anac”.

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L’inchiesta riguarda la compravendita di alcune case tra Marra e Scarpellini – entrambi arrestati – avvenuta tra il 2009 e il 2010, ma soprattutto il passaggio di un altro appartamento, nel 2013, da Scarpellini a Marra che risulta ufficialmente venduto, ma per il quale l’imprenditore ha messo “a disposizione della moglie di Marra gli assegni circolari per un totale di 367mila euro”.

La misura cautelare per entrambi si situa nelle “numerose convenzioni urbanistiche che richiedono l’emanazione di provvedimenti amministrativi da parte del Comune di Roma”. Si ritiene che Marra, sin da quando era uno dei collaboratori più stretti dell’ex sindaco Gianni Alemanno, possa aver aiutato il costruttore. Il Comune avrebbe anche in essere due contratti di locazione da circa 9 milioni di euro e circa 5 milioni di euro l’anno, per un totale che supera dunque i 14 milioni di euro.

Mentre a Roma si conclude la settimana forse più critica della gestione pentastellata, a Milano un’indagine costringe il sindaco Beppe Sala all’autosospensione.

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Apprendo da fonti giornalistiche che sarei iscritto nel registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta sulla piastra Expo. Pur non avendo la benché minima idea delle ipotesi investigative, ho deciso di autosospendermi dalla carica di Sindaco, determinazione che formalizzerò domani mattina (oggi, venerdì, ndr) nelle mani del Prefetto di Milano”.

Queste le parole di Beppe Sala dopo aver appreso dalla stampa delle indagini che la Procura di Milano starebbe compiendo, per le quali un mese fa era stata chiesta l’archiviazione, negata dal gip Andrea Ghinetti.

Dopo un primo approfondimento, che il pubblico ministero Felice Isnardi ha condotto, lo stesso ha chiesto una proroga per svolgere nuove indagini, richiedendo parimenti l’iscrizione nel Registro degli Indagati di sette persone, tra cui Beppe Sala a carico del quale penderebbero i reati di concorso in falso ideologico e falso materiale.

L’inchiesta, partita nel 2012, riguarda l’aggiudicazione dell’appalto all’impresa Mantovani con un ribasso del 42 per cento su una base d’asta di 272 milioni di euro.

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17 Dicembre 2016