Sisma Indonesia, 140 morti. “Italiani bloccati”
Si aggrava il bilancio delle vittime del terremoto in Indonesia, salito a 142 morti accertati e oltre 200 feriti. E’ quanto ha annunciato Rosiady Sayuti, funzionaria dell’amministrazione provinciale di Nusa Tenggara Occidentale all’emittente televisiva ’Metro’. Circa 900 turisti – tra indonesiani e stranieri – stanno lasciando le piccole isole di Gili, a nord-ovest della costa di Lombok. “In 200 hanno già abbandonato le tre isole” e “ce ne sono ancora circa 700 in attesa di evacuazione“, ha detto il portavoce dell’agenzia nazionale per la gestione delle calamità, Sutopo Purwo Nugroho.
FARNESINA – Al momento, spiegano fonti della Farnesina, non si registrano italiani feriti o irreperibili. Durante tutta la notte è stato portato avanti senza sosta il lavoro di verifica, orientamento e assistenza messo in campo dall’Unità di crisi del ministero degli Esteri e dalla rete diplomatica italiana in Indonesia per gli italiani presenti nell’area.
La priorità è il rientro più rapido possibile verso le isole maggiori, Lombok e Bali, con i mezzi messi a disposizione dalle autorità locali in un’adeguata cornice di sicurezza, precisa la Farnesina, che descrive la situazione come stabile. Inoltre, una missione consolare dell’ambasciata italiana – in raccordo con l’Unità di crisi – è giunta a Lombok da Giacarta per fornire ogni possibile supporto anche sul fronte del rientro in Italia dei connazionali.
LA TESTIMONIANZA – Tra i turisti alle isole Gili c’è anche l’italiano Roberto Saku Cinardi, che su Facebook ha postato un video in cui si vedono diverse persone prendere d’assalto una piccola imbarcazione. “La situazione è questa – scrive – siamo bloccati in qualche migliaio da ieri sera su Gili Trawangan dopo il terremoto. Il villaggio è crollato quasi interamente, abbiamo passato la notte su una collina per il rischio tsunami e dall’alba aspettiamo i soccorsi indonesiani. Ci sono stati morti e feriti e il cibo è finito. Non c’è nessuna autorità che sappia gestire la situazione di emergenza e non ci sono navi e mezzi sufficienti all’evacuazione”.
“Le uniche imbarcazioni che arrivano sono teatro di scene disumane con turisti in preda al panico e assaliti e maltrattati dagli indonesiani che a quanto pare non sono così ospitali – prosegue il post -. Stiamo assistendo a scene fuori dalla grazia di Dio e sto documentando tutto”
ALDO MONTANO – Molti hotel dell’isola, frequentata da turisti occidentali per le spiagge bianche e la barriera corallina, sono danneggiati. Proprio in uno degli hotel parzialmente crollati soggiornava Aldo Montano, in vacanza assieme alla moglie Olga Plachina dopo avere partecipato ai Mondiali di scherma in Cina. Il 39enne livornese e sua moglie si sono salvati perché al momento della scossa erano fuori a cena.
Il terremoto, che si è verificato a una profondità di 10 chilometri, è stato avvertito anche a Bali, l’isola vicina e la più turistica dell’arcipelago del sud-est asiatico, ed è stato seguito da diverse scosse di assestamento che hanno provocato nuove scene di panico. La maggior parte delle vittime si trova nella zona montagnosa nel nord di Lombok, lontano dai principali siti turistici a sud e ad ovest dell’isola
Il sisma ha raso al suolo una moschea di due piani dove la gente del posto stava pregando: i soccorritori non sono ancora stati in grado di recuperare le vittime. I fedeli stavano tenendo una sessione di preghiera serale quando il violento sisma ha colpito l’isola. “Molto probabilmente ci sono vittime ma i corpi non sono stati recuperati perché non ci sono le attrezzature” per sollevare le macerie.
Migranti, Madrid attacca l’Italia
Sui migranti la Spagna attacca l’Italia. In un’intervista al quotidiano economico tedesco ’Handelsblatt’, il ministro degli Esteri spagnolo, Josep Borrell, critica Matteo Salvini che – afferma – “fa una politica non solo a spese della Spagna ma a spese dell’intera Europa”. E ancora: “Viola l’idea di Europa con la sua politica di isolamento”, che il ministro spagnolo definisce “brutale”.
