Se non è guerra, poco ci manca. Dichiarazioni, bombardamenti, risposte, contro-risposte e chi più ne ha più ne metta. Facciamo ordine. L’esercito israeliano ha annunciato di aver colpito alcuni siti strategici “adibiti al lancio di missili terra-aria” in Siria, “inclusi i radar siriani e le batterie antiaeree”. Dato che è assurdo che l’esercito di Israele sia impazzito e abbia attaccato di sua spontanea volontà, la sua deve necessariamente essere stata una risposta. E infatti ha dichiarato di aver subito attacchi proprio dalle postazioni prese di mira. “Le sirene hanno suonato a Umm Al-Fahm e nella regione della Samaria in seguito al lancio di un missile antiaereo dalla Siria, esploso in aria” twitta l’IDF. I media del luogo riportano inoltre che le difese aeree siriane hanno ingaggiato una battaglia a fuoco contro gli israeliani “nelle vicinanze di Damasco”. Bilancio: un morto, cinque feriti e vari danni materiali. “Gli attacchi aerei israeliani sono iniziati poco prima dell’una di notte ora locale e sono stati accompagnati dieci minuti dopo da attacchi missilistici terra-terra – riferisce l’agenzia SANA, citando una fonte militare – le nostre difese antiaeree hanno incontrato i missili del nemico e ne hanno abbattuti alcuni”.
Un evento del genere non poteva passare inosservato e in sordina, sarebbe stato anormale il contrario. La contro-risposta è degli Hezbollah libanesi filoiraniani, quindi praticamente ciò che più di tutti può contrapporsi alle milizie israeliane. E infatti, in pieno rispetto del detto “uomo avvisato, mezzo salvato”, hanno avvertito Israele che sono “pronti a rispondere a ogni operazione militare del nemico israeliano”. Con quel vocabolo gli Hezbollah abbandonano qualsivoglia mezzo termine e parvenza di risposta pacifica, scegliendo le cattive in luogo delle buone. Le dichiarazioni, scelta probabilmente non casuale, sono state rilasciate nelle stesse ore in cui i raid missilistici e militari di Israele assaltavano le postazioni dell’esercito siriano in quel di Damasco.
In aggiunta a quanto riportato dalle agenzie locali, il leader degli Hezbollah Hasan Nasrallah ha concesso un’intervista completamente in arabo all’emittente televisiva iraniana al Alam, che trasmette però da Beirut: “ho dato ordine immediato di attivare il sistema di difesa aereo della Resistenza islamica”, facendo riferimento al Partito di Dio del Libano, uno degli alleati anche del governo siriano. “Noi non vogliamo la guerra e non la cerchiamo ma non ne abbiamo paura – asserisce – non abbandoneremo il nostro paese e i suoi interessi”. Praticamente un: cercheremo le buone, ma ci costringete a usare le cattive e ne faremo ricorso. Israele, Siria e Libano: un triangolo insolito ma molto delicato, i cui confini diventano sempre più sfumati e facili da distruggere. Uno schiocco di dita, e altri equilibri rischiano di saltare in modo irreparabile.