Traduci

SMOG: INTESA UE SULLA SALUBRITA’

La notizia secondo cui Milano sarebbe la terza città più inquinata al mondo ha tenuto banco in queste ore e, sebbene l’aria della metropoli italiana non sia da sempre tra quelle più salubri, sono state mosse contestazioni sui dati forniti dalla società privata svizzera IQAir che ha stilato la classifica. Mentre, però, il Comune e alcuni ambientalisti polemizzavano sull’attendibilità della classifica, a cominciare dal campione delle città prese in considerazione, i governi dei 27 Paesi Ue e il Parlamento Europeo hanno trovato un’intesa per una nuova stretta dei limiti massimi consentiti quanto ad agenti inquinanti nell’aria. Introducendo anche un nuovo diritto al risarcimento per i cittadini, postilla che farà molto discutere. Il faro guida per tutta la legislazione deve essere il “Green Deal”, mentre il riferimento temporale in questo caso il 2030, con possibili eccezioni. Le polveri Pm2,5 e NO2, ovvero quelle più nocive per la salute umana, dovranno essere fortemente ridotte su base annuale, fissando il nuovo limite massimo consentito di 10 microgrammi per metro cubo (attualmente 25) per il Pm2,5, e 20 microgrammi per metro cubo (attualmente 40) per il NO2, con l’obiettivo di ridurre del 55% le morti causate da polveri sottili.

cms_33612/foto_1.jpg

Inoltre, i dati relativi alla qualità dell’aria dovranno essere più chiari, riferiti a tutta l’Europa e più accessibili per tutti; accanto agli stessi, inoltre, dovranno essere comunicate le conseguenze, sulla salute umana, dei picchi di smog in generale, e di ciascun agente inquinante nel particolare. Dovranno anche essere incrementati i punti di controllo siti nelle varie città, in modo da ottenere un campione ancora più ampio e diffuso. Eppure, tutta questa apparente rigida determinazione viene subito smorzata. Tutti gli Stati dovranno predisporre un documento, entro il 31 dicembre 2028, nel quale indicare i provvedimenti da portare a termine affinché si giunga ai valori stabiliti dalla norma europea. Solo che gli Stati potranno chiedere una proroga, fino a dieci anni (ovvero fino al 2040), qualora vengano rispettate determinate (ma rigide) condizioni. L’importante novità che invece sarà introdotta (salvo ripensamenti nella stesura del provvedimento legislativo finale) è quella del risarcimento che il cittadino potrà richiedere in via giudiziaria, qualora sia dimostrato il danno alla salute derivante dall’inquinamento atmosferico che il governo, non rispettando gli obblighi della norma europea, avrebbe causato. E per questo le aule potrebbero tremare, non altro per l’inevitabile mole di contenzioso giudiziario che si verrà a creare.

cms_33612/foto_2.jpg

Legambiente ha accolto con favore questo nuovo passo europeo in favore dell’ambiente e, in particolare, dell’Italia, paese nel quale si contano “47mila decessi prematuri all’anno per Pm2,5 su un totale europeo di 253.000 morti”, ha commentato Stefano Ciafani, presidente italiano della nota associazione. Andrea Minutolo, responsabile scientifico, ha invece parlato di “nota stonata”, con riferimento al “rinvio del termine per il raggiungimento dei valori limite della qualità dell’aria”, augurandosi che “il nostro Paese non punti da subito solo sulle deroghe, ma agisca speditamente per uscire dalla cronica emergenza smog”. Raggiunta la data del 31 dicembre 2030, i valori percentuali di polveri inquinanti potranno essere rivisti almeno ogni cinque anni, o anche prima, in considerazione sia dei progressi e degli studi scientifici che delle linee guida dell’Oms relative alla qualità dell’aria. Attualmente, i morti in Europa a causa dell’inquinamento atmosferico sono 330mila all’anno.

Data:

21 Febbraio 2024