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SANREMO: VIVA LA MUSICA – Serata intensa, bella e senza polemiche sterili dove a vincere è la musica

Una quarta serata che si annuncia scoppiettante, unica che omaggia in toto la storia della musica italiana. La serata delle cover è certamente una delle più attese (insieme alla finale) non solo per canticchiare le canzoni più celebri del nostro panorama nazionale e internazionale, ma anche per scoprire nuovi arrangiamenti e nuove armonie sulle note di sempre. Non banale l’inizio (inaspettato fino alla conferenza stampa di questa mattina) con il ritorno del grande Roberto Benigni, che non ha bisogno di presentazioni. Il suo trionfo è l’emblema della bellezza del nostro Paese, che mostra con un certo orgoglio la grandezza dei nostri artisti. Benigni scherza ed elogia l’Italia (oltre a duettare con Conti) e annuncia il suo ritorno in Rai per il 19 marzo con il suo nuovo programma “Il Sogno”. Oggi ad accompagnare il direttore artistico ci sono la comicità Geppi Cucciari e l’esordio assoluto sul palco (non da cantante) di Mahmood. Inutile negarlo, la sua simpatia tagliente occorreva a questo festival e la scelta di inserirla nella serata della cover è stata ottima. Cucciari avvertiva la pressione, si è notato tantissimo in conferenza stampa e ci ha tenuto a specificare di non voler creare troppe aspettative. Il risultato è stato unico, come la sua comicità. Diverso discorso per Mahmood che come conduttore è apparso un po’ ingessato, meglio come cantante dove mostra tutto il suo potenziale (vedi il magico momento dove ha interpretato i suoi successi). L’ultimo ospite di questa intensa, ma affascinante quarta serata è Paolo Kessisoglu e la figlia Lunita cantano “Paura di me”. Un brano inedito che fa riflettere sulle problematiche del mondo giovanile, che spaziano sotto ogni punto di vista. Testo toccante e reale, vedere padre e figlia sul palco a cantare insieme crediamo sia un bel messaggio da lanciare.

In chiusura di serata la classifica tanto attesa che va dal decimo posto fino al primo. Sostanzialmente la prima classifica che segue un ordine cronologico con l’ausilio del televoto. Di seguito la classifica:

  1. Giorgia con Annalisa – “Skyfall” di Adele  2) Lucio Corsi con Topo Gigio  3) Fedez con Marco Masini  4) Olly con Goran Bregović e la Wedding & Funeral Band – “Il pescatore” di Fabrizio De André  5) Brunori Sas con Riccardo Sinigallia e Dimartino 6) Irama con Arisa – “Say something” degli A Great Big World con Christina Aguilera 7) Rocco Hunt con Clementino – “Yes I know my way” di Pino Daniele 8) Achille Lauro e Elodie – “A mano a mano” di Riccardo Cocciante e “Folle città” di Loredana Bertè 9) Clara con Il Volo – “The sound of silence” di Simon & Garfunkel 10) The Kolors con Sal Da Vinci – “Rossetto e caffè” di Sal Da Vinci

Le pagelle, che esattamente rappresentano uno spaccato con quanto affermato e visto nelle serate precedenti:

  • Rose Villain con Chiello – “Fiori rosa, fiori di pesco” di Lucio Battisti (Voto 5) La difficoltà di interpretare un brano del genere e un cantante di quel calibro, è racchiuso tutto nella mediocrità di questa esibizione. Rose Villain ci mette del suo, ma non è sufficiente.
  • Modà con Francesco Renga – “Angelo” di Francesco Renga (Voto 6) Prestazione nella media considerando le condizione precarie di salute di Kekko dei Modà. Un brano (quello di Renga), che continua a far cantare centinaia di persone nonostante gli arrangiamenti che modificano l’armonia.
  • Clara con Il Volo – “The sound of silence” di Simon & Garfunkel (Voto 5+)  Le intenzioni sono buone, lo sforzo notevole, ma la riuscita non ha soddisfatto le aspettative. Un brano che non si presta alla lirica e ad una voce delicata come quella di Clara. Il Volo non hanno bisogno di critiche nel loro genere sono dei numeri uno in assoluto e se nel mondo intero si parla di loro un motivo ci sarà. Un consiglio, ascoltate la cover dei Disturbed , capirete il motivo di questo voto.
  • Noemi e Tony Effe – “Tutto il resto è noia” di Franco Califano (Voto 4) Insomma, quanto affermato ieri viene confermato in questa serata. Noemi non si discute, il suo timbro si adatta benissimo al timbro del sempre immortale Califano. Purtroppo non possiamo dire la stessa cosa di Tony Effe, che onestamente non capiamo il perché di questa scelta. Forse sta vivendo un momento “Califfo”? Oppure dopo il gossip vuole mostrarsi tormentato? Ad oggi la certezza sta nel mezzo, questo stile musicale non fa per lui.  Forse fa più notizia la collana – sciarpa del valore di 50mila euro, dove il cantante si è voluto togliere qualche sassolino visto l’impedimento di ieri a causa della collana.
  • Michielin e Rkomi “La nuova stella di Broadway” di Cesare Cremonini (Voto 6+)

