“Un incidente mi fece intraprendere nuovi percorsi di vita e di lavoro. Dopo un periodo di disoccupazione, arrivò Provvidenza, un’amica di famiglia che mi suggerì un colloquio di lavoro con Giusto Monaco e Giancarlo Sammartano (figlio di Antonino Sammartano), due giganti dell’I.N.D.A. Era il 1992 –“
Così si racconta Sebastiano Aglianò, l’organizzatore del Festival Internazionale del Teatro classico dei giovani che ogni anno, da maggio a giugno, ospita giovani provenienti da tutto il mondo, al Teatro Akrai di Palazzolo Acreide.
I.N.D.A. è l’acronimo di Istituto Nazionale del Dramma Antico e nasce come Fondazione nel 1998 da un’intuizione di Mario Tommaso Gargallo, un aristocratico siracusano, che nel 1913 propone di ridare vita al dramma antico presso il suo “spazio naturale”, il Teatro greco di Siracusa. Dal 1914 hanno calcato le “sacre pietre”, i più grandi talenti del panorama teatrale nazionale ed internazionale.
Antonino Sammartano e Giusto Monaco hanno diretto l’I.N.D.A.: dal 1952 al 1971 il primo, dal 1973 al 1994 Giusto Monaco, che ne è stato guida e rifondatore. Filologo classico, grecista e latinista, a lui si deve nel 1984 la nascita della Scuola di Teatro Classico, una scuola di eccellenza, che oggi porta il suo nome e che rientra tra le attività istituzionali portate avanti ogni anno dalla Fondazione I.N.D.A. Un percorso teatrale che vanta lezioni di recitazione, dizione, storia del teatro, danza, teatro-danza e che si conclude con la partecipazione degli allievi al ciclo di spettacoli classici al Teatro Greco di Siracusa. Nel 1991 Giusto Monaco, grazie al suo guizzo creativo, inventa “Il Festival Internazionale del Teatro Classico dei giovani”.
Tra il compiaciuto ed il nostalgico Aglianò aggiunge: – Ho avuto l’onore in questi anni di “accudire” le due creature istituite da Giusto Monaco: la Scuola di Teatro e il Festival, che ho curato con abnegazione ed amore, come figli-.
Pausa.
Una risatina forzata, al cui ritmo danzano la sua pancia tondeggiante e la barba bianca, gli fa superare la commozione.
“Lo voglio ricordare per la grande persona che era, per la sua vicinanza ai giovani e per il suo modo di interpretare il Teatro-. “In quanto esaltazione di forze individuali e di esigenze sociali, il Teatro è ricerca del significato dell’esistenza, rifiuto dell’oppressione, volano di libertà.” – Così amava definirlo. Con i drammi che sono stati messi in scena durante la Sua presidenza dell’INDA ha testimoniato il valore etico e l’attualità civile del Teatro Antico-.
La Scuola di Teatro ha conosciuto un’altra personalità che, rimodulandone i termini, l’ha rilanciata nel 2010: Fernando Balestra. Manager, giornalista d’inchiesta, scrittore di saggi e di drammaturgie in prosa e in versi, in qualità di Sovrintendente, ha aggiunto alla scuola quattro sezioni: junior, primavera, primavera avanzato, senior, dando la possibilità ai giovani e non solo, di compiere i primi passi nel mondo del Teatro”.
- Il suo è il lascito di un intellettuale socratico e contro corrente.
Dalle aule adiacenti è il dipanarsi di suoni, come il clangore di scherme sceniche, e di voci dense di drammaticità, che correndo lungo i corridoi dell’ex Convento di San Francesco di Assisi, oggi sede dell’Accademia, ci raggiungono. È un fluire di bellezza teatrale, il cui passo è segnato dai più grandi attori e registi teatrali del nostro tempo, da Peter Stein a Mauro Avogadro, da Robert Carsen a Carlus Padrissa, fra i fondatori de la Fura del Baus, compagnia celebrata nel mondo per la capacità di riscrivere il linguaggio del Teatro contemporaneo. E tanti altri…
“Per raggiungere un budget che ci consentisse di arruolare i più prestigiosi maestri, il percorso teatrale dell’Accademia è diventato triennale, con la creazione di ben tre classi, di cui io stesso mi sono fatto promotore-.
