Scoppia il caso condono
Il decreto sul tema della pace fiscale inserito in manovra diventa un caso. Ospite a ’Porta a Porta’, il vicepremier Luigi Di Maio lancia l’accusa: il testo sulla pace fiscale trasmesso al Colle, secondo il vicepremier, sarebbe stato manipolato da qualche ’manina’ dopo l’approvazione in Consiglio dei ministri. “Il testo sulla pace fiscale trasmesso al Colle non era quello su cui c’era l’accordo in Cdm” denuncia Di Maio annunciando che intende depositare “subito una denuncia alla Procura della Repubblica” perché non è possibile che vada in Quirinale un testo manipolato”.
Il Colle smentisce subito che il documento sia mai arrivato. “Il testo del decreto fiscale non è ancora pervenuto al Quirinale per l’esame, la firma e l’emanazione da parte del Presidente della Repubblica” precisa l’Ufficio stampa del Quirinale. “Allora basterà stralciare quella parte” replica Di Maio. Ma a risolvere il giallo è il premier Giuseppe Conte che da Bruxelles, informato delle criticità emerse nel decreto ha bloccato l’invio ufficiale del testo al Quirinale.
Il decreto fiscale era stato anticipato al Colle in via meramente informale, come è consuetudine fare in questi casi, spiegano fonti di Palazzo Chigi. Prima dell’invio il premier intende dunque rivedere personalmente il testo articolo per articolo. Intanto è gelo dalla Lega: ’’Noi siamo gente seria e non sappiamo niente di decreti truccati – fanno sapere alcuni esponenti dei vertici del Carroccio – stiamo lavorando giorno e notte sulla riduzione delle tasse, sulla legge Fornero e sulla chiusura delle liti fra cittadini ed Equitalia’’.Mentre i sospetti del Movimento 5 Stelle si concentrano sui tecnici del Tesoro. “E stato il Mef”, dice all’Adnkronos un importante esponente M5S del governo Conte.
IL CASO DELL’ART. 9 – Il caso decreto fiscale esplode nel salotto di Bruno Vespa, quando Luigi Di Maio, ospite della trasmissione di Rai Uno annuncia: “Ho sempre detto agli imprenditori italiani che dovevamo liberarli dalle grinfie di Equitalia ma non ho mai detto che si dovevano aiutare i corrotti all’estero”. Il testo sulla pace fiscale inserito in manovra e trasmesso al Colle, dice, “non era quello su cui c’era l’accordo in Cdm”. Di Maio fa riferimento all’ultima bozza circolata del decreto, dove il condono si allarga fino a diventare ’tombale’. Non solo Irpef, Irap e contributi previdenziali, ma anche Iva e attività detenute all’estero. IN particolare, Di Maio si riferisce all’articolo 9 che si intitola ’Disposizioni in materia di dichiarazione integrativa speciale’.
“C’è sia uno scudo fiscale sia la non punibilità per chi evade. E questo è un fatto gravissimo” afferma Di Maio. Quindi rincara la dose: “Questo testo – precisa – non era concordato in Cdm. Non lo votiamo se non si cancella la parte sui capitali all’estero. “C’è di tutto, c’è il reato di riciclaggio, c’è di tutto. Questa parte deve essere tolta. Questo è un condono fiscale alla Renzi, quindi questa norma non la voterò“assicura.
“GIOCHINI NEL GOVERNO” – Il vicepremier non ha dubbi: “Questo è il governo con il più alto numero di nemici, non mi sorprende una cosa simile”. Di Maio dice a Vespa che si è reso conto della manipolazione solo oggi quando “i ministri stavano rivedendo le bozze che circolavano”. Niente sospetti, però, nei confronti dei partner di governo. “Non ho ragione di dubitare della Lega. Ci siamo stretti la mano – sottolinea -. Escludo responsabilità politiche perché mi fido delle persone con cui sono al governo”. Sospetta del sottosegretario Giancarlo Giorgetti? Gli chiede Vespa. “Non mi permetterei mai” risponde Di Maio. “Confermo tutta la fiducia in questo governo” assicura, ma “se ci facciamo passare testi così sotto al naso, allora cominciano i problemi grossi. Ovvero qualcuno si mette in testa di poter fregare il governo”. Per il vicepremier “in questo governo stanno avvenendo tante cose inedite, tanti giochini. Ciò che metteremo in campo dopo la denuncia in Procura ci farà capire”.
