In questo interessante viaggio, abbiamo conosciuto i chakra e alcune tecniche per riequilibrarli. Una tra le tante è la meditazione. Possiamo chiamarla preghiera, contemplazione, conversazione o silenzio, ciò che conta è tornare a sentire la nostra “voce interiore”, anche se, ascoltandola avvertiremo che, tutto quello che ci è stato insegnato è in contraddizione. Ma se si intraprende la strada del risveglio non ci resta che continuare con coraggio e determinazione ad esplorare le nostre profondità interiori, perché solo lì troveremo il nostro “Se”.
Anna, per riequilibrare questi due chakra, l’unico modo è la meditazione è cosi?
Voglio spiegarvi cos’è la meditazione e sfatare qualche falso mito o qualche errata convinzione a riguardo. Nell’immaginario collettivo, la parola meditazione fa nascere spontaneamente l’idea di una persona che, nella posizione del loto è immobile e intenta a svuotare la mente… diciamo che questa è una delle possibilità, anzi direi che questa della concentrazione è una delle tecniche che ci portano ad uno stato di pace interiore e di rilassamento, ma non è meditazione. In altre parole, esistono svariati metodi, come la meditazione Zen, la Vipassana, la meditazione Trascendentale, che aiutano la persona, il ricercatore spirituale, a trovare un equilibrio e uno stato di tranquillità. Ma questo stato, se poi non lo portiamo nella nostra vita quotidiana, non serve a molto… Per me la vera meditazione è Essere Presenti in ciò che si fa, in ogni momento della giornata essere consapevoli dei pensieri, delle azioni, delle emozioni. Questa è la meditazione, le altre sono “tecniche” per arrivarci.
L’incontro tra Ajna e Sahasrara vine chiamato “Sposalizio Mistico”, perché?
In realtà la Ghiandola Pitutaria (ipofisi) del sesto chakra e la Ghiandola Pineale (epifisi) del settimo chakra devono congiungere la loro Essenza, affinchè il Terzo Occhio si attivi. Come questo avvenga non è facile saperlo. E’ una mia personale convinzione che questa unione avvenga nel momento della morte, ma non per tutti. Bisogna infatti aver praticato molto durante la vita per ottenere un risveglio nel “risveglio” (durante il Bardo viene insegnata proprio “l’Arte di Morire”).
Ajna è il chakra dell’intuito, dell’illusione, della capacità di vedere oltre. Anche qui abbiamo uno stato di carenza (ipo) che si manifesta con problemi di memoria, mancanza di sensibilità, incapacità a vedere ciò che accade intorno (a volte anche sotto il naso), mancanza di immaginazione. Mentre l’aspetto di eccesso (iper) si manifesta con la tendenza all’illusione, ai pensieri ossessivi, ad avere incubi notturni, ma anche allucinazioni. Le persone che sono in questo stato di eccesso soffrono spesso di mal di testa e possono avere problemi della vista (anche legati ad una carenza nel terzo chakra). La ghiandola è l’ipofisi che, piccola e comodamente adagiata sulla sella turcica, dirige tutta l’orchestra del nostro sistema endocrino e metabolico, attraverso la secrezione di numerosi ormoni. La lettera che riequilibra questo centro energetico è la “I”, la pietra/cristallo e l’ametista che ci ricorda il colore violetto, indaco che serve a pacificare o ad attivare questo chakra.
Sahasrara è l’ultimo gradino, l’antenna parabolica che connette l’uomo all’universo e che lo fa sentire parte del Tutto. Qualunque sia l’idea che abbiamo di Dio, possiamo ritrovarne l’essenza proprio in questo punto, situato sulla nostra testa, laddove, da neonati, c’era la “fontanella”. E’ qui che risiede la capacità del pensiero evolutivo, dell’apertura mentale, della saggezza e della maestria.Quando questo pinto è carente di energia possiamo incontrare difficoltà ad apprendere cose nuove, rigidità nel sistema di pensiero, apatia, mancanza di spiritualità e cinismo. Mentre se ci troviamo davanti ad un eccesso, possiamo riscontrare uno stato confusionale e a volte psicotico, una tendenza alla iperconcettualizzazione, propensione al fanatismo religioso.
Il giudizio è una forma di paura e questi due chakra non hanno paura e non conoscono il giudizio.
Si, il giudizio è certamente una forma di paura. però anche in questi due chakra, quando l’energia è in eccesso, può manifestarsi una tendenza al giudizio (sotteso) verso se stessi e inevitabilmente verso gli altri.
Potremmo riassumere che questi due ultimi chakra sono: “Essere… qui adesso”.
Riassumendo tutto il nostro viaggio si può dire che: dal buon radicamento alla Terra e dall’affermazione “Io Esisto”, dipende una buona manifestazione della vita nella Gioia che si esprime (anche) in un buon rapporto con la sessualità e con il fluire “Acqua” degli accadimenti della propria vita, affermando “Io Voglio”. Da queste due “basi”, si può esprimere in modo efficace il potere Personale, attraverso il Fuoco della Trasformazione delle emozioni, affermando “Io Posso”. Solo con queste premesse valide ci si può tuffare nel “matrimonio alchemico” tra Femminile e Maschile, affrontare l’eterno susseguirsi del dare e del ricevere senza aspettative, con l’Aria che è l’elemento chiave di Anahata, dichiarando “Io Amo incondizionatamente” e di seguito affrontare la capacità di comunicare la propria verità al mondo attraverso l’ultimo elemento che è l’Etere affermando “Io Comunico con chiarezza”. Infine il viaggio affronta gli ultimi due gradini, toccando prima lo sguardo interiore del terzo occhio e la capacità di “Vedere Oltre” permettendo alla coscienza di affluire copiosa nel settimo chakra, nel contatto con la Chiara Luce e con il Tutto che è in noi nella suprema affermazione “Io Sono, qui ed Ora”
SI dice che quando un numero sufficiente della popolazione della Terra aprirà il chakra della Corona e il terzo occhio, la coscienza della collettività raggiungerà la quinta dimensione. Secondo te…?
Questo fenomeno viene chiamato anche “massa critica” o fenomeno della centesima scimmia. Quando succederà, diventeremo una Umanità consapevole e rispettosa delle forme di vita nelle altre dimensioni, pianeti e mondi. Non avremo più bisogno delle guerre, perché non le alimenteremo con la prima grande guerra che si svolge in ognuno di noi: il conflitto interiore. Riconosceremo che siamo Uno e non solo sul nostro pianeta, ma anche nei sistemi solari nella nostra galassia e nelle altre. Quando e se arriveremo a questo stato di coscienza, supereremo la separazione e riconosceremo il Divino che è in ognuno di noi. E probabilmente ritroveremo il paradiso perduto…
Quando ognuno di noi si risveglia è nostra responsabilità guidarlo. Siamo tutti “Uno” e ogni qualvolta aiutiamo gli altri, aiutiamo noi stessi. Paradossalmente, ogni qualvolta aiutiamo noi stessi, aiutiamo gli altri. Questo viaggio rappresenta il completamente di un mondo e l’inizio di uno nuovo. Quel mondo è certamente stato sempre là, ma lo abbiamo dimenticato. Abbiamo dimenticato da dove siamo venuti e la complessità del nostro “Se”…
Grazie Anna per averci accompagnato.