La Fondazione I.N.D.A. è anche Il Festival del Teatro Classico dei giovani di Palazzolo Acreide che, dalla intuizione di Giusto Monaco del 1991, è cresciuto di anno in anno, fino a diventare un evento di rilievo internazionale per il suo valore educativo, sociale e culturale. Un importante riconoscimento è arrivato dalla Commissione Europea ed Europa Nostra, con il Premio “European Heritage Award/ Europa Nostra Award 2024, con la seguente motivazione: “Il Festival dei giovani contribuisce in modo significativo alla conservazione e alla rivitalizzazione del Teatro Classico, un elemento del patrimonio culturale immateriale europeo”. Il premio è stato consegnato lo scorso ottobre a Bucarest, per mano del Commissario europeo Iliana Ivanova e del Presidente esecutivo di Europa Nostra Hermann Parzinger, all’attuale Consigliere delegato dell’I.N.D.A. Marina Valensise che si è così espressa “Il Festival celebra il ricco patrimonio classico europeo e al contempo si proietta verso il futuro promuovendo la prossima generazione di artisti e pensatori”. Lo scorso settembre, la direttrice del Parco Archeologico di Giardini Naxos-Taormina ha tributato, nelle mani di Sebastiano Aglianò, il premio “Comunicare l’Antico”.
Aglianò non nasconde la sua gratitudine per gli ideatori dei premi e per le motivazioni addotte.
“Dedico questi premi agli oltre sessantamila giovani che in questi 32 anni, si sono avvicendati sul palco del Festival, provenienti da ogni parte d’Italia e d’Europa. Dalla Grecia, Polonia, Croazia, Spagna (Università di Cordova), Francia, Lituania, Inghilterra (Università del Middlesex), Russia, Bulgaria. Quest’ultima con uno spettacolo di Plauto interamente in latino. Una passerella che si è arricchita della presenza di Grandi Maestri. Nel 1999 la Compagnia “Marcido Marcidorjs” di Torino con “Prometeo Incatenato”, Carlo Rivolta con “L’apologia di Socrate di Platone”, e poi ancora Carlo Boso, con la sua commedia dell’arte, di cui conserva e diffonde le tecniche ed il linguaggio grazie all’Academie Internationale des Arts du Spectacle, con sede a Versailles, di cui è uno dei fondatori. Interpretazione, costumi e musiche hanno dettato il livello di tutti questi spettacoli. Con loro si sono misurati i ragazzi del Festival, attraverso lo scambio di opinioni ed esperienze. Con loro hanno condiviso momenti di vita e valori importanti come quello dell’aggregazione, elemento fondante per un lavoro di gruppo. Su quel palcoscenico, ciascuno di questi ragazzi è chiamato a mettersi in gioco, con le proprie potenzialità ed emozioni, facendo rivivere il mito. A volte anche con la irriverenza di una lettura più moderna dei testi classici, che rispecchi le immutate vicende dell’uomo. Il “Teatro del cielo” di Akrai, come lo ha definito il prof. Ettore Romagnoli, diventa così teatro di vita”.
- Cosa si intende esattamente per contaminazione di un testo classico con elementi di modernità?
“La maggior parte dei lavori presentati al Festival rispetta i canoni della classicità. Soltanto un 20% se ne discosta, dando una interpretazione più attuale, nel senso che avviene una sorta di contaminazione tra generi antinomici. Del resto la prima forma di “Contaminatio” fra tipologie eterogenee risale all’antica Roma quando si fondevano due o più tragedie greche per ricavare un nuovo testo latino. Il Teatro da sempre cerca il rinnovamento, per soddisfare l’esigenza di sperimentare generi nuovi. Ne sono esempio la riscrittura teatrale del mito degli Atridi, “Elettra o la caduta delle maschere” di Margherite Yourcenar, per la quale la Storia Greca è sempre stata “un’assegno in bianco” su cui ogni autore successivo ha potuto scrivere qualunque cifra. Lo stesso Bertold Brecht definisce il mito come un elemento antistorico.
