Sì del Senato, la manovra è legge…Stop a ius soli è mancato il numero legale
La manovra è legge. Dopo il via libera di ieri alla Camera, e il sì alla fiducia in Senato, il voto finale sul complesso della manovra è passato con 140 sì e 94 no. Il provvedimento è quindi legge.
Un lungo applauso di tutta l’aula del Senato ha salutato l’approvazione della manovra, di fatto l’ultimo voto di palazzo Madama con la fine della legislatura ormai a un passo. A chiamarlo è stato il presidente Pietro Grasso, ringraziando un po’ tutti al termine della ’maratona’ della manovra. “Voglio dire grazie a tutti i senatori, alla segretaria generale e ai vice segretari, ai dipendenti che mi hanno aiutato a svolgere come ho potuto la mia funzione -ha spiegato Grasso- Avrei voluto salutare tutti i dipendenti con una cerimonia singola, ma i frenetici lavori parlamentari degli ultimi giorni non mi hanno consentito di farlo come avrei voluto. Ai dipendenti va un saluto particolare: grazie veramente”.
“Il #Senato ha varato la legge di bilancio. Con risorse limitate, una spinta alla crescita. Il contratto degli statali firmato stanotte era atteso da un decennio. L’Italia merita fiducia”, scrive su Twitter il premier Paolo Gentiloni.
Il Senato, che aveva iniziato a discutere le pregiudiziali al ddl sulla cittadinanza, non è risultato in numero legale. Il presidente Pietro Grasso, verificata la difficile colmabilità del divario tra presenti e assenti, ha fissato la prossima seduta per martedì 9 gennaio alle 17, con all’ordine del giorno “comunicazioni del presidente”. Di fatto, è il definitivo stop, in questa legislatura, allo ius soli.
Ilva, Emiliano: “No a ricatti”. Arcelor chiede nuove condizioni
“La Regione Puglia non ritirerà il ricorso sulla base di annunci e sarà difficile che qualcuno mi costringa, attraverso pressioni non motivate, a fare alcunché. Bisogna lavorare, studiare, e trovare soluzioni per andare avanti nella procedura di vendita dell’Ilva e non ricattare le persone e meno che mai i Comuni e le Regioni”. Lo ha affermato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, durante la presentazione del potenziamento di Arpa Puglia, l’Agenzia regionale per la Protezione Ambientale.
Emiliano auspica un intervento del premier Gentiloni. ’’Il presidente del Consiglio- ha spiegato – ha un mezzo fondamentale per chiudere il ricorso, modificare il Dpcm (decreto della presidenza del consiglio dei ministri ndr) nel senso auspicato da Regione e Comune di Taranto”. “Siamo convinti che la diretta assunzione della questione in capo a Gentiloni – ha aggiunto – sia una buona notizia, ho fiducia in lui e sono convinto che egli sia portatore di una terzietà rispetto alla vicenda dell’acquisto dell’Ilva”.
“Se noi ritiriamo il ricorso – ha osservato -, è molto probabile che con il clima di pressione che si sta creando sulla Regione e sul Comune di Taranto qualcuno pensi di lasciare il mondo come sta. Il mondo come sta non rimane perché quel piano industriale, ammesso che qualcuno ce lo faccia vedere, e il piano ambientale vanno corretti. Tutto qua”.
In una nota il ministero dello Sviluppo chiarisce che “il Dpcm che adotta il piano ambientale Ilva, e che è oggetto di ricorso da parte della Regione Puglia e del Comune di Taranto, non può essere modificato senza una legge specifica come richiesto dal Presidente Emiliano”. “Il Dpcm – spiega – è infatti frutto di un processo previsto per legge che ha tra l’altro incluso una Consultazione pubblica e la valutazione di un comitato di esperti nominato dal Ministero dell’Ambiente. Un nuovo Dpcm, oltre all’effetto di azzeramento della procedura di gara, comporterebbe anche la necessità ricominciare il procedimento dall’inizio”.
Commentando il nuovo no del Governatore della Puglia, il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha sottolineato: ’’Sull’Ilva il Governo non ricatta nessuno: il Presidente Emiliano non può dire di cercare il dialogo e poi minarlo ogni giorno”.
In questo clima arriva la mossa di Arcelor Mittal . Il gruppo preoccupato da come si sta ’delineando il quadro giuridico italiano sull’Ilva’ chiede, in una lettera inviata il 21 dicembre ai Commissari straordinari, una modifica al contratto di affitto con l’obbligo di acquisto sottoscritto il 28 giugno scorso per potersi tutelare nel caso dal Tar di Lecce arrivasse lo stop al Dpcm del governo. In particolare, si apprende da fonti vicine al dossier, Arcelor chiede “l’introduzione nel contratto di ulteriori condizioni sospensive o di nuove condizioni risolutive”. I Commissari hanno girato la richieste al Mise che sta valutando il da farsi.
