“Santa Lucia, il giorno più corto che ci sia”. Conosciamo tutti questo detto popolare che, tra l’altro, non corrisponde neppure alla realtà. Il giorno più corto dell’anno, infatti, non è il 13 dicembre – data in cui si festeggia la Santa – ma quello tra il 21 e il 22 dicembre.
Vediamo, comunque, da dove nasce questa leggenda e, soprattutto, cerchiamo di capire chi è realmente Santa Lucia e perché la sua figura è legata alla celebrazione del Natale.
Lucia nasce a Siracusa nell’anno 283 ed è stata martirizzata per la sua fede in Cristo durante la grande persecuzione di Diocleziano, il 13 dicembre 304.
Questa Santa, celebrata tanto dalla Chiesa Cattolica quanto da quella Ortodossa, è una delle sette vergini menzionate nel Canone Romano ed è tradizionalmente invocata quale protettrice della vista, in ragione dell’etimologia del suo nome.
Santa Lucia – opera dell’artista Francesco del Cossa (1472-73)
La storia narra che Lucia fosse una giovane cristiana di nobili origini che, alla morte del padre, fu promessa in sposa ad un pagano. Ma Lucia aveva votato la sua verginità a Cristo fin da piccolissima, cosa che le valse non soltanto il martirio ma anche strabilianti miracoli.
Sua madre, Eutychia, era da anni affetta di emorragie inguaribili ma Lucia ne ottenne la guarigione il giorno stesso in cui la condusse in pellegrinaggio alla tomba di Sant’Agata, il 5 febbraio 301. Quella notte, Lucia ebbe la visione della Santa accompagnata da una schiera di angeli che le rivolse queste parole: “Lucia sorella mia, vergine consacrata a Dio, perché chiedi a me ciò che tu stessa puoi concedere? Infatti la tua fede ha giovato a tua madre ed ecco che è divenuta sana. E come per me è beneficata la città di Catania, così per te sarà onorata la città di Siracusa”.
Da quel momento, Lucia si dedicò con ancora più fervore alla preghiera e alla cura dei poveri ma il suo pretendente era deciso a riscattare la sua promessa sposa.
Stanco dei continui rifiuti, decise di vendicarsi di lei denunciandola come cristiana: erano infatti in vigore gli editti volti a revocare i diritti legali dei cristiani e ad esigere che si adeguassero al culto pagano.
Ma Lucia non cedette. Non soltanto non volle sacrificare agli déi ma neppure si piegò alla minaccia di essere condotta in un postribolo. “Il corpo si contamina solo se l’anima acconsente”, fu la sua pronta risposta.
A questo punto il prefetto Pascasio, che presiedeva al suo caso, ordinò che fosse obbligata con la forza ma il suo corpo divenne così pesante che fu impossibile muoverla.
Accusata per questo di stregoneria, fu cosparsa di olio e torturata col fuoco, ma le fiamme non la toccarono.
La sua anima passò da questo all’altro mondo – a causa di una pugnalata che le fu inferta alla gola – nell’anno 304, all’età di ventun’anni.
Santa Lucia – opera dell’artista Francesco del Cossa (1472-73) – dettaglio degli occhi
So che, a questo punto, molti saranno sorpresi di non trovare alcun accenno alla presunta enucleazione oculare di santa Lucia. In realtà le fonti non ne parlano se non a partire dal XV secolo; questo lascia supporre che l’iconografia che la ritrae con gli occhi sulla coppa o sul piatto è da ricondursi alla devozione popolare che la invoca quale protettrice della vista a causa del significato del suo nome. Lucia, in fatti, viene dal latino LUX che significa “luce”.
Il culto di Santa Lucia iniziò fin dal giorno della sua deposizione nelle catacombe che presero il suo nome e ben presto la sua fama si diffuse fuori della Sicilia.
La memoria liturgica ricorre il 13 dicembre ma prima dell’istituzione del calendario gregoriano (1582) la festa cadeva in prossimità del solstizio d’inverno, da qui il detto popolare di cui sopra.
Il fatto che Santa Lucia fosse celebrata in un giorno vicino al solstizio d’inverno è verosimilmente dovuta alla volontà – come spesso accade nelle ricorrenze cristiane – di sostituire antiche feste popolari. In questo caso si tratta della festa della Luce che si celebra, nello stesso periodo dell’anno, nell’emisfero nord.
Inoltre, il culto di Santa Lucia presenta diverse affinità con il culto di Artemide, divinità greca “della luce” venerata a Siracusa nell’Isola di Ortigia e rappresentata con due torce accese fra le mani.