Una canzone “azzeccata” per entrambi. Lei delicata come sempre e super attenta a non commettere errori, lui arranca ma riesce a stargli dietro. Insomma una prestazione normale di un brano bello e intenso.

  • Lucio Corsi con Topo Gigio – “Nel blu dipinto di blu” di Domenico Modugno (Voto 8) Ironia, simpatia e empatia. Un brano immortale, tradotto in tutte le salse e l’interpretazione di Corsi dimostra l’universalità di questa canzone, con un arrangiamento semplice ma allo stesso tempo pop. Duettare con Topo Gigio ha dato quel senso di vintage che non passa mai di moda, un sentimento nostalgico che ha fatto sorridere tutti.
  • Serena Brancale con Alessandra Amoroso – “If I ain’t got you” di Alicia Keys (Voto 10) Qualcuno potrà accusarci di campanilismo, ma chi di voi non ha avuto i brividi dinanzi a questa interpretazione? Chiunque se la fosse persa potete comodamente recuperarla, il vostro udito vi ringrazierà. La Brancale a livello musicale dimostra di essere una spanna sopra tutti, sia come musicista e sia come cantante. La sua voce è di una indescrivibile bellezza e l’arrangiamento fa capire tanto della qualità anche della Amoroso (quando non canta le solite canzoni d’amore).
  • Irama con Arisa – “Say something” degli A Great Big World con Christina Aguilera (Voto 7) Arisa ha una voce splendida ( non lo scopriamo oggi), il brano sembra cucito su di lei. La vera sorpresa sembra proprio Irama, che come un evento raro (simile ad una prima alla Scala), ha deciso di non usare autotune scoprendo che ha una voce carina. Non sarebbe il caso di farglielo notare?
  • Gaia con Toquinho -“La voglia, la pazzia” di Ornella Vanoni (Voto 5) Un brano con un forte ritmo latino, ma purtroppo il duo non funziona. La metrica dell’arrangiamento non mostra assolutamente la coordinazione tra i due cantanti.
  • The Kolors con Sal Da Vinci – “Rossetto e caffè” di Sal Da Vinci (Voto senza voto) Il brano è orecchiabile e ha fatto cantare tanti di noi per tantissimi mesi, resterà una hit (nessuno vuole affermare il contrario), ma non è adatta allo stile dei The Kolors che da settimane la canticchiavano sui propri canali social. Insomma ha leggermente stancato.
  • Marcella Bella con i Twin Violins – “L’emozione non ha voce” di Adriano Celentano (Voto 7) Lei visibilmente emozionata per la carica e per cosa rappresenta questo brano. Una canzone senza tempo, che mostra anche un ritorno (seppur per pochi istanti) di suo fratello Gianni. Nulla da aggiungere, perché 56 anni di carriera si vedono e come.
  • Rocco Hunt con Clementino – “Yes I know my way” di Pino Daniele (Voto 8) Energia, adrenalina pura. Sono stati bravi a non stravolgere la musicalità di un brano che ha fatto la storia delle generazioni precedenti, ma che continua a farsi ascoltare. Quando si dice che nulla può invecchiare certi capolavori.
  • Francesco Gabbani con Tricarico – “Io sono Francesco” di Tricarico (Voto 5) Gabbani non si discute come voce e attenzione, ma Tricarico è da rivedere. Il risultato? Un interpretazione scialba, senza suscitare nulla.
  • Giorgia con Annalisa – “Skyfall” di Adele (Voto 10) Anche in questo caso le emozioni sono indescrivibili. Non credo ci fossero dubbi viste le interpreti come anche il brano scelto. Poco da dire, restiamo incollati alla Tv per apprezzare l’ascolto.
  • Simone Cristicchi con Amara – “La cura” di Franco Battiato (Voto 7+) Amara è riuscita nell’intento di far emergere con una voce soave un brano iconico. Bravo anche Cristicchi a tenersi ancorato all’essenza pura del brano.