Quali siano queste “ulteriori condizioni sospensive o risolutive” a garanzia degli investimenti nella lettera non si dice. Nella missiva che Am Investco, cordata guidata da Arcelor Mittal, ha inviato ai Commissari straordinari di Ilva, infatti, si chiede genericamente ” a seguito del ricorso contro il Dpcm al Tar di Lecce, un confronto per valutare modifiche e integrazioni al contratto” firmato nei mesi scorsi.
Il ministero dello Sviluppo si terrà in contatto con i Commissari per valutare il da farsi. Sono fonti del dicastero di via Molise a spiegare le prossime mosse del ministero alla luce della lettera di Am Investco. La richiesta di Arcelor, che guida la cordata, non spiazza il ministro Calenda che proprio il giorno prima nel corso del tempestoso tavolo istituzionale su Taranto aveva delineato a Emiliano e al sindacato di Taranto la possibilità che “l’investitore potesse assumere una simile iniziativa” per scongiurare i rischi derivanti dal ricorso al Tar, dicono da via Molise.
Soldi, ferie e malattie: cosa cambia per gli statali
Aran e sindacati hanno firmato l’Ipotesi di contratto collettivo nazionale di lavoro 2016-2018 per i pubblici dipendenti appartenenti alle Funzioni Centrali, nuovo comparto nel quale sono confluiti i precedenti comparti di Ministeri, Agenzie Fiscali, Enti Pubblici non Economici, Agid, Cnel ed Enac. Il primo contratto di lavoro del settore pubblico ad essere rinnovato dopo 8 anni di blocco della contrattazione nazionale che coinvolge circa 240 mila lavoratori. Il contratto riconosce aumenti economici a regime, pari a circa 85 Euro medi e prevede altresì, per il 2018, un elemento perequativo della retribuzione destinato solo alle categorie collocate nelle fasce più basse della scala parametrale. Sono riconosciuti anche gli arretrati contrattuali per il periodo 2016-2017. E’ L’Aran a fare il punto sul contratto del pubblico impiego firmato questa notte dai sindacati.
L’intesa, si legge nella nota, interviene anche sulle relazioni sindacali e su molti aspetti normativi (assenze, permessi e congedi, orario di lavoro e banca delle ore, ferie, codici disciplinari, rapporti di lavoro flessibile). C’era infatti la necessità di riscrivere alcune parti del contratto superate dalle norme di legge vigenti e, comunque, non più attuali. Inoltre, si è reso necessario armonizzare, in un unico quadro regolativo, le discipline contrattuali dei diversi comparti di provenienza.
In materia di relazioni sindacali, il nuovo contratto definisce nuove regole semplificate che valorizzano gli istituti della partecipazione sindacale, nel rispetto dei distinti ruoli dei datori di lavoro e delle organizzazioni sindacali. In questo ambito, è stato previsto un nuovo Organismo paritetico (“Organismo paritetico per l’innovazione”) che avrà il compito di instaurare un dialogo costruttivo e collaborativo con le organizzazioni sindacali. Sono state anche riviste ed aggiornate le materie attribuite alla contrattazione integrativa, con l’obiettivo di chiarirne il contenuto e la portata.
Sotto il profilo normativo, è stata elaborata una disciplina comune degli istituti del rapporto di lavoro quali l’orario, le ferie, i permessi, tra cui quelli, del tutto nuovi, previsti per l’effettuazione di terapie, visite specialistiche ed esami diagnostici. Il quadro generale degli istituti è stato rivisitato e aggiornato alla luce dei più recenti interventi legislativi.
Di particolare rilevanza, spiega la nota Aran, è l’introduzione della disciplina delle ferie solidali, che consente ai dipendenti con figli minori in gravi condizioni di salute, che necessitino di una particolare assistenza, di poter utilizzare le ferie cedute da altri lavoratori. Altre novità rilevanti riguardano le tutele introdotte per le donne vittime di violenza le quali, oltre al riconoscimento di appositi congedi retribuiti, potranno avvalersi anche di una speciale aspettativa. Per le stesse, viene altresì prevista la possibilità di ottenere il trasferimento ad altra sede in tempi rapidi e con procedure agevolate.
Ampliate le tutele riconosciute in caso di malattie gravi che richiedano terapie salvavita (quali chemioterapia ed emodialisi): infatti, le condizioni di miglior favore, prima previste per i soli giorni di assenza nei quali si effettuano le terapie, sono estese anche al periodo successivo nel quale sia impossibile tornare al lavoro, per gli effetti invalidanti dovuti alle terapie effettuate. Il contratto ha inoltre recepito le nuove disposizioni sulle Unioni civili, prevedendo che tutte le tutele del contratto riferite al matrimonio riguardino anche ciascuna delle parti dell’unione civile.
