S’aggroviglian i pensieri
sull’infinita volta celeste
lastricata d’umane sofferenze
da lungo tempo passivamente
subite.
Vocii soffusi s’inoltrano
nella via del dolore,
dominano per sentieri tortuosi
cosparsi di mute domande che
celano accorate preci.
Impazienti sono i passi che
volgono al desiderio di
tramutare i sospiri in certezze,
di vincere sul vento tenebroso
dell’ “IO”
di vincere sul mare tormentato
dell’esistenza,
di distruggere l’ombra macabra
dell’estinzione
che avvolge la soglia della vita.
Siamo sepolti in un letargo
le cui spire stritolano l’anima.
È un travaglio lungo,
l’esito è incerto,
sull’orlo di un precipizio oscilla
l’umanità in un dolore silente.
Un sibilo violento, l’ultima foglia
s’abbatte su un manto divenuto
sterile, vendicativo
per torture da lungo tempo subite,
aguzzi sassi come spine pungono
sui cuori che sperano in una luce
che dalle tenebre imploda dipanando
quel dedalo inestricabile d’immane
oppressione sull’intera umanità…
Nota dell’Autrice
“Fin dai tempi antichi i cambiamenti climatici, l’egoismo umano nei confronti dell’intera natura hanno fatto si che s’abbattesse sull’intera natura portando la più completa distruzione. Se leggiamo note di grandi storici anche l’Impero Romano subì questa nefasta tragedia.
Non siamo molto lontani forse da una imminente alquanto tragica catastrofe,
forse si può fare ancora qualcosa per fermare questo scempio, per evitare lo sfruttamento nei confronti delle risorse umane.
Ogni essere umano ha dei doveri nei loro confronti.
Riflettiamo per il nostro bene e soprattutto per il bene dei nostri figli…