  • Sarah Toscano con gli Ofenbach – “Overdrive” degli Ofenbach con Norma Jean Martine (Voto 5) Brano strategico (vista l’ora dell’esibizione) per non addormentarsi. Pura musica elettronica, che poco si intona alla serata. Mediocre l’interpretazione, seppur il grande impegno della Toscano.
  • Coma_Cose con Johnson Righeira – “L’estate sta finendo” dei Righeira (Voto 7) Anche questa sera il loro compito è stato svolto. L’intelligenza del duo è questa, attenersi al loro genere senza strafare. La loro vittoria crediamo sia questa.
  • Joan Thiele con Frah Quintale – “Che cosa c’è” di Gino Paoli (Voto 7) Musicalità gradevole, che richiama alla musica degli anni 60. Splendido l’intro con l’arpa e nel contesto un esibizione gradevole.
  • Olly con Goran Bregović e la Wedding & Funeral Band – “Il pescatore” di Fabrizio De André (Voto 5) Interpretazione coraggiosa, ma quando vai a toccare De Andrè si rischia di farsi male (dal punto di vista musicale). Arrangiamento interessante, ma Olly forse ha preteso troppo dalla sua voce e dal carpire le peculiarità di questo capolavoro.
  • Achille Lauro e Elodie – “A mano a mano” di Riccardo Cocciante e “Folle città” di Loredana Bertè (Voto 6)  A tratti emozionanti a tratti poco incisivi con spazi musicali vuoti nonostante l’energia dei pezzi scelti.
  • Massimo Ranieri con i Neri per caso – “Quando” di Pino Daniele (Voto 7)  Gli anni passano, ma la voce di Massimo Ranieri non si smentisce mai. Brano (anche questo) iconico e interpretazione magistrale. Ottima la scelta di cantarla a Cappella con i Neri per Caso.
  • Willie Peyote con Tiromancino e Ditonellapiaga – “Un tempo piccolo” di Franco Califano (Voto 7) Brano particolare (come tutti quelli di Califano che rappresentano uno spaccato sentimentale), il trio ha saputo dare brio al pezzo senza tentare in vano di stupire il pubblico in sala.
  • Brunori Sas con Riccardo Sinigallia e Dimartino – “L’anno che verrà” di Lucio Dalla (Voto 8) Brano sempre attuale come anche l’esibizione. Coralità centrata in tutto come anche l’aggiunta di qualche transizione melodica. Peccato per l’audio, che in alcuni casi era calante, ma questo errore non possiamo attribuirlo agli artisti.
  • Fedez con Marco Masini – “Bella stronza” di Marco Masini (Voto 9) Un brano atteso non tanto per la bellezza, ma per l’aura di gossip che si era generata per presunti frecciatine. Tornando alla musica, Masini superlativo come sempre con una voce graffiante e mai banale. Gradevole anche l’associazione con il rap dello stesso Fedez, che sembra essere tornato ai vecchi fasti quando non creava per il commerciale, ma per la coerenza di ciò che si pensa. A livello armonico la migliore cover di questa serata.
  • Bresh con Cristiano De André – “Creuza de mä” di Fabrizio De André (Voto 8) Arrangiamento armonicamente stabile e bello da ascoltare. Un brano particolare, forse per alcuni anche di nicchia, ma interpretazione che si è distinta per bravura e interpretazione. Peccato che ci sia stata un’interruzione causa (nuovamente) problemi audio. Ovviamente anche risentendola il parere non cambia.
  • Shablo feat. Guè, Joshua e Tormento con Neffa – “Amor de mi vida” dei Sottotono e “Aspettando il sole” di Neffa (Voto 6+)  Classico rap, certamente a differenza del brano in gara si vede ampiamente che si sentono maggiormente a loro agio, semplicemente che i brani scelti rappresentano un pezzo importante della loro carriera.

Data:

15 Febbraio 2025

One thought on “SANREMO: VIVA LA MUSICA – Serata intensa, bella e senza polemiche sterili dove a vincere è la musica

  1. Ottima analisi dell’autore ed una eccellente valutazione sulle pagelle, si evidenzia la sua esperienza in campo artisticomusicale, bravo Giuseppe

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