BORRELL – In Germania, obietta l’intervistatore, “il governo tedesco porta avanti ora una politica che non ha più niente a che vedere con la cultura dell’accoglienza del 2015”.
E “in un certo senso potrebbe essere così – risponde Borrell -. Ma questo non cambia il fatto che attualmente esistono due narrazioni diverse in Europa: da un lato ci sono Paesi come l’Ungheria, la Polonia, l’Italia e anche l’Austria, che vogliono costruire nuovi muri ai loro confini nazionali, più sono alti e meglio è. Dall’altra parte ci sono Francia, Germania, Spagna e Portogallo. Si sforzano di compiere un percorso comune. Anche loro dicono ’non tutti possono venire’. E sono convinti che non si possono solo chiudere i confini, ma gestire i flussi migratori e indirizzarli in canali ordinati” conclude Borrell.
SALVINI – A stretto giro la replica del vicepremier e ministro dell’Interno: “Non rispondiamo a insulti da parte di governi e ministri favorevoli a un’immigrazione fuori controllo. Noi ci teniamo alla sicurezza, alla cultura e all’identità dei popoli europei”.
24 ore di sangue a Chicago
Ventiquattro ore di estrema violenza a Chicago, dove tra le 10 di sabato e le 10 di domenica mattina almeno 34 persone sono state raggiunte da colpi di pistola e cinque di queste sono morte. Lo riferiscono i media locali, che citano la polizia secondo la quale alcune delle sparatorie, che si sono concentrate sui lati ovest e sud della città, sono legate a scontri tra bande criminali.
Le violenze più gravi sono avvenute tra mezzanotte e le 3 del mattino, quando sono state colpite 30 persone. Cinque sparatorie in totale, in cui sono state colpite 25 persone e si sono registrate tre o più vittime. Una singola sparatoria nel quartiere di Gresham ha ferito otto persone, tra cui quattro ragazze adolescenti.
“La città di Chicago ha vissuto una notte violenta, colpi di pistola casuali o mirati sulle nostre strade sono assolutamente inaccettabili”, ha affermato in una conferenza stampa il capo della polizia di Chicago, Fred Waller, aggiungendo che gran parte della violenza è dovuta a scontri tra le bande.
Figlio di bin Laden sposa figlia di un terrorista dell’11 settembre
C’è già chi le ha ribattezzate le ’nozze del terrore’ quelle che si sarebbero celebrate tra Hamza bin Laden, figlio dell’ex leader di al-Qaida, Osama bin Laden, e la figlia di Mohammed Atta, il terrorista egiziano che dirottò il volo American Airlines 11 portandolo poi a schiantarsi contro la Torre Nord del World Trade Center. La notizia, svelata dal ’Guardian’, arriva dopo l’intervista alla madre di Osama bin Laden ed è stata riferita dai fratellastri di Osama.
Secondo quanto spiegato da Ahmad e Hassan al-Attas, Hamza avrebbe assunto una posizione di rilievo all’interno di al-Qaida e starebbe puntando a vendicare la morte di suo padre, ucciso a colpi di arma da fuoco durante un raid militare americano in Pakistan, sette anni fa.
Hamza è il figlio di una delle tre mogli di Osama bin Laden, Khairiah Sabar, che viveva con il marito in un compound di Abbottabad, vicino a una base militare pakistana. Dalla morte del padre, avrebbe rilasciato dichiarazioni pubbliche che esortano i seguaci a dichiarare guerra a Washington, Londra, Parigi e Tel Aviv e da molti viene visto come il candidato numero uno a sostituire l’attuale leader del gruppo terroristico, Ayman al-Zawahiri.
“Abbiamo sentito che ha sposato la figlia di Mohammed Atta – ha detto Ahmad al-Attas al quotidiano britannico -. Non sappiamo dove sia, ma riteniamo che possa trovarsi in Afghanistan”. Negli ultimi anni Hamza è finito nel mirino dei servizi segreti occidentali, ritenuto una figura centrale per i sostenitori di al-Qaida. Il matrimonio con la figlia di Atta, scrive il Guardian, sembrerebbe confermare come l’organizzazione stessa stia continuando a essere organizzata attorno all’eredità di Osama bin Laden.