PD ALL’ATTACCO – Nel frattempo l’opposizione va all’attacco. A partire dal segretario del Pd, Maurizio Martina: ’’Approvano un condono tombale per gli evasori. E ora cercano manine e nemici. Imbroglioni. Un grande paese come l’Italia non merita tutto questo #ladridifuturo’’. Duro anche l’ex premier Matteo Renzi: “Di Maio è un uomo disperato – scrive su Twitter – Vota a sua insaputa un condono, poi grida allo scandalo. Attacca me. Non capisce il senso dei testi che vota. Dopo questa giornata imbarazzante la domanda è semplice: ’’ma Di Maio sa almeno leggere ciò che firma?’’.
Pensione, 4 finestre di uscita
La soglia minima per il pensionamento anticipato è di 62 anni di età e 38 anni di contributi, a cui si potrà accedere durante quattro ’’finestre’’ l’anno. E’ quanto si legge nel Documento programmatico di Bilancio, trasmesso a Bruxelles dopo il varo della manovra da parte del governo. Si tratta del periodo che va dalla maturazione del diritto alla pensione all’effettiva uscita dal lavoro.
La famigerata ’quota 100’, che corrisponde alla somma dell’età anagrafica, cavallo di battaglia della Lega, scatterà a febbraio. L’obiettivo finale, per il Carroccio, resta lo “smontaggio” totale della riforma Fornero.
L’uscita tramite le 4 ’finestre di uscita’ l’anno. Si tratta del periodo che va dalla maturazione del diritto alla pensione all’effettiva uscita dal lavoro.
Quota 100 permetterà di ritirarsi dal lavoro con circa 5 anni di anticipo rispetto a quanto previsto dalla pensione di vecchiaia, per la quale nel 2019 l’età pensionabile sarà aumentata a 67 anni.
Per ora non sembra esserci limiti a livello di platea, né penalizzazioni per aderire allo schema che modifica la Legge Fornero. Modifica a cui saranno destinati per il 2019 6,7 miliardi, con un totale che nel triennio arriverà a 20 miliardi.
Ecco il progetto Autostrade per il Ponte Morandi
Demolizione e ricostruzione di Ponte Morandi in 9 mesi. E’ quanto garantisce Autostrade per l’Italia nel progetto inviato al commissario Marco Bucci nei giorni scorsi. Aspi fornisce garanzie molto solide assumendo impegni contrattuali che prevedono – nel caso di ritardi – il pagamento di penali ben superiori a quelle previste dalla legge. Il nuovo viadotto Polcevera ha uno sviluppo longitudinale complessivo pari a 1054 m, suddivisi in 9 campate aventi le seguenti luci: 55 m + 110 m + 3×148 m +110 m + 55 m.
Il progetto è composto da 40 elaborati tecnici e strutturali, accompagnati da una relazione generale. Con l’invio del progetto al Commissario, Castellucci mantiene l’impegno che aveva assunto nel corso dell’audizione alla Camera dedicata al Decreto Genova. L’invio fa seguito inoltre alla consegna da parte di Castellucci a Toti e Bucci – avvenuta il 20 settembre scorso – di una serie di opzioni progettuali che prevedevano diverse soluzioni di demolizione e ricostruzione, con tempi complessivi compresi tra 9 e 16 mesi.
Nella lettera di accompagnamento del progetto inviata al Commissario, Aspi dichiara la più completa disponibilità anche a sviluppare su indicazione del Commissario anche altre opzioni progettuali (garantendone la realizzazione nei tempi più celeri possibili), oltre a quella già studiata di integrazione del progetto Aspi con il “progetto Piano”.
IL PROGETTO – Il nuovo ponte sarà sostenuto da un totale di otto pile di cui sei aventi forma a “V” e due verticali a “I”. Le prime hanno un interasse alla base di circa 10 m e si allargano fino a raggiungere i 40 m in corrispondenza dell’impalcato, diminuendo di fatto la luce di esercizio dell’impalcato. Trasversalmente i fusti delle due “V”, a sezione ellittica di altezza di 4.6 m e larghezza di 2.2 m, posti ad interasse 8.8 m sono collegati ai terzi da traversi, anch’essi ellittici, di altezza 2.5 m e larghezza 2 m.
