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SCAMBI COMMERCIALI – Varietà economica e dimensione dei mercati nel Global Innovation Index

La variabile “Scambi commerciali, varietà economica e dimensione dei mercati” nel contesto del Global Innovation Index rappresenta un insieme di indicatori fondamentali per valutare la capacità di un paese di promuovere e sostenere l’innovazione. Questo parametro tiene conto del livello di integrazione di un paese nei mercati globali, misurando la portata delle importazioni ed esportazioni, che sono essenziali per favorire il trasferimento di conoscenze, tecnologie e risorse. Allo stesso tempo, valuta la diversificazione economica, analizzando la capacità di un paese di sviluppare settori produttivi variegati. Un’economia diversificata è più resiliente e meglio posizionata per affrontare le sfide globali e rispondere alle mutevoli esigenze del mercato.  Inoltre, questa variabile esamina la dimensione dei mercati, sia interni che esterni, che rappresenta un fattore cruciale per stimolare investimenti in innovazione. Mercati ampi offrono maggiori risorse, talenti e opportunità di scalabilità, creando un terreno favorevole allo sviluppo di tecnologie avanzate e soluzioni competitive. Complessivamente, questi aspetti delineano il potenziale di un paese di attrarre investimenti, stringere collaborazioni internazionali e generare innovazioni capaci di competere a livello globale, evidenziando sia il livello attuale di sviluppo economico sia la capacità di evolversi in modo sostenibile e inclusivo. I dati fanno riferimento al periodo tra il 2013 ed il 2022.

Scambi commerciali, varietà economica e dimensione dei mercati nel 2022. I dati relativi a scambi commerciali, varietà economica e dimensione dei mercati nel Global Innovation Index del 2022 evidenziano una chiara gerarchia tra i paesi analizzati, riflettendo dinamiche economiche globali e regionali. Gli Stati Uniti, in testa con un punteggio di 96,2, dimostrano un livello eccezionale di integrazione nei mercati globali, una notevole diversificazione economica e una scala di mercato che permette loro di attrarre investimenti significativi e sostenere un ecosistema altamente innovativo. Segue da vicino la Germania (95,8), che eccelle in settori industriali avanzati e in una struttura produttiva diversificata, mantenendo una forte presenza nel commercio globale. La Cina, al terzo posto con 94,6, evidenzia il suo ruolo crescente come hub di produzione e innovazione globale, grazie a un mercato interno vastissimo e a politiche strategiche volte a promuovere il commercio e lo sviluppo tecnologico. Anche il Giappone (93,3) si distingue, ma il suo punteggio leggermente inferiore rispetto a Cina e Germania può riflettere sfide legate alla crescita demografica e alla saturazione di alcuni settori economici. Paesi europei come il Regno Unito (88,1), la Francia (86,7) e l’Italia (83,5) mostrano una buona performance complessiva, ma il loro punteggio è inferiore rispetto alle economie di dimensioni maggiori. Ciò può essere attribuito alla limitata scala dei loro mercati rispetto a paesi come gli Stati Uniti e la Cina, nonostante un alto livello di diversificazione economica e una forte integrazione commerciale. I paesi emergenti, come Indonesia (87,7) e India (85,9), stanno guadagnando terreno grazie a economie in rapida espansione e politiche orientate all’apertura commerciale e alla diversificazione. Tuttavia, devono ancora affrontare sfide significative in termini di infrastrutture e innovazione tecnologica per competere con i leader globali. Nella fascia intermedia troviamo paesi come il Messico (79,5), il Canada (77,8) e la Spagna (76,2), che mostrano un buon equilibrio tra commercio e diversificazione, ma soffrono di mercati meno competitivi o più piccoli rispetto ai principali attori globali. Analogamente, economie più piccole e specializzate come i Paesi Bassi (69,2) o la Svezia (67,3) dimostrano una forte competitività in settori specifici, ma risentono della limitata scala del mercato. Le economie meno sviluppate o dipendenti da settori specifici, come l’Angola (20,3), il Mali (20,6) o il Burundi (8,9), evidenziano punteggi significativamente inferiori. Questo è attribuibile alla bassa diversificazione economica, alla scarsa integrazione nei mercati globali e a mercati interni ridotti, che limitano la loro capacità di attrarre investimenti e sviluppare innovazioni.

