Prosegue l’aspro conflitto tra Azerbaijan e Armenia, e il motivo della disputa è sempre lo stesso: una regione, il Nagorno Karabakh, che da accordi precedenti è stata annessa allo stato azero, ma che è abitata da una comunità di armeni che aspirano a una propria autonomia e a essere riconosciuti come Repubblica dell’Artsakh.
Già a luglio scorso si era accesa la miccia con alcuni dissapori registrati al confine dell’area in questione; un preludio a ciò che è accaduto ieri, che in un certo senso è anche il risultato di una diplomazia fallimentare, la quale non è riuscita a fare abbastanza per impedire il riaccendersi degli scontri. Dunque, la storia si ripete; ancora una volta aumentano i bombardamenti di elicotteri e salgono le vittime. Le autorità del Nagorno-Karabakh riferiscono di 60 morti (di cui 2 civili), il governo azero di 6 civili uccisi e 26 feriti, il ministero della Difesa armeno di 200 feriti.
Alle 8 locali di ieri, l’Azerbaijan ha sferrato diversi attacchi ad alcuni centri abitati dell’Artsakh. Per ora, non si conosce con precisione il numero delle vittime e l’entità dei danni nella zona colpita, dato che i portavoce di entrambi gli schieramenti hanno comunicato in tempo reale sui social lo svolgimento degli scontri.
Quindi, dal campo di battaglia il conflitto si sposta anche sul piano mediatico. Infatti, se da una parte le truppe armene vantano di aver abbattuto diversi elicotteri azeri, dall’altro Zakir Hasanov, ministro della difesa dell’Azerbaijan, ha dichiarato: “I risultati parziali sono ottimi, abbiamo colpito obiettivi militari armeni, ma allo stesso tempo garantito la sicurezza della popolazione civile”.
Incertezza e posizioni contrastanti: questo è ciò che trapela dalla zona del conflitto, mentre l’esecutivo azero già pensa di stabilire la legge marziale nell’Artsakh.
Il governo della regione, intanto, non sta a guardare e mobilita altre truppe per contrastare altri possibili attacchi dell’esercito azero.
Secondo alcune fonti, la causa che avrebbe indotto l’Azerbaijan a sferrare l’attacco di ieri sarebbe da ricercarsi nello spostamento della capitale dell’Artsakh da Stepanakert a Shusha. In un quadro geopolitico più complesso, questo conflitto coinvolge indirettamente anche Turchia e Russia, dato che la prima è storicamente alleata dell’Azerbaijan mentre la seconda sostiene l’Armenia.