Tantissimi gli artisti che, nel corso dei secoli, le resero omaggio: penso a Caravaggio, Lorenzo Lotto, Francesco del Cossa e agli splendidi mosaici della basilica di Sant’Apollinare Nuovo a Ravenna.
Ma non posso non citare Dante Alighieri che attribuì a Santa Lucia un ruolo fondamentale all’interno della Divina Commedia. Nel “Convivio”, saggio che scrisse nei primi anni dell’esilio, il poeta racconta dei suoi problemi di vista causati dalle prolungate letture e da cui guarì grazie all’intercessione della Santa. Un po’ per gratitudine e un po’ per allegoria, le attribuì in seguito il ruolo di “guida luminosa” dell’umanità nel suo viaggio il regno dei cieli.
“Processione delle vergini” – mosaico della Basilica di Sant’Apollinare Nuovo a Ravenna. Lucia è la seconda da destra
Questa è la Santa Lucia che tutti conosciamo ed amiamo ma quanti sono al corrente del substrato pre-cristiano da cui deriva la sua figura “luminosa”? E qual è, poi, il motivo per il quale la Santa è diventata colei che porta i doni ai bambini?
Cartine alla mano, si suppone che la tradizione pre-cristiana riguardante Lucia possa essere un’eredità culturale longobarda, popolazione Scandinava che, a partire dal I secolo a.C., scese progressivamente fino in Italia.
I popoli nordici consideravano la notte fra il 12 e il 13 dicembre l’inizio del mese di Yule, ovvero il periodo in cui le tenebre si impadronivano sempre più della terra, riportandola al caos primordiale.
In realtà la fase più acuta di buio coincide con i dodici giorni che vanno dal 25 dicembre (Yule-Natale) e il 6 gennaio (Peratha-Epifania). I giorni dal 13 al 25 dicembre, sempre in numero di dodici, sono quindi un’anticipazione dei successivi.
In alcune popolazioni dell’Europa centrale, l’ultimo giovedì del mese di gennaio vigeva l’usanza di bruciare in un grande falò la “Giubiana”, figura simbolica della “Vecchia Invernale”, la cui eliminazione annunciava la fine dell’oscurità. Giubiana – etimologicamente Diana-Jana-Janua – significa “dea della porta-transito” e rappresenta, grazie al ritorno progressivo della luce, la vera nascita del nuovo anno. Al maschile Giubiana – Giano-Janus – è il dio degli inizi e del primo mese dell’anno, Gennaio.
Secondo il detto popolare, il 13 dicembre è la notte più lunga dell’anno: questo è vero ma non dal punto di vista temporale, bensì da quello spirituale. Si ritiene infatti che questa notte sia governata da Lussi («Luce»), madre e Regina degli spiriti dell’aldilà nonché di fate, elfi, gnomi e troll. È proprio in questo periodo dell’anno, in cui le tenebre scendono sulla terra, che il confine tra il mondo dei vivi e quello dei morti si fa più labile mettendo l’umanità nella situazione “pericolosa” di trovarsi a cavallo tra due mondi.
Lussi, la luminosa
Si credeva inoltre che durante la processione della notte tra il 12 e il 13 dicembre, Lussi rapisse i bambini che non si fossero comportati bene durante l’anno e, dopo essere stati condotti su per il camino, li portasse con sé nel mondo dei morti. È molto probabilmente questo il fondamento della tradizione che vede la Befana quale distributrice di doni per chi si è comportato bene e di carbone per gli altri, dove il carbone – per il suo colore – richiama la notte oscura del caos e il camino il “passaggio” tra i due mondi.
Con l’avvento del cristianesimo, la “Lunga Notte” diventò la celebrazione di Santa Lucia, il cui nome ha la stessa radice “luciferina” di Lussi, ovvero “portatrice di luce”.
Ed è così, infatti, che viene rappresentata: con una corona di 4 o 12 candele, a simboleggiare le stagioni o i mesi dell’anno.
Questa storia può sembrarci strana o frutto di pura fantasia e folklore. In realtà, se le si osserva più attentamente, vi si possono scorgere verità esoteriche sul funzionamento del cosmo e della natura. Sta di fatto che le vecchie tradizioni sono dure a morire e che la credenza in Lussi era ancora viva quasi mille anni dopo il martirio di Santa Lucia. La sua festa, così come la conosciamo oggi, si radicò soltanto nel XX secolo.
Santa Lucia, i cui occhi rimossi rappresentano il Sole che, in quel periodo dell’anno, sembra morire è anche colei che preannuncia la nascita del Nuovo Sole il 25 dicembre, la notte di Yule. Il Sole che illumina la notte de cristiani: Gesù Cristo.