È arrivata da pochi giorni e già molte sono le polemiche che si sono scatenate intorno alla vicenda e alla persona di Silvia Romano. È atterrata a Roma, all’aeroporto di Ciampino, alle 14:00 dell’11 Maggio la giovane rapita in Kenya il 20 novembre del 2018. Ad accoglierla, oltre alla famiglia, c’erano anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio.
La ragazza, dopo 18 mesi di prigionia, ha subito confermato di “stare bene sia mentalmente che fisicamente” ed è stata ascoltata dal pubblico ministero che si occupa del caso, Sergio Colaiocco, che ha aperto un’inchiesta per sequestro di persona a scopo di terrorismo. Sono molteplici i nodi ancora da sciogliere e numerosi sono i punti interrogativi che non trovano una risposta univoca e definitiva: a cominciare dalla sua conversione all’Islam fino al pagamento del riscatto che, secondo alcuni quotidiani, ammonterebbe a circa 4 milioni di euro.
In merito alla questione relativa alla sua conversione religiosa, lei stessa ha ammesso, nel corso dell’interrogatorio, di non essere stata costretta a prendere una decisione così importante per la sua vita e per il suo rapporto con la fede, di essere poi sempre stata trattata bene e di non aver subito violenze fisiche o psicologiche. Proprio in relazione a questo e a tutti gli insulti e le minacce che hanno coinvolto Silvia Romano, il cardinale Gianfranco Ravasi cita un significativo passaggio della Lettera agli Ebrei: “Nei giorni della sua vita terrena Cristo offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito”.
E solo qualche giorno fa, il ʻministroʼ della Cultura del Vaticano ricorreva a Voltaire per ricordare che “i calunniatori sono come il fuoco che annerisce il legno verde non potendo bruciarlo”. E ancora: “Evita chiacchiere vuote e perverse perché spingono sempre più nell’empietà”.
Nonostante non sia esplicito il riferimento alla ragazza e a tutto ciò che si sta affermando sui social e non solo, queste parole sembrano essere quasi un grido alla riflessione per tutte quelle persone che molto probabilmente parlano senza sapere, senza informarsi, senza conoscere lo stato reale delle cose e forse anche per cercare di stemperare un po’ il clima di tensione, di violenza verbale, di odio che si respira attorno a Silvia Romano.