Roman Caput Mundi 2024, il torneo internazionale di volley LGBT nazionale e internazionale, è ai nastri di partenza. L’evento, che quest’anno giunge alla sua sesta edizione, avrà luogo i prossimi 26 e 27 aprile, ma già da giorni il clima di entusiastica attesa serpeggia in ogni dove della Capitale, ossia oltre che nei sette campi divisi nei tre centri sportivi che ospiteranno la sfida.
E l’interesse registrato trova la sua evidenza anche nei dati numerici relativi agli iscritti (ben 320) e gli accompagnatori (ben 100), parimenti coinvolti nello spirito dei principi di civiltà del rispetto della dignità verso tutti gli esseri umani, consacrati nella Convenzione europea dei diritti dell’uomo, ai suoi protocolli e alla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo.
Sicuramente il fatto che la competizione si avvale dell’organizzazione della RoMan Volley, la società di pallavolo LGBT più grande d’Italia, e conta sul patrocinio del Comune di Roma, della Regione Lazio e del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, rappresentano un indiscutibile potenziale attrattivo in paio con la presenza nella città eterna di quarantacinque squadre provenienti da Italia, Francia, Svizzera, Inghilterra, Belgio, Malta.
Ma a rendere la manifestazione coinvolgente giocano anche altri “fattori” di degno rilievo che fanno sì che si prospetti non un mero week-end di sport, ma anche – e in questo la valorialità dell’evento – un week-end all’insegna del valore socioculturale dell’inclusione e del networking sociointerregionale e internazionale all’interno della comunità LGBT.
Inclusione, termine abusato bulimicamente nella comunicazione non sempre con la dovuta attenzione del vero significato di civiltà (in primis giuridica) dell’includere senza discrimine: la consapevolezza che dove c’è convivenza c’è la ricchezza della diversità tangibile solamente se si supera quel modello sociale che pretende di valutare e giudicare le differenze da un’unica prospettiva, piuttosto che da prospettive diverse.
Rispettare la diversità è, in altre parole, trovare come valore, un mondo da scoprire e non da conquistare.
Il 26 aprile con lo scrittore e attivista Emiliano Reali
Venerdì 26 aprile quando le squadre si ritroveranno al 692 Secret Garden per un aperitivo di benvenuto e per la registrazione alla serata parteciperà anche Emiliano Reali (di cui scrissi https://www.internationalwebpost.org/emiliano-reali-una-vita-contro-omofobia-e-transfobia/ che ho intervistato in radio in una puntata del mio programma “Storia e storie” https://www.youtube.com/watch?v=OaqEYw0dOeI), scrittore, attivista e penna autorevole del giornalismo di qualità che, con le sue opere Bambi. Storia di una metamorfosi e Il seme della speranza, continua a registrare uno straordinario successo di pubblico e di critica.
Chi ama la Cultura possiede i valori della pace, dell’amore, dell’umiltà, della legalità, della riverenza religiosa verso l’armonia che governa la natura e si impegna con passione perché la si affermi ovunque, come in questa circostanza, in cui regalerà alcuni suoi libri ai partecipanti con l’intento di creare una sinergia tra il mondo dello sport e quello della cultura.
Il senso della scelta è tutto nelle sue parole: “Mi sembrava un’ottima occasione per incrociare cultura e sport nell’ottica dell’inclusione e dell’apertura a tutte le individualità, poi da ex giocatore di pallavolo non potevo mancare!”.