Aggiornate inoltre, prosegue la nota, le tipologie di rapporto di lavoro flessibile con particolare riguardo ai contratti di lavoro a tempo determinato, in coerenza con i principi di non discriminazione più volte affermati anche a livello europeo e con le modifiche normative recentemente introdotte. A tal fine, sono state estese ai dipendenti a tempo determinato alcune tutele (ad esempio, in materia di ferie e di diritto allo studio) Presso ciascuna amministrazione, è stato inoltre previsto un tetto complessivo per i rapporti di lavoro flessibile.
Il nuovo contratto collettivo, in attuazione della Riforma Madia, ha poi operato una revisione del codice disciplinare dei dipendenti pubblici, prevedendo specifiche sanzioni in caso di assenze ingiustificate in prossimità dei giorni festivi o per assenze collettive.Alla luce delle recenti modifiche legislative, è stato individuato un nuovo meccanismo per l’attribuzione degli incentivi economici al personale, che ha l’obiettivo di riconoscere premi aggiuntivi a coloro che abbiano ottenuto le valutazioni più elevate.
Il contratto ha infine creato le basi per promuovere un nuovo modello di “welfare contrattuale”, che consenta di sviluppare e diffondere sistemi analoghi a quelli già presenti nel settore privato. E’ stata prevista la possibilità di riconoscere ai dipendenti prestazioni integrative nei seguenti ambiti: sostegno al reddito della famiglia (aiuti economici e sussidi), supporto all’istruzione e promozione del merito dei figli (ad esempio borse di studio), contributi a favore di attività culturali, ricreative e con finalità sociale; prestiti a favore di dipendenti in difficoltà ad accedere ai canali ordinari del credito bancario o che si trovino nella necessità di affrontare spese non differibili; polizze sanitarie integrative delle prestazioni erogate dal servizio sanitario nazionale.
Zero cartelle a Natale
L’Agenzia delle entrate-Riscossione sospende l’invio delle cartelle a Natale. Dal 23 dicembre al 7 gennaio 2018 era prevista la spedizione di circa 320 mila atti che invece resteranno “congelati”, ad eccezione di poche migliaia di casi cosiddetti inderogabili che saranno comunque notificati, per la maggior parte con la pec (posta elettronica certificata). Il provvedimento, messo in atto dagli uffici dell’ente di riscossione su indicazione del presidente Ernesto Maria Ruffini, ha l’obiettivo di non creare inutili disagi durante le festività natalizie evitando il recapito di richieste di pagamento in questo periodo particolare dell’anno. L’annuncio in una nota diramata dall’Agenzia. Nelle due settimane tra Natale e la Befana, dunque, sarà sospesa la notifica di 305.408 atti, mentre quelli che saranno inviati, perché inderogabili, sono poco più di 14 mila.
Alert e controllo cartelle: per evitare sorprese, i contribuenti possono utilizzare i servizi di Agenzia delle entrate-Riscossione, alternativi allo sportello, che consentono di avere sempre sotto controllo la propria situazione debitoria, di essere avvisati prima dell’arrivo di una cartella oppure di verificare direttamente dal proprio pc, smartphone e tablet, o anche da uno sportello bancomat abilitato, l’esistenza di eventuali richieste di pagamento.
Con il servizio “SMS – Se Mi Scordo”, infatti, i contribuenti possono richiedere di ricevere messaggi sul cellulare o posta elettronica per essere informati dell’arrivo di una nuova cartella e se all’Agenzia delle entrate-Riscossione è stata affidata la riscossione di una somma a loro carico, ma anche per avere un promemoria di ciascuna delle rate della Definizione Agevolata (per chi ha aderito alla cosiddetta rottamazione delle cartelle), oppure per avere una segnalazione in caso di rischio di decadenza da un piano di rateizzazione in corso perché non si è in regola con i relativi pagamenti.
Il servizio “SMS – Se Mi Scordo” può essere attivato dal portale agenziaentrateriscossione.gov.it accedendo all’area riservata con le proprie credenziali (SPID, pin e password dell’Agenzia delle entrate, pin dell’Inps e Carta Nazionale dei Servizi). Sempre nell’area riservata del portale di Agenzia delle entrate-Riscossione, e anche sulla app Equiclick per smartphone e tablet, è disponibile il servizio “Controlla la tua situazione-Estratto conto” che consente di tenere sempre sotto controllo cartelle, avvisi e procedure di riscossione.
Accedendo con le credenziali personali, infatti, l’utente può verificare la situazione debitoria a partire dall’anno 2000, i versamenti già effettuati o da effettuare, le rateizzazioni e le procedure in corso, nonché effettuare i pagamenti. Infine è possibile controllare se ci sono cartelle in sospeso agli sportelli bancomat abilitati dove il contribuente potrà con comodità procedere anche al pagamento di quanto dovuto.