Quanto ai rivestimenti – si legge nel progetto Aspi consegnato a Bucci – nella parte inferiore è prevista la carenatura metallica con pannelli in lamiera stirata che dona alla struttura una forma curva concavo-convessa. La carenatura è composta da pannelli curvati, ancorati ad una sottostruttura con fughe di minimo spessore tale ad assorbire le tolleranze di montaggio e le dilatazioni. Il disegno della carenatura si piega dietro i pannelli deflettori e risale coprendo lo spessore della soletta di impalcato.
L’opera prevede anche la realizzazione di barriere fonoisolanti, presenti su entrambi i lati dell’impalcato, ad un’altezza costante pari a 3 m dai marciapiedi laterali, che aumenta tramite un tratto di raccordo a 5 m in prossimità della spalla ovest lato galleria Coronata. Sono costituite da montanti metallici a sezione rastremata ed interasse 2 m, sigillati da pannelli trasparenti con trattamento di acidatura per i primi 2 m dalla base.
Alle barriere fonoisolanti si sovrappongono parzialmente i deflettori laterali che, montati all’esterno dell’impalcato e costituiti da una serie di pannelli curvi di lamiera metallica piena di forma quadrata, si interrompono solo in corrispondenza dei lampioni. I pannelli deflettori lato sud potranno accogliere anche dei pannelli fotovoltaici.
AUTOSTRADE DI NUOVO IN PISTA? M5S LO ESCLUDE – Secondo quanto prevede un emendamento al cosiddetto decreto Genova (il dl urgenze) presentato dai relatori, il leghista Alessandro Di Muro e il pentastellato Gianluca Rospi – approvato ieri all’ultimo momento nelle Commissioni Ambiente e Trasporti della Camera -, Autostrade per l’Italia potrà realizzare le ’’opere propedeutiche’’ alla ricostruzione del Ponte Morandi. La chiave di volta è contenuta nella parola ’’propedeutiche’’ che viene abolita consentendo così, di fatto, al concessionario di rimettersi in gioco e di poter, ad esempio, partecipare ai lavori di demolizione e rimozione delle macerie. L’emendamento (1.100) prevede al comma 7 dell’articolo 1, primo periodo, di ’’sopprimere le parole: propedeutiche e’’. In questo modo viene eliminato dall’articolato del governo il divieto per il commissario straordinario di affidare i lavori propedeutici alla realizzazione del ponte ad Autostrade, che ora potrà intervenire e ritornare in pista. Resta, invece, per Autostrade per l’Italia il divieto per la costruzione del ponte e delle opere connesse, come previsto dall’altro emendamento governativo varato sempre ieri dalle Commissioni Ambiente e Trasporti.
Dopo la presentazione dell’emendamento, arriva però il chiarimento del M5S: “Smentiamo categoricamente che in Parlamento si stia agendo per ammettere Autostrade per l’Italia ai lavori di ricostruzione di Ponte Morandi a Genova. L’attività di esame degli emendamenti, in corso in questi giorni alla Camera, ha semplicemente eliminato il riferimento alla locuzione ’attività propedeutiche’ con l’obiettivo di rispondere a un’esigenza di natura giuridica, quella di tarare correttamente l’obiettivo di evitare un indebito vantaggio competitivo, contenuto nel dettato del decreto Emergenze. Insomma, individuiamo più nel dettaglio l’ambito a cui si applica l’esclusione di Aspi”, ha spiegato Rospi, relatore del decreto Emergenze in esame.
“Sarebbe infatti assurda – assicura Rospi – una marcia indietro su questa decisione, dopo che sia l’Autorità garante della concorrenza e del mercato e l’Autorità anticorruzione, per bocca dei suoi massimi vertici, ha ritenuto plausibile e fondata la decisione di escludere Autostrade. C’è anche un nuovo elemento a conferma del fatto che non abbiamo cambiato idea”.
“Sempre nell’ambito della rimodulazione dell’articolo 1 del decreto, si prevede che Autostrade per l’Italia debba consegnare immediatamente al Commissario straordinario, non soltanto il ponte Morandi, ma anche il tratto stradale che lo collega alla rete. L’opera e le tratte delle autostrade A7 e A10 che si connettono al resto della rete autostradale, dunque, dopo la conversione in legge del decreto dovranno essere immediatamente passare sotto il controllo del Commissario e Autostrade non avrà più alcun controllo su esse” conclude il deputato del M5S.
