Jannik Sinner non è il primo tennista italiano positivo al Clostebol in un test antidoping e ritenuto innocente. Il numero 1 del tennis mondiale non è stato squalificato per la positività è il risultato di una contaminazione accidentale. Il caso del 23enne altoatesino è simile a quello di un altro tennista italiano, Marco Bortolotti. Il 33enne, che come miglior ranking è stato numero 355 del mondo in singolare e 102 in doppio, a ottobre 2023 è risultato positivo allo steroide anabolizzante nel corso del torneo Challenger di Lisbona. La positività è stata confermata dalle controanalisi di febbraio 2024. Bortolotti non ha contestato l’esito dei test ma ha fornito la spiegazione per giustificare l’assunzione accidentale della sostanza.
“La spiegazione del giocatore è stata ritenuta credibile”, spiega l’International Tennis Integrity Agency, lo stesso organo che ha sancito l’innocenza di Sinner per assenza di dolo o negligenza. Le prestazioni di Bortolotti nel torneo di Lisbona sono state cancellate e il giocatore ha perso i premi conquistati in Portogallo: identico trattamento riservato a Sinner, privato di punti e premi ottenuti a Indian Wells, dove è risultato positivo.
Negli archivi, però, c’è anche un caso totalmente diverso. E’ quello che ha coinvolto Stefano Battaglino, squalificato per 4 anni dopo la positività al Clostebol in un torneo in Marocco. Battaglino, 760esimo nel ranking Atp come miglior risultato, si è difeso facendo riferimento all’assunzione accidentale della sostanza. L’atleta però non è riuscito a dimostrare la fondatezza della sua tesi ed è stato squalificato fino al 31 gennaio 2027.
Cos’è il clostebol e a cosa serve
Il clostebol, steroide anabolizzante assunto dal fisioterapista di Sinner per una lesione su un dito, è una sostanza considerata dopante dall’agenzia mondiale antidoping (Wada).
Il clostebol è inserito in prodotti che – sotto forma di crema – vengono utilizzati per curare lesioni cutanee e per rigenerare il tessuto. Questo è proprio lo scopo con cui il fisioterapista di Sinner ha utilizzato il prodotto contenente clostebol.
In passato, per le sue caratteristiche in parte simili al testosterone, il clostebol è stato ampiamente utilizzato come prodotto dopante dall’ex Ddr: la Repubblica Democratica Tedesca ha utilizzato pratiche proibite per quasi 3 decenni, dalla fine degli anni ‘60, somministrando farmaci a migliaia di atleti, in particolare nell’atletica leggera e nel nuoto. Per le sue caratteristiche, il clostebol rappresenta oggi un prodotto ‘antiquato’ in ottica doping.