“Scandalo Oxfam, sotto accusa il numero uno
Si aggrava lo scandalo intorno all’Ong britannica Oxfam che – dopo le rivelazioni su festini a luci rosse ad Haiti da parte di suoi operatori – è di nuovo sotto accusa per abusi sessuali denunciati da una ex dirigente dell’organizzazione, Helen Evans, che parla di una vera e propria “cultura di abusi sessuali“. Nel mirino finisce anche il numero uno di Oxfam, il chief executive Mark Goldring, che – secondo il Times – era stato messo a conoscenza in prima persona di altri abusi segnalati in tempi più recenti dalla Evans, ex garante interna per la tutela delle norme di comportamento, incarico ricoperto dal 2012 al 2015.
Evans rivela infatti diversi casi di violenze, tra cui quella di un ex operatore umanitario accusato di aver costretto con la forza una donna ad avere rapporti sessuali in cambio di aiuti umanitari. L’ex dirigente cita poi un’indagine realizzata da Oxfam in tre paesi, tra i quali il Sud Sudan, dalla quale risultava che circa il 10% dei componenti del personale umanitario era stato vittima di una violenza sessuale o testimone di uno stupro o di un tentativo di stupro da parte di un collega. Evans ha affermato che Mark Goldring e il suo team di leadership aveva annullato un incontro per discutere le sue preoccupazioni proprio sugli abusi che coinvolgevano i dipendenti Oxfam.
In risposta alle accuse della ex dirigente, Oxfam ha sostenuto che alla luce delle indagini da lei condotte aveva adottato misure concrete per migliorare la gestione dei problemi di “protezione”. “Ci dispiace di non aver reagito più rapidamente e più efficacemente alle segnalazioni di Helen”, ha replicato l’Ong in un comunicato, precisando di aver raddoppiato il suo personale nelle équipe di ’protezione’, passato da due a quattro operatori.
Venerdì scorso il quotidiano londinese The Times aveva rivelato che alcuni operatori umanitari sarebbero andati con prostitute utilizzando i fondi della Ong durante la missione ad Haiti dopo il terremoto del 2010 che fece circa 300.000 morti. Da parte sua Oxfam ha negato di aver tentato di insabbiare il caso. Ieri poi sono arrivate le dimissioni della vicepresidente di Oxfam, Penny Lawrence che, esprimendo il proprio “rammarico” e “vergogna” per il “comportamento dei dipendenti in Ciad e Haiti, incluso l’uso di prostitute”, si è assunta “la piena responsabilità” di quanto accaduto.
Il governo britannico, da parte sua, ha minacciato di ritirare il sostegno all’organizzazione umanitaria. La ministra della Cooperazione internazionale, Penny Mordaunt, ha affermato che il governo sospenderà i finanziamenti, pari a 32 milioni di sterline l’anno (36 milioni di euro) se l’organizzazione non assumerà tutti i provvedimenti necessari per evitare in futuro nuove situazioni analoghe.
Msf: “Molestie e abusi anche da noi”
Dopo lo scandalo che ha investito la ong Oxfam, oggi arriva l’ammissione di Medici senza frontiere (Msf) che annuncia di aver registrato casi di molestie o abusi sessuali all’interno dell’organizzazione nel 2017. In particolare, su 146 segnalazioni o denunce ricevute dalla direzione dell’Ong, che conta 40mila dipendenti nel mondo, sono stati individuati “40 casi di abusi, di cui 24 sono molestie o abusi sessuali verso membri dell’organizzazione o, in due casi, persone esterne”, ha dichiarato Msf in un comunicato, aggiungendo che 19 persone sono state licenziate.
Msf “condanna fermamente ogni forma di abuso – si legge in una nota – e stiamo rafforzando i nostri meccanismi di denuncia e di monitoraggio per individuare comportamenti che collidono con i nostri principi e garantire che tutti i casi vengano denunciati e puniti, perché il settore umanitario sia trasparente e libero da questi inaccettabili atti”.
“Da diversi anni – spiega la nota – abbiamo istituito specifici meccanismi interni di denuncia, attraverso i quali tutti i membri dello staff possono riportare comportamenti inappropriati, abusi di potere, molestie o abusi sessuali, per i quali sono previste indagini interne e sanzioni che vanno dal rimprovero alla sospensione fino al licenziamento”.
Abbiamo deciso “di diffondere i nostri principi e procedure per combattere ogni forma di abuso all’interno della nostra organizzazione, insieme ai dati sui casi riscontrati nel 2017” – dichiara ancora l’organizzazione umanitaria – “per portare avanti il nostro spirito di trasparenza, in un momento in cui il tema è sotto i riflettori in tutti i settori e gli ambiti della società, purtroppo anche quello umanitario”.
Casa infestata, la polizia chiama l’esorcista
Stranger Things, è il caso di dirlo. “Cose strane, come coltelli volanti“. E’ quanto raccontato da una coppia in una telefonata fatta alla polizia, nella quale l’uomo e la donna hanno richiesto l’intervento nella loro villetta ai bordi di un lago in Siberia.
Siamo a Maraksa, villaggio a circa 300 km da Tomsk: pochi giorni fa, i proprietari della casa hanno chiamato le autorità raccontando di essere stati testimoni di fenomeni in stile ’poltergeist’, con pezzi di mobili che si staccavano da soli e sedie che volavano per la stanza.
IL CAOS – Quando la polizia è arrivata, gli agenti hanno trovato il caos totale e anche un coltello conficcato nel muro. Mentre gli agenti si aggiravano per le stanze, racconta il ’Siberian Times’, alcuni di loro avrebbero sentito “qualcosa che non poteva essere spiegato razionalmente”.
IL PRETE – Un armadio sarebbe caduto accanto a uno di loro, un bastone sarebbe volato fuori da una stanza vuota e alcuni libri sarebbero caduti uno dopo l’altro da una mensola. Tanto è bastato, riporta la testata locale, da far decidere agli agenti di rivolgersi alla chiesa del villaggio, dopo aver redatto un rapporto, chiedendo l’intervento di un prete.