Il Consiglio Nazionale dei Giovani (CNG) ha diffuso i risultati di una nuova indagine sulla salute mentale dei giovani italiani, realizzata con il supporto tecnico di EU.R.E.S. Ricerche Economiche e Sociali, rivelando dati allarmanti sulla necessità di supporto psicologico e sulle risposte ricevute.
Secondo l’indagine, che ha coinvolto 1.100 giovani tra i 15 e i 35 anni, il 75% degli intervistati ha sentito il bisogno di un supporto psicologico negli ultimi cinque anni, ma solo il 27,9% ha ricevuto l’aiuto necessario.
Dati che indicano una significativa lacuna nella risposta al supporto psicologico dei giovani, con gravi ripercussioni sul loro benessere complessivo.
Il Piano di azioni nazionale salute mentale (PANSM)[1] già nel 2013 evidenziava quanto i disturbi neuropsichici nell’infanzia e nell’adolescenza siano rilevanti e gravi per le loro ricadute sui percorsi di vita, raccomandando un approccio in grado di garantire accessibilità, tempestività della presa in carico, continuità delle cure e personalizzazione del progetto di intervento.
Quasi la metà dei casi problematici di salute mentale si verifica infatti entro i 14 anni di età e il 75% di essi si sviluppa entro i 24 anni, ma difficilmente la causa viene individuata e ancor più raramente si attiva la presa in carico. Come per molti altri fenomeni, inoltre, la pandemia ha avuto un effetto di amplificazione della diffusione del disagio psicologico e dei problemi legati alla sua prevenzione e cura. Tra il 2020 e il 2021, i lockdown causati dalla pandemia hanno comportato soprattutto per i più giovani la perdita di una routine importante, in cui la scuola, lo sport, i momenti di svago, le occasioni rituali (compleanni, eventi familiari ecc.) e, soprattutto, le relazioni amicali e tra pari garantivano nel quotidiano opportunità di sviluppo emotivo e sociale indispensabili per l’equilibrio psicologico durante il percorso di crescita.
Diversi studi riportano una significativa diffusione delle manifestazioni di disagio tra gli adolescenti durante il primo lockdown (ansia, tristezza, bassi livelli di ottimismo e scarse aspettative per il futuro)[2] , specialmente tra le ragazze, con un generalizzato incremento dei disturbi dell’umore, del comportamento alimentare, del sonno e un aumento di solitudine o ritiro sociale, fenomeni di autolesionismo e tendenze suicidarie nonché la comparsa di altri disturbi del neuro-sviluppo.
La centralità del tema della salute mentale è confermata anche nella presente indagine, considerando che il 75% dei giovani intervistati (pari a 3 giovani su quattro) ha avvertito l’esigenza di ricevere un supporto psicologico (a fronte del 25% che non ha espresso tale necessità). Tuttavia soltanto il 27,9% si è rivolto ad un professionista ricevendo l’aiuto richiesto, mentre l’11,2% pur rivolgendosi a un professionista non ha ricevuto i benefici attesi e un prevalente 35,9%, pur avvertendone la necessità, non si è rivolto ad alcun professionista, trascurando e probabilmente aggravando una situazione di malessere interiore.
L’esigenza di un sostegno psicologico appare trasversale e condivisa dalla quota maggioritaria del campione in tutte le sue articolazioni. Coerentemente al disagio psicologico più frequentemente rilevato nella componente femminile della popolazione, tale richiesta di aiuto assume caratteri particolarmente critici tra le giovani donne, tra le quali ben l’87,3% dichiara di aver avvertito la necessità di ricevere un sostegno negli ultimi 5 anni (a fronte del 61,8% tra i coetanei maschi).
Anche nelle fasce anagrafiche centrali (comprese tra i 20 e i 29 anni), la richiesta di un sostegno psicologico appare particolarmente avvertita, con valori vicini all’80% (78,5% tra i 20-24enni e 78,8% tra i 25-29enni), scendendo al valore più basso tra i 30-35enni (60%) e tra i 15-19enni (64,1%). Più elevata infine risulta la richiesta di aiuto dei giovani residenti nelle regioni del Centro (79,4%) e del Sud (76,8%), scendendo leggermente al Nord (71,8%), dove, nonostante i livelli di well-fare risultino più elevati rispetto al resto del campione, il disagio psicologico e l’implicita richiesta di un maggiore sostegno si conferma ampiamente maggioritario.
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[1] Il Piano è stato elaborato dal Ministero della salute, in collaborazione con il Gruppo tecnico interregionale salute mentale (GISM) della Conferenza delle Regioni, e approvato in Conferenza unificata con accordo n. 4 del 24 gennaio 2013 <url:https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1905_allegato.pdf, ultima consultazione: 11/01/2023>.
[2] Si vedano le ricerche riportate nel report Covid-19 e adolescenza a cura del Gruppo emergenza Covid-19 del dell’Osservatorio nazionale per l’infanzia e l’adolescenza, pp. 4-5 <url: https://www.minori.gov.it/sites/default/files/report_covid_e_adolescenza.pdf, ultima consultazione: 11/01/2023>.
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Fonte: https://consiglionazionalegiovani.it/studi-e-ricerche/
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