Sono le sue cifre eterne, come il tema della guerra, nelle quali ci si riconosce. La sua Antigone rispecchia la storia della Germania nazista. Questi grandi autori hanno fatto proprio il testo, hanno percepito il messaggio dei classici e con la contaminazione che ne è derivata hanno creato dei capolavori. Questa è la peculiarità che si vuole trasmettere ai giovani con il Festival. Una contaminatio che, nel rispetto del testo e della sua classicità, rappresenti l’uomo moderno con i suoi caratteri primigeni, un tragico che accarezzi le corde di interrogativi ancestrali dell’uomo.
Non è vero che i ragazzi non amano il teatro. Al Festival vedo i bambini che affrontano con impegno e serietà le loro interpretazioni. Serve un’opera divulgativa della Scuola. Il Teatro è formativo per i giovani, li aiuta a vincere le loro insicurezze e a socializzare. Inoltre è fonte di conoscenza di sé stessi e della vita”.
Dietro di noi un gruppetto di giovani “artigiani” del Teatro lo reclama. Aglianò ci congeda con queste parole
“Dal primo giorno che ho messo piede nel mondo del Teatro. Mi piace definirmi “Un capitano di lungo corso prestato al Teatro. E come dice l’attore Anthony Hopkins, nelle vesti di maggiordomo, nel Film ‘Quel che resta del Giorno’. Non sentivo l’esigenza di andare per il mondo, perché il mondo è passato da qui,nelle sue giovani ‘creature’ ”.
“Nella nostra ‘società liquida’, come l’ha definita il sociologo e filosofo Zygmunt Bauman, in piena emergenza educativa, il cui tessuto sociale appare visibilmente trasformato, dove i valori fondanti del vivere civile sono stati soppiantati da quelli dell’incertezza e della precarietà, il mito classico come memoria del passato, può rinnovarsi ed essere tramandato nei colori della pace, della solidarietà, del rispetto, dell’ascolto, del dialogo. Il Teatro classico come fonte di conoscenza del nostro passato, che si incarna nelle vicissitudini personali, familiari e sociali dell’uomo moderno, può fare da contrasto alla “povertà educativa” nel percorso di formazione personale ed attoriale dei giovani, facendo di loro degli in ambasciatori di pace, a fronte delle guerre e della violenza da cui è connotato il nostro tempo (ndr). ‘Il Teatro come luogo di denuncia, irradiante, è il più adatto a formare, tenere pronta e allenare una coscienza collettiva contro la violenza e la sopraffazione dell’uomo sull’uomo’. Sono le parole di Fernando Balestra”.
Nel 2024 La Fondazione I.N.D.A. ha chiuso positivamente la sua stagione teatrale con un bilancio di oltre centosessantamila spettatori per le tragedie Fedra di Euripide, Aiace di Sofocle, la Commedia Miles Gloriosus di Plauto, nonché Horai – Le quattro stagioni di Giuliano Peparini. La nuova stagione ci offrirà nuove emozioni con le tragedie Edipo a Colono ed Elettra di Sofocle con la regia rispettivamente di Robert Carsen e Roberto Andò. La messa in scena della Commedia Lisistrata di Aristofane sarà curata da Serena Sinigaglia e L’Iliade da Giuliano Peparini. Una immensa macchina che si metterà in moto a partire da aprile 2025 guidata magistralmente da Vanessa Mascitelli con il suo team, dalle maestranze del Teatro greco di Siracusa e dalla professionalità del consigliere delegato dell’I.N.D.A. Marina Valensise.