Toninelli: “Piloni A24 e A25 in condizioni allarmanti”
Alcuni piloni dei viadotti delle autostrade A24 e A25 “che ho potuto visionare con i miei occhi, sono in condizioni così degradate da risultare allarmanti“. A dirlo è il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Danilo Toninelli, riferendo all’assemblea dell’Ance del sopralluogo effettuato nei giorni scorsi lungo queste tratte autostradali. “Useremo, e già lo stiamo facendo, strumenti di alta tecnologia per i monitoraggi, quali sensori e droni, avvalendoci anche del sostegno di eccellenze nazionali in questi campi”, ha spiegato.
“A fare le ispezioni saranno tanti giovani ingegneri che, grazie alle assunzioni disposte dal decreto Genova, finalmente torneranno a popolare il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e gli ridaranno quel ruolo che avrebbe dovuto avere anche negli anni passati: vigilante attivo e garanzia di ultima istanza della sicurezza delle nostre infrastrutture – ha assicurato Toninelli -. Abbiamo trovato una situazione disastrata e a tratti imbarazzante, ce la stiamo mettendo tutta per rimettere a posto le cose”.
In serata, in relazione alle dichiarazioni del ministro sulla condizione di alcuni viadotti della A24-A25, “si precisa innanzitutto che già da diverso tempo il ministro ha lanciato un serio allarme su quell’infrastruttura che ha anche visitato personalmente – riferiscono fonti Mit -. Non è un caso che nel Decreto emergenze siano stati subito sbloccati i fondi per una messa in sicurezza ormai improrogabile. Peraltro, è giunta al ministero la relazione degli ispettori territoriali in cui si conferma la situazione critica di alcuni tratti dell’asse autostradale”.
“Il Mit ha chiesto in tal senso al concessionario di fare le verifiche di sicurezza dopo un ciclo straordinario di ispezioni ministeriali. Nel frattempo – spiegano le fonti – il gestore è stato invitato a mettere in campo limitazioni di traffico, misure che fanno capo alla sua totale responsabilità di iniziativa, anche oltre le indicazioni del Mit”.
STRADA DEI PARCHI – Intanto la società concessionaria Strada dei Parchi interviene con una nota per spiegare che “l’autostrada A24-A25 è sicura. Quello che manca sono i decreti per sbloccare i fondi per la messa in sicurezza antisismica“. La società concessionaria Strada dei Parchi, si legge nella nota, “suggerisce la lettura del Report redatto dopo i sopralluoghi avvenuti nelle date del 12 settembre e dell’8 ottobre scorsi ed elaborato da un gruppo di specialisti che, su indicazione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e in base alla nuova normativa, ha effettuato controlli e sopralluoghi sull’intero tracciato, arrivando alla conclusione che ’non è pregiudicata la stabilità e la sicurezza dell’opera nelle normali condizioni di servizio’. Ergo, l’autostrada è sicura fatti salvi i rischi che possono derivare da eventuali eventi sismici, cosa che rende necessari e urgenti – come reiteratamente chiesto dalla concessionaria e certificato dallo stesso Mit – lavori per la messa in sicurezza antisismica”.
Tutto questo, rileva la società, “si accompagna alla constatazione che, a oltre un mese di distanza, mancano i decreti relativi allo stanziamento dei fondi necessari per mettere in sicurezza antisismica la A-24 e A-25. Si tratta dei 192 milioni inseriti nel ’decreto Genova’ e più volte annunciati dal titolare delle Infrastrutture. Risorse fin qui indisponibili in quanto, da un punto di vista tecnico, è venuta a mancare la rimodulazione dei fondi. E in assenza di questa, la direzione competente del MIT si rifiuta di emanare i decreti di approvazione dei progetti, anche se già approvati in sede tecnica dal Provveditorato competente”. Il risultato?, sottolinea la società, “rinvio dell’inizio dei lavori, anche se nella zona il rischio sismico non aspetta i tempi della burocrazia. Nel frattempo, l’allarmismo ingiustificato ingenerato da parole irresponsabili e la comprensibile preoccupazione dell’utenza hanno fatto sì che negli ultimi giorni il traffico sull’autostrada sia diminuito del 7%”.