Traduci

Santamaria: “La sfida per le PMI italiane è innovazione e internazionalizzazione”

Dopo il crollo della Lehman Brothers, nel 2008, il mondo è sembrato sull’orlo di un precipizio. La devastante crisi economica e finanziaria ha messo in ginocchio i popoli d’Occidente. Le condizioni economiche e sociali di famiglie e imprese sono drasticamente arretrate. Il costo della vita è aumentato, i salari diminuiti, le tasse triplicate. In un contesto cosi difficile e delicato, dove le banche hanno chiuso i rubinetti del credito (credit crunch) per le imprese, un ruolo fondamentale per concedere ossigeno alle piccole aziende dell’artigianato e offrire loro una opportunità di crescita per il futuro, è stato svolto dai Confidi (società consortili nell’offrire garanzie di credito alle PMI italiane).

L’International Post in esclusiva per i propri lettori, ha intervistato Vito Antonio Santamaria (già Presidente del Cofidi Puglia dal 1998 fino al 2011), oggi Amministratore Unico di Finanza per l’Impresa S.r.L. (società di consulenza per il credito alle imprese).

Già nel 1978, Santamaria diviene responsabile territoriale della sede CNA (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e delle PMI) di Acquaviva delle Fonti (BA), costituisce poi nel 1982 la Cooperativa Artigiana di Garanzia “SVILUPPO”. Dall’aggregazione di circa 500 soci artigiani, ai quali si unirono altre 5 cooperative di garanzia della provincia di Bari fu costituito, nel luglio del 1996, COFIDI Puglia.

Si può considerare conclusa la terribile crisi finanziaria partita nel 2008, con il crollo della Lehman Brothers?

La crisi finanziaria può dirsi conclusa. Adesso stiamo vivendo una crisi strutturale, di sistema. Abbiamo bisogno di innovazione in tutti i campi. Esempi virtuosi ci vengono ad esempio dalla Puglia, che nel settore high-tech (vedi l’aerospaziale, i dispositivi sensoriali per i treni ecc..) sta volando sempre più in alto e la domanda di export cresce sempre più.

cms_833/408436_430041943698171_755104606_n_1403327574.jpg

(Santamaria stringe la mano al Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola)

In questi sei lunghi anni di spaventosa crisi economica, in cui la stretta creditizia delle banche è stata soffocante, quanto è stato fondamentale il ruolo dei Confidi per dare ossigeno alle PMI italiane?

I confidi hanno fatto praticamente da ammortizzatore sociale. I consorzi fidi hanno incamerato parecchie sofferenze, facendo credito e garantendo in percentuali molto alte (50%, 80% a volte anche il 100%) i crediti bancari alle imprese. Ne abbiamo salvate tante di imprese dalla crisi del debito. Ma molte altre sono fallite per una crisi di credito.

Crediti vantati nei confronti della Pubblica Amministrazione?

Sia con i privati ma soprattutto a causa dei ritardi di pagamento delle pubbliche amministrazioni. Molto hanno pesato i vincoli del patto di stabilità dei bilanci delle amministrazioni dello stato. Questo ha significato per le imprese pagare l’ondata di tasse e aspettare di incamerare le risorse dalle amministrazioni pubbliche. In questo modo sono saltate per aria intere famiglie.

E le imprese che si sono salvate, possiamo dire che hanno vinto la sfida della crisi?

Quelle imprese che hanno usato il credito garantito da Cofidi per investire in innovazione dei prodotti hanno certamente retto l’urto devastante della crisi, sono rimaste in piedi e sono ripartite conquistando anche gli spazi di mercato lasciati liberi da quelle imprese che non c’è l’hanno fatta a reggere la violenza della crisi economica.

La crisi (che in greco assume il significato di rigenerazione) come ha cambiato il sistema economico-produttivo delle imprese italiane? Domani tutto sarà come prima?

Nulla sarà più come prima. La crisi ha cambiato tutto. Occorre fare molta innovazione e aggredire nuovi mercati emergenti. Chi è voluto restare nel proprio orticello, senza rendersi conto della globalizzazione dei mercati, è stato letteralmente spazzato via. Chi ha avuto il coraggio e la spregiudicatezza di proiettarsi verso il futuro ha posto le condizioni per volare alto nei prossimi anni.

Uno dei sistemi più in crisi, è certamente quello dell’edilizia e tutto il suo indotto. Come può ripartire quel settore trainante per la crescita economica di un paese?

L’arma vincente è l’innovazione. Occorre proiettarsi verso la bioedilizia. Al momento stiamo finanziando un progetto ambizioso che permetterà un serio ed efficiente sistema di risparmio energetico per le nuove abitazioni e allo stesso tempo garantirà un impatto ambientale pari a zero.

Qual è la sfida che deve vincere il Mezzogiorno d’ Italia?

Il Sud deve saper guardare oltre i confini italiani. Occorre invadere i mercati esteri soprattutto quelli emergenti. Ad esempio noi stiamo organizzando una missione in Azerbaigian. Puntiamo molto sul target del fashion, della creatività e bellezza del Made in Italy. L’Azerbaigian è un mercato emergente produttore di gas e petrolio. Ovviamente dopo che ci siamo andati noi, dobbiamo essere abili a farli venire nelle nostre terre.

cms_833/486157_344307382271628_865121499_n.jpg

(Vito Antonio Santamaria in compagnia di una delegazione russa al Matching di Milano)

Sarebbe utile quindi rilanciare la Fiera del Levante di Bari per farlo diventare un nodo cruciale per il commercio con l’Oriente e il Mediterraneo?

Ovviamente, e dobbiamo offrire loro un assaggio delle nostre bellezze architettoniche, artistiche, culturali, storiche, paesaggistiche, enogastronomiche. Quando vengono qui per turismo congressuale dobbiamo essere abili nel riuscire a vendere il prodotto Puglia. Dobbiamo portarli alle Grotte di Castellana, ai Trulli di Alberobello, alle cento masserie di Crispiano, nelle Cattedrali del Barocco leccese. E dobbiamo conquistarli con il nostro cibo e il nostro vino.

Pubblicità

Autore:

Data:

18 Giugno 2014