Russia: test missile intercontinentale
La Russia ha annunciato di aver condotto oggi il test di un missile, del tipo Topol-M, che nel suo lancio ha coperto una distanza, 5500 chilometri, che avrebbe violato il trattato Inf, l’Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty, non più in vigore dallo scorso agosto, dopo l’uscita degli Stati Uniti.
Secondo quanto riferito dal ministero della Difesa, il missile è stato lanciato da una stazione spaziale, il Plesetsk Cosmodrome, nella Russia nord occidentale, diretto verso un target che si trovava in una località non precisata nella regione dell’estremo oriente russo della Kamchatka. Si è trattato di una distanza di circa 5500 km, una distanza che potrebbe coprire anche l’Europa continentale. Washington ha avviato il ritiro dal trattato accusando Mosca di averlo violato producendo missili capaci di coprire le distanze vietate dall’Inf, tra i 500 e i 5500 chilometri.
Parlamento Ue boccia commissari Ungheria e Romania
Per la commissione Giuridica del Parlamento Europeo, Juri nel gergo comunitario, i commissari designati dalla Romania, Rovana Plumb (Trasporti), e dall’Ungheria, Laszlo Trocsanyi (Allargamento e Politica di vicinato), hanno “conflitti di interesse che non possono essere risolti” e pertanto non sono in grado di esercitare le loro funzioni come commissari. Lo riferisce, al termine della riunione della commissione Juri a Bruxelles, l’eurodeputata della France Insoumise Manon Aubry (gruppo Gue/Ngl).
In commissione, dice la Aubry, “abbiamo votato esattamente su quello su cui abbiamo votato la settimana scorsa, cosa che è un problema, perché ci è stato chiesto di votare per una seconda volta esattamente sulla stessa cosa. Ci sono state delle pressioni, ma ciò nonostante abbiamo votato molto chiaramente che i due commissari designati, Rovana Plumb e Laszlo Trocsanyi, hanno conflitti di interesse che non possono essere risolti e quindi non possono esercitare le loro funzioni come commissari”.
Trocsanyi non ha accettato il verdetto e annuncia che potrebbe fare ricorso. “E’ con grande costernazione – dichiara in un comunicato diffuso via Twitter – che apprendo la decisione della commissione Giuridica del Parlamento Europeo presa oggi”. “La patente ingiustizia, la mancanza di trasparenza, la chiara e deliberata violazione delle regole del diritto e della procedura – continua Trocsanyi – nonché il mancato rispetto dei principi basilari della democrazia mi ricordano un’epoca che pensavo fosse finita. Non è solo l’avvocato e il pensatore che viene colpito, ma anche l’individuo”.
Per Trocsanyi, “la decisione in questione è una collezione di menzogne, di collegamenti sbagliati e di confusioni tendenziose. Quando un giurista viene danneggiato, non ha altra scelta se non considerare di cercare riparazione davanti alla Corte di Giustizia competente”, conclude.
Australia, dalla Chiesa 1 mln di dollari a vittima prete pedofilo
La Chiesa cattolica risarcirà con oltre un milione di dollari una delle vittime di Gerald Ridsdale, un ex prete che si trova in carcere perché responsabile di almeno 65 casi di abusi su minori, in alcuni casi di appena quattro anni di età, commessi tra gli anni ’60 e gli anni ’80. La vittima, identificata dai media locali con lo pseudonimo di Jcb, è stata violentata da Ridsdale nell’aprile 1982. All’epoca aveva nove anni e Ridsdale era il parroco della chiesa di St Colman nella città di Mortlake.
Nel febbraio 2018, Jcb aveva citato in giudizio per negligenza due defunti vescovi della diocesi di Ballarat, allora superiori di Ridsdale, ed in seguito aveva accusato la stessa diocesi. Ad annunciare l’accordo con i legali degli imputati è stato l’avvocato della vittima. L’intesa, come ha spiegato il legale di Jcb, crea le condizioni per centinaia di altre cause di risarcimento per le vittime abusate da preti pedofili.
Principe Harry a caccia di bracconieri
Harry a caccia di bracconieri in Malawi. Convinto ambientalista, il principe Harry ha dedicato la sua sosta nel Paese africano a un’iniziativa per la difesa degli alberi e al contrasto alla caccia di frodo. Il duca di Sussex ha partecipato a una dimostrazione di caccia ai bracconieri tenuta da rangers locali e militari britannici nel parco naturale di Liwonde. Poi ha deposto una corona in memoria del soldato britannico Mathew Talbot, ucciso quest’anno mentre era di pattuglia contro la caccia illegale.
Harry aveva lanciato questa mattina un appello agli internauti perché postino foto di alberi su un account Instagram del National Geographic, dove sarà ospite. Harry “vuole incoraggiare persone di tutto il mondo a condividere la bellezza degli alberi”, ha spiegato un comunicato di Buckingham Palace. La campagna è ispirata all’impegno della Regina Elisabetta per la conservazione di foreste e parchi naturali. La protezione dell’ambiente “è fondamentale per la nostra sopravvivenza”, ha scritto Harry in un articolo apparso oggi sul Daily Telegraph.
La visita in Malawi arriva al termine della visita di dieci giorni compiuta da Harry in Africa australe. Con lui sono venuti anche la moglie Meghan e il figlioletto Archie, che però sono rimasti in Sudafrica. La famiglia si riunirà domani a Johannesburg, prima di far ritorno in Gran Bretagna.