Una campagna di operazioni militari in Siria “eccezionale per forza e portata” ha scatenato una serie di reazioni e preoccupazioni internazionali. Dopo il crollo del regime siriano di Bashar al-Assad, Israele ha lanciato una serie di raid contro obiettivi militari e truppe nel Golan siriano per la prima volta in 50 anni, giustificando queste azioni in nome della “sicurezza”. Gli attacchi sono stati condotti anche contro infrastrutture che l’Iran ha utilizzato per trasferire armi a Hezbollah in Libano.
Reazioni e Critiche Internazionali
Il Cremlino non ha risparmiato critiche a Israele, chiedendo una rapida “stabilizzazione” della Siria. Mosca, che negli anni passati è stata tra i principali sostenitori di Bashar al-Assad, ha assicurato di essere in contatto con tutte le forze politiche attualmente presenti nel Paese arabo. Anche diversi Paesi arabi hanno accusato Israele di sfruttare la situazione della Siria per occupare altri territori.
Campagna Israeliana: Una Nuova Pericolosa Variabile
La campagna militare israeliana è stata “eccezionale per forza e portata”, con l’obiettivo di “assicurare che chiunque finisca al potere in Siria sia significativamente disarmato”. Gli analisti hanno sottolineato come i bombardamenti su vasta scala di questa settimana siano stati molto più ampi e devastanti rispetto a quelli condotti in passato. Immagini arrivate dalla Siria mostravano navi affondate, hangar e edifici crollati.
Dichiarazioni di Iran e Israele
La Guida Suprema dell’Iran, Ali Khamenei, ha dichiarato che la Repubblica Islamica “è forte e potente e diventerà solo più potente”. In risposta, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato che Israele sta “smantellando l’asse del male dell’Iran”. La campagna aerea intensificata, in parallelo alla prima operazione di terra israeliana in territorio siriano dalla guerra dello Yom Kippur del 1973, ha attirato condanne internazionali e aggiunto un’altra pericolosa variabile alla situazione in rapida evoluzione in Siria.
La Transizione e la Lotta per l’Influenza
Nel contesto siriano, il gruppo Hayat Tahrir al-Sham (HTS), che ha guidato l’offensiva anti-Assad, è principalmente preoccupato dalla gestione della transizione da forza militare a politica. Nel Paese, dove rimangono circa 900 militari americani, altri gruppi armati sono ancora in lotta per l’influenza. Gli israeliani hanno effettuato circa 480 raid in Siria in due giorni, e il ministro della Difesa Israel Katz ha parlato delle attività della Marina israeliana, che ha operato con grande successo per distruggere la flotta siriana.
Rischi di Ripercussioni e Instabilità
Le operazioni militari israeliane in Siria rischiano di avere “ripercussioni oltre le intenzioni degli israeliani”. Ryan C. Crocker, ex ambasciatore USA in Siria, ha avvertito durante un evento al Middle East Institute che una presenza israeliana a lungo termine nel Golan “potrebbe aggiungere benzina al fuoco”. Crocker ha sottolineato che gli israeliani devono stare molto attenti a non innescare un nuovo attivismo diretto contro di loro.
Diplomazia e Prospettive Future
La Siria sarà con tutta probabilità al centro della prossima visita in Turchia del segretario di Stato USA, Antony Blinken, che ha parlato degli sviluppi nel Paese arabo con il capo della diplomazia turca, Hakan Fidan. La situazione in Siria è complessa e in continua evoluzione, con molteplici attori internazionali coinvolti e un alto rischio di ulteriori escalation.
Khamenei ha accusato “un Paese vicino della Siria” di aver “chiaramente avuto un ruolo in questa vicenda” e di continuare ad averlo nell’ambito di un “complotto” che vede USA e Israele come i principali responsabili.
Conclusioni
La campagna militare israeliana in Siria rappresenta una nuova pericolosa variabile nella già complessa situazione del Paese. Mentre Israele giustifica le sue azioni come necessarie per la sicurezza nazionale, la comunità internazionale osserva con preoccupazione l’escalation e le possibili ripercussioni. La diplomazia rimane essenziale per cercare di stabilizzare la regione e prevenire un ulteriore aggravarsi delle tensioni.