Traduci

SAN LUIGI GONZAGA

Il marchese Luigi Alessandro Gonzaga, nasce a Castiglione delle Stiviere il 9 marzo 1568 dai genitori Ferrante Gonzaga e Marta Tana. Primogenito di otto fratelli, a lui è destinato il titolo nobiliare: per questo motivo il padre lo inizia fina da bambino – a soli cinque anni – alla vita militare.

Ma, come spesso accade, l’imprevisto si fa strada, scombinando piani e progetti. Quando Luigi ha appena sette anni, vive la sua “conversione dal mondo a Dio”, come egli stesso la definisce, e sente con chiarezza la chiamata alla consacrazione religiosa. La madre ha un grande impatto in questa conversione, lei che ha sempre pregato affinché i suoi figli si consacrassero a Dio.

cms_30927/FOTO_1.jpg

San Luigi Gonzaga

La preghiera assidua diventa il suo pane quotidiano finché, nel 1576, viene trasferito a Firenze presso il granduca Francesco I de’ Medici. Il motivo di tale trasferimento è lo scoppio di un’epidemia nel feudo ma anche il desiderio di introdurre il ragazzo in un ambiente più consono al suo lignaggio, sperando che retroceda dai suoi propositi religiosi. Non soltanto ciò non avviene ma Luigi fa voto di verginità perpetua!

Tre anni dopo, rinuncia al titolo di marchese in favore del fratello Rodolfo e, nel 1580, riceve la prima Comunione dalle mani del cardinale Carlo Borromeo. L’anno successivo si reca a Madrid con il padre, come paggio d’onore del principe Diego, figlio del re di Spagna Filippo II. A corte studia logica, scienze, filosofia, teologia e matematica sbalordendo tutti con la sua intelligenza. Approfondisce anche la spiritualità, maturando la determinazione di consacrarsi a Dio nella congregazione dei Gesuiti. Il padre, contrariato, decide di mandarlo in “pellegrinaggio” nelle corti più importanti e fastose per smuoverlo dai suoi propositi, ma non vi riesce. All’età di diciassette anni, Luigi entra nel noviziato della Compagnia di Gesù, a Roma.

Qui studia teologia e filosofia con San Roberto Bellarmino, che diviene anche il suo direttore spirituale.

cms_30927/FOTO_2.jpg

Il giovane Luigi Alessandro Gonzaga

Luigi ha un’intelligenza brillante ma un carattere duro e ostinato. Dice di se stesso: “Sono un pezzo di ferro contorto e sono entrato nella vita religiosa per essere raddrizzato!” E ci riesce, con grande pazienza e forza di volontà. Del resto anche i suoi superiori si accorgono di avere tra le mani un’anima con un’enorme potenziale. Ma, più che incoraggiarlo, si trovano costretti a frenarlo nel suo ardore penitenziale, tanto che la più grande penitenza di Luigi diventa il non fare penitenza! Allo stesso modo, il padre spirituale gli ordina di non pensare troppo intensamente a Dio, per non alimentare la sua emicrania cronica. Sembra ridicolo ma, a ben pensarci, la vera penitenza è spesso quella che NON ci scegliamo!

Nel frattempo muore il marchese Ferrante Gonzaga e Luigi, su richiesta della madre, ritorna al paese natale per tentare di mediare la litigiosa successione del marchesato. Rimane a Castiglione delle Stiviere per ben cinque mesi, dal settembre 1589 al febbraio 1590, poi si reca a Milano per continuare gli studi prima di rientrare a Roma, nel maggio dello stesso anno.

Tra il 1590 e il 1591, scoppia la tragedia: Roma è scossa dalle peste, che miete migliaia di vittime, tra cui i Papi Sisto V, Urbano VII e Gregorio XIV.

cms_30927/FOTO_3.jpg

San Luigi Gonzaga porta in ospedale un appestato

Insieme a Camillo de Lellis e ad altri confratelli Gesuiti, Luigi si prodiga nell’assistenza agli appestati. La salute cagionevole non gli permette di combattere in prima linea ma il suo spirito caritatevole non si ferma dinanzi ai malati abbandonati per strada. Un giorno trova per le vie della città un appestato, se lo carica in spalla e lo porta all’Ospedale della Consolazione. È in questa occasione che, probabilmente, contrae la malattia.

Muore pochi giorni dopo, dichiarando: “Me ne vado felice”. Alla madre, nell’ultima lettera, scrive di “non piangere il proprio figlio come morto ma come vivente, per sempre felice davanti a Dio”.

Nasce a Dio il il 21 giugno 1591, all’età di ventitré anni, assistito da San Roberto Bellarmino.

Il suo corpo si trova nella chiesa di Sant’Ignazio, a Roma.

Proclamato beato da papa Paolo V, è stato elevato agli onori degli altari e proclamato santo da Papa Benedetto XIII il 31 dicembre 1726. Lo stesso papa lo ha dichiarato protettore degli studenti, mentre Giovanni Paolo II, nel 1991, lo ha nominato patrono dei malati di AIDS.

Autore:

Data:

20 Giugno 2023