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SANREMO 2025, PRIMA SERATA – Le prime cinque posizioni vanno a Brunori Sas,Giorgia,Lucio Corsi,Simone Cristicchi e Achille Lauro

La 75esima edizione del Festival di Sanremo ha preso il via. La kermesse musicale più amata e seguita, non solo in Italia ma in tutto il mondo, è iniziata con la presentazione di tutte e 29 le canzoni in gara. Al termine, come previsto dal regolamento, sono state rivelate le prime cinque posizioni, non in ordine di classifica ma in ordine random, votate dalla giuria della Sala Stampa, Tv e Web e ricoperte da Brunori Sas, Giorgia, Lucio Corsi, Simone Cristicchi e Achille Lauro.

L’elemento maggiormente distintivo dello show è consistito in un ritmo fortemente serrato, elemento inedito per Sanremo, che ha reso il tutto più dinamico ma allo stesso tempo spiazzante per il pubblico. Questa nuova velocità, probabilmente ispirata da altri show musicali europei ben più scorrevoli, ha però restituito la sensazione di una serata quasi frenetica, costellata di tante canzoni, sempre troppe, che non sono riuscite per questo motivo a restare particolarmente impresse.

La cartolina introduttiva, come preannunciato da Carlo Conti in conferenza stampa, è stata dedicata ad Ezio Bosso, artista eccelso e scomparso prematuramente, che lo stesso Conti aveva ospitato nell’edizione da lui condotta nel 2016. Co-conduttori della serata Gerry Scotti e Antonella Clerici, la donna che vanta il maggior numero di conduzioni del Festival di Sanremo.

Di seguito, i nostri giudizi sui brani.

Gaia, con  “Chiamo io, chiami tu”: consueti ritmi e sonorità latine per la cantante italo-brasiliana che presenta una canzone da sottofondo radiofonico, accompagnata sul palco da quattro ballerini. Non impressiona, non convince neppure nel ritornello. Ha comunque le carte in regola per l’Eurovision. Voto 4

Francesco Gabbani, con “Viva la vita”: incantevole terzina, un brano caldo che riporta agli anni ’60, grazie anche alle luci e alle inquadrature. Il ritornello resta in testa, con quel richiamo positivo, ottimistico, che invita ad amare la vita, “così com’è” per “vivere davvero ogni momento”. Voto 7

Rkomi, con “Il ritmo delle cose”: canzone senza infamia né lode, ritmata, cadenzata, che passerà volentieri in radio. Voto: 4

Noemi con “Se t’innamori muori”: brano intenso, elegante come il vestito con il quale si è presentata sul palco. Voce potente, struttura della canzone classica, in stile sanremese. Voto 7

Irama con “Lentamente”: il brano è particolare, troppo effettato nella voce, così tanto da generare un evidente ritardo nel labiale. Intensamente gridato, Irama propone al Festival una canzone differente, anche nell’attacco iniziale. Voto 6

Coma_Cose con “Cuoricini”: il ritornello rimane, ma il brano, nel suo complesso, richiama a qualcosa di già sentito. Il sound elettronico, anni ’70-’80, fa guadagnare punti alla performance che vede in un certo momento i due cantanti formare un cuore, unendo le braccia. È però qualcosa di troppo vecchio, che stancherà presto. Voto 4

Simone Cristicchi con “Quando sarai piccola”: un brano molto intenso, purtroppo ferito da alcune incertezze vocali nell’esibizione artistica di questa sera. Non mi ha pienamente convinto, servirà qualche ascolto in più, magari nella versione in studio. Al momento, sotto la sufficienza. Voto 3.

Marcella Bella con “Pelle diamante”: presenta un brano rockeggiante, ritmato, nulla più. Totalmente insufficiente. Voto 3

Achille Lauro con “Incoscienti giovani”: un inedito Achille Lauro propone un brano di altri tempi, utilizzando una classica (fin troppo) scala discendente, troppo scontata. Sicuramente un brano inedito per un artista a tutto campo, interessante, ma privo di quel quid decisivo. Voto 4

Giorgia con “La cura per me”: il brano dell’artista romana appare la migliore canzone in gara, con più chance di vittoria. Un bel brano che lei accompagna con forte determinazione e presenza scenica, facendo sfoggio delle proprie immense doti vocali. Voto 7

Willie Peyote con “Grazie ma no grazie”: un brano che porta ritmo e dance, classico funk che serve ad animare la serata, ma che resta un po’ fine a se stesso. Voto 3

Rose Villain con “Fuorilegge”: offre una canzone grazie alla quale poter mostrare ancora una volta le sue grandi capacità vocali, a cui ci ha abituati. Per il resto appare una nuova versione di “Click Boom!”. Voto 3

Olly con “Balorda nostalgia”: canzone molto intensa e interpretata con trasporto, si posizionerà alto nella classifica finale. Bella la conclusione, voto 7 e mezzo.