Scambi commerciali, varietà economica e dimensione dei mercati tra il 2013 ed il 2022. I dati relativi alle variazioni nei punteggi tra il 2013 e il 2022 in termini di scambi commerciali, varietà economica e dimensione dei mercati mostrano significative differenze tra i paesi, riflettendo trasformazioni economiche e politiche globali. La Cina si distingue con un aumento del 26,64% nel periodo considerato, grazie alla continua espansione del suo mercato interno e alla crescente integrazione nelle catene del valore globali. Questo risultato sottolinea la strategia di apertura economica e di innovazione che il paese ha perseguito con successo. Anche l’India, con una crescita del 22,89%, evidenzia progressi significativi, sostenuti da politiche di liberalizzazione, investimenti in infrastrutture e una popolazione giovane che alimenta l’espansione economica. I paesi sviluppati, come Giappone e Germania, hanno registrato miglioramenti, rispettivamente del 19,46% e 16,69%, dimostrando resilienza e capacità di innovare nei settori avanzati. Gli Stati Uniti, pur con un incremento più modesto del 12,78%, restano tra i leader globali grazie alla loro dimensione economica e al ruolo dominante nel commercio internazionale. Tuttavia, alcuni paesi sviluppati come il Regno Unito e la Francia mostrano incrementi più contenuti, segnalando una certa stagnazione rispetto alle economie emergenti. Sul versante opposto, molte economie emergenti e in via di sviluppo hanno subito cali drastici. Paesi come Nigeria (-65,29%), Angola (-68,33%) e Uganda (-65,94%) evidenziano una marcata contrazione, probabilmente legata a fattori quali instabilità politica, dipendenza da risorse naturali e debole diversificazione economica. Anche economie tradizionalmente stabili come il Canada e la Svezia hanno registrato cali significativi, rispettivamente del -13,75% e -16,60%. Questo potrebbe essere indicativo di una perdita di competitività relativa o di un ridimensionamento nella loro presenza nei mercati globali. Il caso di alcuni paesi del Sud-Est asiatico, come il Vietnam, che ha visto un aumento del 16,94%, dimostra l’efficacia delle strategie di sviluppo orientate all’export e alla diversificazione industriale. Al contrario, paesi come il Brasile (-3,85%) e la Turchia (-2,96%) hanno registrato modesti cali, nonostante le loro economie relativamente grandi. Ciò suggerisce che le pressioni interne, come l’inflazione, e fattori esterni, come le fluttuazioni del commercio globale, possano aver influenzato negativamente queste nazioni. Le perdite più marcate sono osservabili in alcune piccole economie che hanno sofferto di una diminuzione dell’integrazione commerciale o di una perdita di competitività. Tra i peggiori risultati spiccano paesi come il Brunei (-57,76%) e la Jamaica (-69,62%), che possono essere stati colpiti da dinamiche regionali o dalla mancanza di strategie di diversificazione economica.

Conclusioni. In media il valore degli scambi commerciali, della varietà economica e della dimensione dei mercati è diminuito tra il 2013 ed il 2022 di un valore pari a -27,34% passando da un ammontare di 74,4 unità fino ad un valore di 54,10.  I paesi top performers sono: Cina con +26,64%, India con +22,89%, Giappone con +19,46%, Indonesia con +17,72%, Russia con +17,20%. I paesi worse performers sono: Trinidad and Tobago con -67,42%, Angola con -68,33%, Jamaica con -69,62%, Guinea con -80,58%, Cameroon con -98,13%.

PerformersCountries20132022Var AssVar Per
Top PerformersChina74,794,619,926,64
India69,985,91622,89
Japan78,193,315,219,46
Indonesia74,587,713,217,72
Russian Federation75,688,61317,20
Worse PerfomersTrinidad and Tobago69,422,4-47-67,72
Angola64,120,3-43,8-68,33
Jamaica75,723-52,7-69,62
Guinea55,610,8-44,8-80,58
Cameroon58,91,1-57,8-98,13

Data:

18 Novembre 2024

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