Pronti con la macchina del tempo?
Bene, orologio sul 1200 e…si parte!
Nel primo Medioevo i passi e le figure delle danze dei nobili erano molto simili a quelli dei balli contadini. Le danze erano molto semplici, con passi a tempo di musica (e figure prevalentemente singole) che si ripetevano creando girotondi o file.

La Carola, presente anche nella Divina Commedia dantesca, si ritrova nel Decamerone di Giovanni Boccaccio (siamo nel 1300) dove “l’allegra brigata” costituita da giovani sopravvissuti alla peste, si diverte suonando, ballando e cantando. A quell’epoca, era consueto scegliere una persona esperta per condurre la danza e cantare, mentre gli altri danzatori ripetevano solo il ritornello.
Nel corso del tempo le strutture dei balli divennero sempre più complesse ed elaborate, dando origine alla danza figurata. Da quel momento in poi, sarà sempre più netta la distinzione tra danze aristocratiche e danze popolari. Queste ultime erano prevalentemente costituite da ruote con scenette pantonimiche, mentre le danze aristocratiche da lente circonvoluzioni e figure coreografiche.

Altra danza tipica del Medioevo, fu la Stampita, lenta e strisciata, in cui si batteva il piede sugli accenti ritmici degli strumenti. La musica di questa danza ci è pervenuta grazie a due manoscritti del 1200-1300 che si trovano nella Biblioteca nazionale di Parigi e al British Museum di Londra. La stampita più famosa è “Kalenda Maya” di Rambaldo De Vaquieras del 1195, di cui ci sono arrivati sia la musica, sia il testo.
Con l’affermarsi delle Signorie e delle corti d’Europa, nel Rinascimento, la danza si trasformò in arte e comparve, per la prima volta, la figura del “maestro di danza”, una professionista specializzato al servizio dei principi e dei nobili cortigiani.
Nacquero i primi trattati e, in base alla divisione dei tempi nelle battute, vennero codificate quattro categorie di danze: bassadanza, quaternaria, saltarello, piva.
Fu in questo periodo che ebbero origine anche i balli di coppia.

Sempre nel Rinascimento, fiorì, affermandosi sempre di più, la Gagliarda, molto rappresentativa della moda in voga nei palazzi nobili d’Europa.
Da ricordare anche una danza scenica molto popolare in Italia, soprattutto nel 1400: la Moresca che veniva eseguita negli Intermedi (momenti di intervallo tra un atto e l’altro di un lavoro teatrale) nei Trionfi (feste solenni per qualche ricorrenza) e nelle mascherate spettacolari.
Essa era strutturata su una musica molto semplice e ritmata e, in origine, voleva simboleggiare una lotta tra un campione cristiano contro uno maomettano.
Col tempo divenne una danza corale molto movimentata e divertente.

Del periodo rinascimentale, è anche la Volta che inaugurò l’epoca delle danze a coppia chiusa che girava facendo perno su se stessa, come sarà poi per il travolgente Valzer ottocentesco.
Nella Volta, la coppia rimaneva staccata dalle altre per intrattenersi in forme di contatto fisico (su cui i moralisti del tempo ebbero molto da ridire…), fino al sollevamento della dama da parte del cavaliere.
Per questa ragione i trattati di demonologia presentavano questa danzacome appartenente alle streghe.
Nulla di nuovo: tempi che percorri, opinioni che trovi…