Dopo innumerevoli peripezie, il processo ai danni del principe Andrea si avvia alla conclusione. L’imputato ha raggiunto un accordo nella causa civile per l’accusa di violenza sessuale mossa da Virginia Giuffre, impegnandosi a versare una somma di denaro (al momento ignota) e a fare una “donazione sostanziale” ad una organizzazione di beneficienza “in supporto dei diritti delle vittime degli abusi”, come ha riferito il New York Times.
“È un accordo di massima ed entro un mese verrà notificata al giudice la richiesta di chiusura processo nei suoi confronti” hanno precisato i legali dell’ex reale. Ex, sì, perché lo scandalo legato agli abusi sessuali (e al famigerato “Caso Epstein”, che ha letteralmente fatto il giro del mondo) gli è costato il titolo di “Altezza Reale” oltre che i gradi e gli onori militari. A revocarne i diritti è stata nientemeno la regina Elisabetta II, di cui Andrea è il terzogenito. Un tempo si diceva fosse il “figlio prediletto” di Sua Maestà, ma le turbolente vicende giudiziarie lo hanno allontanato da Buckingham Palace. Si può dire che la corte britannica lo abbia ormai messo al bando.
Pesano sulla posizione di Andrea, in particolare, le gravissime accuse di Virginia Giuffre, oggi divenuta un vero e proprio punto di riferimento per le vittime di abusi. La donna ha pubblicamente dichiarato di essere stata stuprata tre volte dal principe nel lontano 2001, il che aggrava la situazione poiché all’epoca la stessa era minorenne. Già diversi anni fa Andrea premeva per l’archiviazione del caso forte di una presunta “liquidazione” in favore della vittima, versata dall’amico morto suicida Epstein nel 2009. Stando alle dichiarazioni dell’imputato, pare che la Giuffre avesse incassato 500mila dollari; tuttavia, questa versione dei fatti non ha mai convinto i giudici, che hanno optato per la prosecuzione del processo. Soltanto con il risarcimento diretto da parte di Andrea la vicenda potrà chiudersi definitivamente.