Elodie con “Dimenticarsi alle 7”: canzone che parte silenziosa, delicata, raggiunta da un ritmo dance elettronico che accompagna un ritornello che ci riporta agli anni ’90, tuttavia piacevole e convincente. Voto 8

Shablo ft. Joshua, Guè e Tormento con “La mia parola”: un rap caldo, che ben si inserisce nella carrellata, variegata, di stili musicali di questa edizione sanremese. Voto 6

Massimo Ranieri con “Tra le mani un cuore”: riesce a commuoversi non appena sceso dalle scale. Presenta un brano dalla strofa silenziosa, ricercata, seguita da un ritornello con un giro melodico classico, di un Sanremo di anni passati ma che riesce a conservare il suo valore senza tempo. Voto 8 e mezzo

Tony Effe con “Damme ‘na mano”: l’artista più discusso e chiacchierato della kermesse presenta un brano dalle sonorità latine, rappato nella strofa, cantato nel ritornello. L’accompagnamento di chitarra classica ha fatto il resto, donando un tono sentimentale a tutta l’interpretazione. Voto 6

Serena Brancale con “Anema e core”: dà la carica con un forte ritmo latino-americano, orientato al disco, trascinante. Voto 6

Brunori Sas con “L’albero delle noci”: una canzone che ricorda un po’ Edoardo Bennato, in cui ha messo il cuore. Ha offerto una splendida esibizione, accompagnandosi con la chitarra e regalando al Festival una piccola perla. Voto 7

Modà con “Non ti dimentico”: un gran bel pezzo nostalgico, che esprime pienamente lo stile unico del miglior gruppo di musica italiana attualmente in attività. Kekko impeccabile. Voto 7

Clara con “Febbre”: la giovane artista ha ormai uno stile proprio e distintivo e “Febbre” appartiene al suo patrimonio. Un brano eurovisivo. Voto 6

Lucio Corsi con “Volevo essere un duro”: brano in stile retro, pieni anni ’70, richiamati anche dall’abbigliamento indossato sia dal cantante che dal chitarrista accompagnatore. Voto 6

Fedez con “Battito”: canzone ritmata, che si ferma solo per richiamare il suono del battito cardiaco, in ossequio al titolo del brano. Voto 5.

Bresh con “La tana del granchio”: canta bene un brano lento ma determinato, ricco di archi. Voto 7

Sarah Toscano con “Amarcord”: è il secondo brano più eurovisivo del Festival. Qualche incertezza vocale nella seconda parte della canzone, dance, in stile anni’80 ed in linea con quello che appare un vero e proprio filone retro di questo Festival. Voto 7

Joan Thiele con “Eco”: brano dal rock soffuso, intrigante, interessante. Voto 6

Rocco Hunt con “Mille vote ancora”: radiofonico e latineggiante, rafforza il talento di un ragazzo che dovrebbe essere invitato al Festival ogni anno. Voto 7

Francesca Michielin con “Fango in paradiso”: un ottimo pezzo, in crescendo, con ritornello sanremese puro, egregiamente intonato e dal perfetto finale. Voto 8

The Kolors con “Tu con chi fai l’amore”: una nuova hit per le radio e le classifiche di vendita, sulla scia di Italodisco e seguenti. Non così coinvolgente ma pur sempre trascinante. Voto 6

Tra gli ospiti che si sono alternati sul palco dell’Ariston, questa sera, sono da segnalare il duo Noa-Mira Awad, che hanno offerto al pubblico un momento particolarmente toccante. Le due artiste hanno intonato “Imagine” di John Lennon in lingua ebraica, araba e inglese. Le due cantanti, rispettivamente ebrea e palestinese, ebbero grande successo all’Eurovision del 2009, quando in quella gara rappresentarono Israele con il brano dal titolo “There must be another way”, canzone che avrebbero potuto riproporre anche in questa occasione e contenente l’immutato tema e il medesimo messaggio che oggi hanno voluto invece esprimere attraverso il più noto e ben più internazionale successo firmato dall’ex componente dei Beatles.

Anche il Santo Padre, Papa Francesco, è intervenuto nel corso della serata, attraverso un video messaggio, registrato, nel quale ha posto l’accento sull’importanza della musica quale strumento di pace.

Una nota finale sull’economia della serata: 29 canzoni, che dovevano essere 30, restano tante, troppe. Quanto al livello e alla qualità dei brani proposti, nell’insieme, questo Festival di Sanremo ha compiuto un passo indietro rispetto alle edizioni di Amadeus. Un miglioramento invece è risultato evidente quanto alla regia, che si è proposta più frizzante, moderna e con l’occhio rivolto ad altri spettacoli musicali europei similari. Anche il pubblico in sala è stato maggiormente coinvolto rispetto al passato, dotato di un braccialetto a led che si illuminava a ritmo di musica, qualcosa di ordinario per un qualunque concerto moderno, ma che costituisce per l’appunto una novità per Sanremo.

Data:

12 Febbraio 2025